Sei giorni fa il ribollire feroce del suo ventre gli aveva fatto dare addio, o meglio arrivederci, alle belle spaghettate saporite e piccanti, agli arrosti tartufati, alle acciughe salate sul pane imburrato e a tanti piattini che non osava ricordare per non rendere più acida la sua pena.
Dieta liquida aveva ordinato perentorio il suo medico.
Lui aveva assentito, con stanca rassegnazione, in fondo la sua cantina era abbastanza rifornita, anche in caso di assedio, vi aveva da poco contato più di trecento bottiglie, allineate ordinatamente come soldatini etichettati sulle capaci mensole di legno.
I nomi erano un’armonia di suoni melodiosi e olfattivi : Barbera, Bonarda, Gutturnio, Dolcetto, Cabernet, Marzemino, Freisa.
Per non dimenticare i suoi bianchi . Chardonnay, Ortrugo, Ghevurtz Traminer, Prosecco e spumanti vari.
Solo un bicchiere beninteso,aveva pensato, sarebbe stato moderato.
Le sue inebrianti fantasie furono interrotte dal suo vecchio amico psichiatra che gli metteva in mano due pillole di antibiotico.
“ Bevi e mandale giù subito – aveva ordinato.
“ Con l’acqua ? – aveva osservato il suo paziente con un certo disgusto.
“ Certo acqua sempre e mi raccomando, solo dieta liquida: brodini vegetali, tè leggeri e qualche frammento di patata lessa.”
“ Ma come acqua, ti ricordi tutte quelle sere in pellegrinaggio nelle osterie dei Navigli, felici tra bottiglie, caraffe e mezzi litri, tra parole speranze, sogni e il futuro ci sorrideva quasi sempre ?”
L’amico dottore aveva accennato un vago sorriso, ma gli aveva ordinato di vuotare il fatale bicchiere.
Talpone aveva ingoiato paziente le pillole e vuotato il bicchiere, ma per un attimo il sapore del liquido gli era sembrato come impregnato di quei lontani aromi proibiti.
Categoria: amici
LA FESTA DEI NONNI
“ Sveglia nonno Talpone ! Lascia da parte il mucchio di libri da leggere, le matite e i carboncini da disegno, le pile delle Settimane Enigmistiche da compilare, oggi è la festa dei nonni, non lo sai ?”
Lui mi guarda stupito e confuso, consulta febbrilmente il suo nuovo smartphone, fedele compagno della memoria perduta, finalmente dalla posta di Yahoo scopre una email del supermercato che lo invita in occasione dell’odierna festa dei nonni ad acquistare a metà prezzo una bottiglia di Chianti o una di Prosecco millesimato.
“ E’ proprio vero, è la festa dei nonni, ma guarda che occasione per il buon vino!”
Non posso commentare le sue parole, gli anziani sono sempre un fenomeno curiosissimo dell’animale uomo, con una etologia complessa e irrazionale.
Gli ricordo però che se oggi è la festa dei nonni, per conseguenza è pure quella dei loro nipotini.
Questo l’ha indotto a telefonare subito ai suoi due piccoli con parole di grande affetto.
Però, essendo loro già impegnati altrove con mamma e papà, non ha potuto dimenticare altri due bambini, Jacopo e Giulia, da pochi mesi senza nonni, quegli amici carissimi di una vita, partiti per un viaggio senza ritorno.
Li ha sorpresi con un invito a giocare nei giardinetti del quartiere, invitandoli al ristorante per una gustosa cotoletta e patate fritte.
Una sacchetta con qualche regalino colorato e creativo li sorprenderà e li renderà allegri e stupiti, giocherà con loro, come fossero suoi, perché i veri grandi amici non muoiono mai.
ISPIRAZIONI GIAPPONESI
DA UNA FOTOGRAFIA DELLA PICCOLA SACHIKO
La tazza di tè profumato
Riflette il verde del giardino segreto
L’aroma si espande da lontani ricordi.
AUTUNNO IN CITTA’
Poche foglie ingiallite sui rami
E’ la sera di un tardo autunno
Rifulgono ancora i volti amati.
ALLA DONNA AMATA
Mio bianco ciclamino
Graziosa orchidea di campo
Puoi essere un cardo spinoso
L’amore maturo può pungere.
I PIEDI, FINALMENTE !
Dopo lungo tempo l’ho incontrato : smunto, con gli occhi semichiusi e un notevole bernoccolo in cima alla pelata.
” Finalmente ti rivedo dopo mesi di assenza, quasi non ti riconoscevo più – ho esclamato con sincera sorpresa.
Nonno Talpone mi ha riguardato dallo specchio e , scuotendo la testa, ha mormorato : ” Certo che invecchi male anche tu ”
Non ho voluto entrare in polemica con lui, già mi sono rimasti pochi amici, non vorrei perdere uno degli ultimi.
Mi ha raccontato una serie di piccoli malori, esami clinici doverosi ma inutili, interventi chirurgici di lieve entità, oltre ad una serie impressionante di nuove pillole da ingurgitare ogni giorno, insomma la solita litania degli anziani lamentosi.
Di una cosa pareva soddisfatto : grazie ad una serie di dolorose coliche intestinali che l’hanno colpito negli ultimi tre mesi la sua Istrice Prussiana l’ha costretto ad una dieta ferrea, così da fargli perdere quasi sette chili.
” Pensa che ora guardando in giù riesco a vedere i miei piedi ! – ha concluso con garrula civetteria – come sono diventati grandi e carini!”
CONVERSAZIONI PLATONICHE
“ … Ora l’accademia platonica è finita per sempre … Le conversazioni platoniche si risvegliano per un istante solo quando due amici si incontrano … I due hanno un incedibile rispetto l’uno per l’altro, parlano a voce bassa, si ascoltano, si interrogano … talvolta stanno in silenzio … I due non sono affatto simili … ma questa è la condizione ideale per la conversazione … Proprio perché ognuno parla con il suo opposto porta alla luce le sue idee più profonde … e disegna grandiose architetture di immagini …”
( da Pietro Citati – L’armonia del mondo )
Nel leggere queste frasi nel libretto acquistato giorni fa in una bancarella di libri usati nonno Talpone ha avuto un fremito e ricorda quei indicabili momenti, molto più frequenti in gioventù, quando con un caro amico si è inaspettatamente trovato in questa magnifica situazione.
Un amico di cui magari si conosceva reciprocamente ogni fatto e ogni pensiero ma, apprezzandolo per la curiosa e paziente intelligenza, nel conversare e confrontandosi si scoprivano e si facevano germogliare anche le proprie idee.
Magari non si avevano che effimere architetture di pensieri, ma quale piacere lo stimolo dell’intelligenza, il calore umano di un rapporto con una persona acuta e paziente, lontano dal bla bla quotidiano.
Come tutti i veri piaceri quelli in fondo quelli erano una pausa breve ma rilassante della propria vita.
Bisogna riconoscere che come l’amore anche l’amicizia è un dono stupendo che quando si riceve non finisce mai di stupirci e che per questo bisognerebbe sempre sforzarsi di meritare.
CIPPLIMERLO !
3 dicembre 2015
CIPPLIMERLO
Uno deve uscire nel freddo decembrino, lasciando il teporino di casa, i suoi due gatti acciambellati sul letto e mentre scende le scale sente le anche che gli strappano continui morsi dolorosi, sarà la sciatica, la coxartrosi, l’umidità della stagione, non riesce a capire.
Il suo giornalaio fa scorrere il vetro del suo finestrino per ritirare le monete dei quotidiani, un breve saluto e via.
Stringendo la borsa della spesa, quella grande di tela plastificata, evitiamo gli sprechi, ecco ora, sul suo percorso verso il supermercato, la bancarella dei libri usati, vicino a quella della coppia di cinesi che vendono vestitini e camicette sintetiche a poco prezzo.
Il passaggio tra loro e la casa è stretto e la gente vi si infila in fretta con l’occhio vacuo, passa anche qualche ciclista che fende la folla come un rompighiaccio arrogante.
Qui se uno rallenta il passo è solo per chiedere le indicazioni di un indirizzo.
L’uomo dei libri gira intorno alla sua esposizione con passo pesante da montanaro, quale è in effetti, non sembra notare il freddo, ha gli scarponi pesanti, giaccone imbottito, berretto di lana e curiosi guantoni con una taschina da cui fare uscire le dita al bisogno.
“ Freddo boia vero ?- azzarda nonno Talpone con un sorriso complice.
“ Ma no, anzi in montagna non gela, i ghiacciai si sciolgono, è un disastro, ci saranno almeno dieci gradi in più. Poi in città dovrebbe piovere, non vede lo smog ? Polvere sottili, si crepa tutti, mondo boia !”
Il tono è rabbioso più che lamentevole, ma chi lo conosce bene sa che è solo un burbero.
Nonno Talpone si ferma, ancorato alla bancherella per non farsi trascinare dai frettolosi, scruta i dorsi dei libri, li annusa, li riconosce e li cataloga.
Vecchi editori ormai scomparsi, i romanzi e i saggi di cui ha una copia in casa, i grandi volumi d’arte, ogni libretto o volume ha una propria storia, è come rivedere dei vecchi amici.
“ Allora come va ? Tutto bene ? – chiede il sacro custode del sapere aprendo un sorriso fanciullesco insospettato.
Così loro iniziano a parlare del tempo, della situazione politica, dei libri esposti, di quelli letti o cercati.
Ormai si conoscono da anni, anzi quella superstite bancarella la frequentava quando era gestita dal padre, già, erano molti anni fa, trenta, quaranta, forse più di cinquanta anni fa.
Eh già, allora invece dei cinesi il banchetto a fianco era presieduto da un distinto signore napoletano, con aristocratici baffetti alla Amedeo Nazzari, che esponeva con cura i suoi specchietti, pinzette, lamette e pennelli da barba.
“ Già tempi lontani caro ragazzo !- sospira il Talpone, perso nei ricordi.
“ Veramente ho 47 anni – risponde l’altro leggermente risentito.
“ E allora? Sei nato in tempo di guerra tu ? Ricordo bene il tuo papà, allora negli anni cinquanta si trovavano ancora dei bei libri, del ‘700 e dell’800 a poche lire, mi bastava la mancetta settimanale. Ora dove sono quei libretti curiosi e preziosi ? Alle aste ! Che tempi!”
L’argomento della guerra porta il ragazzo della bancarella ai ricordi di suo nonno che aveva partecipato alla grande guerra, della famiglia scappata con un cesto di biancheria dalle case distrutte, del ritorno alla fine tra i ruderi e i rottami delle bombe.
Un paese di recuperanti, come quelli descritti calorosamente da Rigoni Stern.
Dalla tasca di Talpone squilla la suoneria del cellulare, è la sua Istrice che chiede dove sia, sono quasi le due, deve buttare la pasta?
Accidenti sono ore che parlano al freddo, bisogna scappare via, ma prima chiede “ Hai fatto affari oggi ?”
“ Non si vende niente, anche gli altri dicono così, vita grama, dov’è questa ripresa mondo boia?”
Nonno Talpone allora afferra due volumi che aveva già lungamente osservato, una bella biografia di Ludwig, l’ultimo re di Baviera, e una raccolta di saggi di Pietro Citati.
Non dovrebbe, la sua casa, la cantina, il solaio, un box sono colmi di libri inscatolati, in continua rotazione su e giù per le scale.
Pazienza, faremo posto anche per loro.
“ Le faccio uno sconto – propone il giovane montanaro dal volto vitreo e gelato.
“ No, oggi no, prezzo pieno, il primo cliente porta fortuna – esclama categorico nonno Talpone.
Con i libri infilati nel borsone della spesa arranca verso casa, maledetta anca destra, anche le spalle sono rattrappite dal freddo.
“ Ma è un affare – gongola dentro sé – pochi euro per ore di chiaccherate piacevoli e in più due libri interessanti. Altro che psicanalisti, psicologi, medicine e dottori. Cipplimerlo ! Sono furbo io !”
PS
Cercasi dattilografa volonterosa, miti pretese, per sostituire scioperato operatore.
I TALPONI VOSTRI
Non ho la minima autorizzazione, sono in effetti un abusivo e quasi un clandestino.
Diciamo la verità : sono stato licenziato alcune settimane fa per scarso rendimento.
Così ha deciso lui, il padrone Nonno Talpone.
Ma devo pur giustificarmi, anche se sono solo un piccolo amanuense da quattro soldi.
Come si può pretendere di far trascrivere su carta e poi con tempi lunghi e faticosi i rapidi pensieri che ti vengono dettati alle 5 del mattino, al risveglio tardivo finale, nella sacralità delle ritirate o alla tarda serata quando ti accingi a infilarti nel tuo letto per un meritato riposo ?
Mi direte che questi sono imposizioni compatibili con i tempi lavorativi attuali, presenza, ottimismo, ore tante, senza limiti di tempo, senza festività, paga e gratifiche minime o assenti.
Ho cercato di resistere, sono anziano e mi sento stanco, così ho scioperato.
Beh mi ritrovo qui, a dire il vero abbastanza amareggiato e confuso.
Con chi parlare dei miei incubi notturni, dei piccoli sfoghi quotidiani, delle sensazioni di gioia, di insofferenza, di noia ?
Alla fine cederò ai ricatti del mio “ sciuor parun “ del padrone del blog, nonno Talpone.
In fondo siamo molto vicini, quasi parenti, siamo invecchiati insieme, gli amici cari ormai quasi scomparsi.
Quindi mi sento di consigliarvi di dare ascolto ai vostri personali talponi , lasciateli lamentare e fateci sapere.
Comunicare sarà impegnativo, ma è bello.
AMICI INTIMI
Un mese fa mi avevano chiesto se non scrivevo più sul blog di nonno Talpone e la cosa mi aveva molto stupito, erano trascorse forse tre o quattro settimane e non me ne ero affatto accorto.
Mi ero quindi domandato se da anziani la sensazione del tempo dovesse essere così vaga e imprecisa.
Ricordo benissimo invece che ad inizio anno oltre al blog sui nonni volevo iniziarne un altro sulle sensazioni provate da ventenne per confrontarle con quelle attuali per un confronto e un dialogo, se mai potesse esserci.
Invece è calato un silenzio nebuloso.
Ancora giorni fa una lettrice mi aveva benevolmente richiamato alla personale testimonianza di pensionato e nonno settantenne nei confronti della vita di ogni giorno.
Forse sembrerà strano, ma personalmente ritengo di avere poco da dire, credo di essere svagato, noioso, brontolone e permaloso, niente di grave e patologico, sono solo uno come tanti, senza niente di interessante.
Solo che c’è un certo nonno Talpone, dentro e fuori di me, che risulta un fenomeno curioso e talvolta umoristico.
Ormai sono certo che qualcosa di simile alberghi vicino ad ognuno di noi, che possiamo chiamare come vogliamo, tipo nonna Bianca, zio Giovanni, Nick il dritto, Izzy dark lady e così via.
Basta solo ascoltarli e magari trascrivere i loro, i nostri pensieri, giusto per rileggerli con calma, magari sorridere di noi stessi, sopportarci meglio e condividerli .
Si tratta di amici intimi che non vanno trascurati, come purtroppo ho fatto io negli ultimi tempi, per non privarci di una piccola dose di buonumore e stupore per la vita, per guardarla più spesso con gli occhi curiosi di un bambino.
O di un nonno attempato e leggermente svanito.
DOMANI
Domani, quando usciranno dalla scuola elementare, rivedrò finalmente i miei piccoli nipotini, lo Scoiattolino e il Polipetto, , tenendo in mano i sacchetti di ciambelle alla crema e i cornetti al cioccolato, sempre preoccupato che siano troppo affamati e denutriti.
Cercherò di non dimenticare le loro piccole borracce di acqua gassata, né i sacchetti di caramelle Coca Fritz e i confetti, infilandoli nelle tasche della giubba.
Li aspetterò impaziente fuori dalle porte, schiacciato nella ressa delle madri cicalanti e ansiose e di altri nonni come me, dondolandomi sulle gambe nervosamente, come quando si aspetta un amichetto di gioco.
Poi li abbraccerò al volo, sollevandoli in aria come se fossero degli uccellini da liberare dalle gabbie.
Li guarderò con occhi golosi e ammiranti, come se li vedessi per la prima volta.
In quel momento vorrei accompagnarli subito in qualche avventura gioiosa e mirabile, qualcosa di incredibile e sognante, a cui sarei il primo a prestar fede ingenuamente.
Perché allora fuori dalle cancellate della scuola, accostata al marciapiede, invece della mia vecchia auto, ci sarebbe un veliero dorato che beccheggiasse impaziente sull’asfalto, su cui salire a bordo tutti quanti come avventurosi bucanieri.
Ma so che mi accontenterò di portare in spalla i loro zainetti colorati, guardandoli divorare golosamente le loro merendine, accompagnandoli al vicino campetto di gioco, dove scherzeranno con gli amici della loro età.
Ormai sono cresciuti, sono dei piccoli adulti.
Purtroppo sono rimasto un bambino intrappolato in un corpo troppo grande e ormai avvizzito, ma li aspetterò comunque con paziente rassegnazione, perché quando mi vorranno chiamare o avranno bisogno di me sarò sempre a loro vicino.
In beatitudine.
PS
Nonno Talpone, con cui ancora non ci parliamo, mi sta guardando sopra le spalle e ha borbottato diversi grugniti di approvazione.
CI CONTENTIAMO
Sono le 4 del pomeriggio, l’ora adatta per prepararmi il tè pomeridiano, è martedì e tra un’ora ci sarebbe l’appuntamento settimanale per la ginnastica della quarta età, tenuta nella vicina palestra delle scuole elementari, quella che ho frequentato con riluttanza tanti anni fa.
Strano come la vita sembra riavvolgersi, farci tornare a frequentare gli stessi posti, rivivere le stesse situazioni di insofferenza, ripetendosi dopo una serie incredibile di anni.
Poco fa, incuriosito, avevo sfogliato un block notes rosso ciliegia a spirali, capitato per caso tra le mani mentre cercavo un libro negli scaffali vicini, settore storia della prima guerra mondiale, ho riaperto quei fogli scritti a penna con minuzia, fitti di cancellature e correzioni, scoprendo il testo del mio ultimo post, datato 4 marzo.
Ma come, sono passati più di due mesi da allora ?
Cosa è avvenuto per bloccarmi così a lungo ?
Non ricordo.
Sono sicuro che quasi ogni giorno, anche più volte , l’amico di stanza, nonno Talpone, improvvisamente se ne usciva con affermazioni stravaganti, suggeriva storielle buffe, ricordi rivissuti con un sorriso benevolente.
Poi, come spiegarmi, c’era un altro, sopra di noi, che con placida autorevolezza smuoveva ogni parola, ogni pensiero e l’allontanava come un leggero pulviscolo.
Lui non parlava, non ordinava nulla, ma faceva capire che tutto era vano, magari non inutile, ma in fondo ogni cosa era ovvia, già detta, senza alcuna necessità di trascriverla e in ogni caso era parte di un tutto eterno e caotico, con un ordine a noi incomprensibile.
C’era, c’è, ci sarà.
Nonno Talpone si ammutoliva, io accettavo supinamente, poi mi svagavo su tante piccole cose della nostra vita quotidiana.
Tutto e niente insieme.
Non sono stati solo giorni di passiva delusione, di tristezza immusonita, ho avuto anche momenti piacevoli con amici, moglie, figli e nipoti, ho viaggiato e goduto vacanze impreviste e graditissime.
Ma io e nonno Talpone non siamo più stati in sintonia come prima, i nostri tempi erano quasi sfalsati e lo scriverne imbarazzante, quasi proibito.
Spesso mi capita di perdere i miei oggetti personali, scherzando mi consolo pensando che è stato la solita prodezza dei dibbuq di casa, burloni impenitenti che si divertono a farmi disperare, vecchietto distratto e brontolone come mi ritrovo, per farmi ritrovare il temperino di madreperla scomparso quindici giorni prima, mentre sto cercando una fotografia che avevo in mano poche ore fa.
Ecco ora per caso, invece di un libro ho ritrovato nonno Talpone.
Speriamo che quello del piano di sopra rimanga perso nelle sue meditazioni e verità cosmiche.
Noi “ poareti “ siamo fatti di pasta diversa, ci contentiamo di poco.