Chiamata d’emergenza : adesso anche il nipotino grande sta male, ha la febbre e vomita il solito liquido biancastro.
Oggi tocca a noi, come per i pompieri siamo sempre pronti all’emergenza..
“Peccato – pensa nonno Talpone – sarebbe bello correre là di corsa dotati di una sirena che squarci l’aria aprendoci la strada, magari anche mezza, diciamo una sirenetta piccola piccola !”
In mattinata il bimbo sta meglio, è solamente indebolito e pallido, così si può giocare a memory, a indovina l’indiziato, a briscola in quattro con il morto, a cui capitano tutte le carte belle e vince sempre.
Telefonata dal suo papà :
” Sta meglio? Bene allora bisogna ripassare le guerre puniche, capito nonno ?”
Talpone è forte in storia, sa quasi tutto, comincia quindi ad elencare la personalità di Annibale, il più grande stratega di genio, quello che insieme ad Ettore ha sempre idolatrato dai tempi delle medie, poi esamina le tecniche di battaglia dei due eserciti e confronta i due imperi, il romano e il cartaginese.
Nonostante la foga forse è troppo prolisso, lo Scoiattolino lo blocca, vuole solo ripetere a memoria le due paginette del libro scolastico.
Ahimè, se non si parla di calcio e della Juve lui è impermeabile agli approfondimenti.
Nel pomeriggio un Whatsupp della sua mamma :
“Notizia importante: si segnalano nelle vicinanze della scuola due persone che hanno cercato di sottrarre i bambini ai nonni o alle tate che li avevano in custodia durante il tragitto casa/ scuola/casa.”
Nonno Talpone prontamente reagisce e rimanda un messaggio bellicoso:
“ Se ci provano gli rompo le gambe !”
Poi si guarda intorno valutando un’arma di difesa: il coltello da cucina per tagliare il pane, una scopa, il mitra spaziale verde dei nipotini ?
Si vedrà al momento, per ora esce di corsa, chiudendo a chiave l’Istrice Amorosa e lo Scoiattolino, anche se mancano due ore all’uscita dalle elementari e sceso in strada si rimbocca le maniche della camicia di flanella, anche se ha freddo, per essere pronto ad ogni evenienza.
Camminando veloce si guarda intorno tra i prati fioriti del Wisteria Village in cerca di possibili furfanti, con occhio bellicoso e indagatore.
… continua …
Categoria: cittÃ
LEZIONI DALLA STRADA
Bisogna ammetterlo: questi extracomunitari non conoscono il codice della strada.
Siamo tutti fermi davanti al semaforo rosso ed eccone uno di loro che attraversa la via, sgusciando tra le auto, senza aspettare il segnale verde.
D’accordo, anche qualche italiano ora lo fa, soprattutto giovani donne, scommetto che non sono del nord.
Quando invece devono attraversare le strisce pedonali li vedi indecisi e intimoriti sul bordo del marciapiede, non osano attraversare.
Per fortuna quando ci sono io, con l’esperienza dei miei anni, gli faccio vedere come si fa: cipiglio duro, sguardo fisso e truce verso la corsia di marcia, discesa lenta ma costante dal marciapiede e , facendo segno di seguirmi agli indecisi, li guido fino a metà corsia, per ripetere la stessa operazione dall’altra parte di marcia e portarli in salvo sul marciapiede opposto.
Certo qualcuno non rallenta e allora, calcolando con la prontezza di un torero, volteggio a lato e lancio sonori improperi e insulti a quei delinquenti che non si sono fermati.
Le urla hanno anche una funzione liberatoria e poi fanno allegria sulla strada.
Per ora nessun automobilista si è fermato poco più avanti per ribattere, ci mancherebbe altro, le mie esternazioni sono sempre avvenute quando sono in numerosa compagnia.
Stamane, mentre andavo al vicino mercato ambulante di via Padova, vedo davanti a me la solita vecchia zingara accosciata a terra, da professionista dell’elemosina, che tenta di intenerire i gonzi.
Rallento per ammirare la sua recitazione e mi sorpassa un uomo di mezz’età, giubbotto malconcio e pantaloni sformati, dai capelli crespi, che si ferma presso la vecchia, si china, scambia due parole, getta qualche monetina e si allontana.
Incuriosito lo seguo, mi affianco, lo guardo: è un arabo di quelli che cercano di rifilarti ombrelli, scarpette e giochini cinesi di pessima qualità.
“ Scusa amico – gli dico gentilmente in tono paterno – guarda che quella è una professionista dell’elemosina, magari hai più bisogno te di lei”
Lui si gira, mi guarda con un viso mite e bonario e risponde gentilmente “ Non so, magari aveva proprio bisogno di un’offerta, chi lo può sapere?”
Poi si è voltato e quasi scusandosi si è allontanato.
Facendomi sentire un verme.
Aveva ragione mio padre buonanima, non si finisce mai di imparare.
SAGGEZZA RAGAZZI !
Dopo una notte passata tossendo in modo catarroso, con le ossa doloranti, ingrugnito, con passo strascicato, a metà mattina nonno Talpone ciabatta verso la cucina, mette a scaldare l’acqua per il tè, sciorina sul tavolo una varietà di taralli pseudo pugliesi e finalmente guarda fuori dalla finestra con aria truce.
Toh ! C’è il sole.
“ Ma come ! – gorgoglia con voce roca – Doveva piovere secondo le previsioni !”
Perché dovete sapere che lui è un uomo d’ordine, di quelli che credono alle previsioni del tempo annunciate alla radio, alla televisione e sui giornali, da quando poi gli hanno regalato un costosissimo mini computer – maxi cellulare bianco, che secondo lui hanno pagato con l’equivalente di uno stipendio mensile di un precario, non fa che consultarlo ogni mezz’ora, come fosse un oracolo.
Così, colto dal dubbio, si precipita nello studio, stacca la spina di ricarica del suo giocattolo senile e con voce tremula chiede :
“ Android caro, com’è il tempo a Milano?”
L’altro si illumina sullo schermo gigante e gli presenta la risposta scritta:
“ Tendenzialmente nuvoloso con acquazzoni !”
Nonno Talpone non può dubitare di quel miracolo coreano della tecnica, quello che un giorno futuro forse gli preparerà anche il tè; ma è chiaro, quel pallido sole esterno non è che uno specchietto per le allodole, come si suol dire.
Scuotendo la testa si avvicina alla porta finestra, scruta la strada oltre il balcone, cercando se vi siano degli ingenui incoscienti che osino girare senza ombrello.
Con grande sorpresa si rende conto che i marciapiedi sono affollati di creduloni che camminano tranquilli senza impermeabili, cappucci o parapioggia.
Perfino le auto si muovono senza azionare i tergicristalli !
Proprio una marea di babbei.
Alla fine scopre là in fondo, verso l’angolo della piazza una coppia di anziani che si trascina lentamente, tenendo ben stretti due ombrelli neri arrotolati.
“ Ecco là, si vede la saggezza dell’età! – gongola nonno Talpone trionfante.
Se non avesse questa maledetta tosse, andrebbe subito fuori anche lui, con i suoi quattro cellulari in tasca, indossando cappello cerato e il suo giaccone rosso da vela, adatto anche alle tempeste di mare, con un paio di ombrelli appoggiati al braccio.
Non si sa mai, se un ipotetico colpo di vento ne squarciasse uno, lui avrebbe pronto la riserva.
E non provatevi a ridere, quando girate in macchina non tenete forse nel bagagliaio la ruota di scorta?
NIPOTINI E MAGLIETTE
La gentile mamma dei miei due nipotini, l’avvocato Tuttopiede, mi ha riferito che, mentre era ai giardinetti con i piccoli, è stata avvicinata da un burbero signore non più giovane che ha avuto da recriminare sulla maglietta di suo figlio.
Nonno Talpone ha subito chiesto quale fosse il motivo, temendo che gli avessero fatto indossare una delle solite magliette con quelle scritte teoricamente spiritose, tipo quella da lui stesso sbadatamente sbandierata per tutto il paesello umbro quando faceva le corsette agonistiche.
Scoprendo in seguito che portava sul petto una scritta in italiano che recitava “ Tengo sempre dei preservativi in tasca, ogni tanto li spolvero “
Niente di tutto questo, il piccolo scoiattolino aveva una maglietta della GAP, che, è stato spiegato in seguito a nonno Talpone, è il marchio di una catena di negozi di abbigliamento americana, tipo discount.
GAP ?
E allora ?
Ah, forse il vecchio imbecille del quartiere locale pseudo- vip, aveva forse alluso alle unità del Gruppo di Azione Partigiana, operanti nelle città italiane nella Resistenza ( 1943-1945 ).
Con quella cervellotica reminiscenza il vecchio nostalgico aveva pensato bene di sgridare un bambino di cinque anni e la sua giovane mamma.
A pensarci bene aveva ragione, forse si doveva andare a comperare le magliette da UBA UBA ( ma esiste ancora ? ), o meglio da BUNGA BUNGA.
Aggiornatevi mamme, se volete convivere nel quartiere degli pseudo vip, detto anche Wisteria Lane.
COME TORNARE A CASA
“ Si avvicina il momento di ritornare nella grande città.
L’appuntamento con il dentista ( ma perché cadono i denti ? ), con gli adorati nipotini ( perché sono stati così lontani in Grecia ? ), con i tanti amici ( quando torni ? quando ci vediamo ?), i collegamenti internet finalmente decenti, la mia Milano con le sue mille attività, incontri, discussioni, partecipazione attiva alle cose del mondo.
Però dispiace lasciare la tranquillità bucolica del paesetto umbro.
Dove fare ancora queste passeggiate mattutine nel silenzio, le quattro chiacchere all’emporio paesano, gli incontri casuali con le tre grazie ultrasettantenni, vestite con grembiuli a fiori di una volta, che ti offrono il canestro dei fichi appena raccolti ?
Avrò anche modo di rimpiangere quelle cene gustose e saporite che tanto ti infastidivano, caro Talpone, il silenzio dei boschi, il frinire delle cicale sarà trasformato nei clacson degli imbecilli imbottigliati in auto sotto casa a Milano.
Devi ritornare, anche se pensionato sarai sempre legato al ritmo di lavoro dei tuoi cari, brontolone ma felice.
Ringrazia di non dover masticare l’amara radice della solitudine, vecchio Talpone. “
Così scriveva il giorno prima della partenza dalla sua casetta nei boschi, ma la sua vecchia station wagon, che a detta del meccanico del paese era a metà della sua vita, avendo appena percorso 240.000 chilometri, aveva improvvisamente deciso di rimanere ancora un poco in Umbria, con la scusa di aver dei problemi alla frizione.
Talpone era deciso di ritornare in treno questa mattina, ma ieri sera tornando a casa a mezzanotte ha trovato la serratura del portone che si era messa in sciopero, senza il dovuto preavviso, obbligando l’agile istrice a salire su una scala, tenuta saldamente dal marito, per forzare una finestra al primo piano, buttandosi in seguito a capofitto all’interno della stanza con un gran sventolio di agili gambette che hanno fatto fremere il povero Talpone.
Si è così riusciti a dormire sotto un tetto, ma decisamente tutto sembra complottare per farci rimanere nella verde Umbria.
Talpone però non si arrende, stamattina con il suo Google Map sta calcolando quanti giorni ci vorrebbero per tornare a Milano a piedi, benché sia un atleta questo è un calcolo teorico, intendiamoci.