Il ritorno di nonno Talpone


Sembra il titolo di una serie cinematografica o narrativa, ma è una necessità improrogabile.

Se nonno Talpone non raccontava più storie era dovuto al fatto che si era perdutamente invaghito del disegno e della pittura, come forse ho già scritto.

Ormai le lettere e le parole non fanno per lui, al massimo le può usare per i collage pittorici, come quando a vent’anni faceva parte di un gruppo di artisti d’avanguardia di pittura visiva, detto anche neo futurista o di derivazione surrealista..

Lui da un anno vede, si fa per dire, solamente linee, curve, profili, prospettive ed accostamenti di colore.

Però ora basta! Qualche minuto lo deve riservare per il suo omonimo nipotino, lo Scoiattolino, uno stupendo ragazzone di 17 anni, che è appena atterrato a Sidney e si fermerà in Australia per almeno un anno.

Lui ora ha chiamato nonno Talpone, non un generico nonno e non si può ignorare questa sua precisa scelta.

Da buon segretario, forse troppo pigro, pur con la mia debole vista devo riprendere a scrivere per il capo.

Che poi diciamolo, anche lui non se la passa troppo bene con la sua cornea malandata.

Per disegnare usa matite molto morbide, dalla 4 B in su, o carboncini e pennarelli grossi con colori intensi.

Per tornare alla situazione attuale ora nonno Talpone si trova per la seconda volta nella sua vita con un giovane diciassettenne che scappa all’estero, prima il scondogenito, il famoso Martello di dio, volato in Inghilterra dove ormai si è felicemente radicato.

Ora il nipotino è volato ancora più lontano, lasciandoci con una mal nascosta lacrimuccia, confessiamolo.

Mentre il vecchio nonno Talpone è sempre fermo, lui che fin da bambino sognava una vita avventurosa, in terza elementare mentre gli amichetti desideravano fare i camionisti o i pompieri lui affermava di scegliere il mestiere dell’archeologo in giro per il mondo.

Allora per noi non c’era Indiana Jones, ma semmai Salgari o Julius Verne.

Il fatto è che come una talpa, da cui prende il nome, lui quando si è scavata una tana fa molto fatica ad uscire dal comodo rifugio.

Se è costretto a farlo, come ormai da un anno a Brighton su pressioni del Martello di dio, entra in una lunga crisi, fino al prossimo rifugio.

Ora è in pieno trasloco, da un appartamento ad un altro qua a Brighton, 500 metri di distanza e 500 lamenti continui

Come sono lontani i suoi vent’anni, gli bastava una borsa a tracolla per i suoi viaggi in autostop, pochissimi soldi e una enorme ricchezza di temeraria audacia.

Ma chi era allora quello sconosciuto che portava il mio nome ?

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