La gentile mamma dei miei due nipotini, l’avvocato Tuttopiede, mi ha riferito che, mentre era ai giardinetti con i piccoli, è stata avvicinata da un burbero signore non più giovane che ha avuto da recriminare sulla maglietta di suo figlio.
Nonno Talpone ha subito chiesto quale fosse il motivo, temendo che gli avessero fatto indossare una delle solite magliette con quelle scritte teoricamente spiritose, tipo quella da lui stesso sbadatamente sbandierata per tutto il paesello umbro quando faceva le corsette agonistiche.
Scoprendo in seguito che portava sul petto una scritta in italiano che recitava “ Tengo sempre dei preservativi in tasca, ogni tanto li spolvero “
Niente di tutto questo, il piccolo scoiattolino aveva una maglietta della GAP, che, è stato spiegato in seguito a nonno Talpone, è il marchio di una catena di negozi di abbigliamento americana, tipo discount.
GAP ?
E allora ?
Ah, forse il vecchio imbecille del quartiere locale pseudo- vip, aveva forse alluso alle unità del Gruppo di Azione Partigiana, operanti nelle città italiane nella Resistenza ( 1943-1945 ).
Con quella cervellotica reminiscenza il vecchio nostalgico aveva pensato bene di sgridare un bambino di cinque anni e la sua giovane mamma.
A pensarci bene aveva ragione, forse si doveva andare a comperare le magliette da UBA UBA ( ma esiste ancora ? ), o meglio da BUNGA BUNGA.
Aggiornatevi mamme, se volete convivere nel quartiere degli pseudo vip, detto anche Wisteria Lane.