Perché noi no?


Ecco il gruppetto di anziani che si ritrova per festeggiare i 70 di uno di loro.

Tavolata con una lunga fila di bottiglie di vino schierate sulla tovaglia, poi larghe fondine riempite di polenta e casseula ( verze cotte con cotenne, pezzi di maiale e salamini) .

Perché a una certa eta’ si festeggia ancora come gli altri, ma con pranzi robusti e sostanziosi, dimenticando colesterolo, pressione alta, disturbi gastrici, cuore aritmico e la melanconia.

Poi formaggi grana e pecorino, torte, caffè e grappini.

Non si scherza sulla pappatoria.

Si ride molto e si ricorda tanto.

Poi, al solito, si fa la conta.

” Io qua sono il più giovane di tutti !”- strilla uno con l’aria di galletto.

“Si certo, a 67 anni tu sei proprio un bambino, che ciuccia grappino invece del lattino !”

” Noi tutti guardiamo te – insinua un altro perfidamente- perché sei il più vecchio di tutti a 76 anni !”

Ecco ci manca nel gruppo un novantenne, anzi un centenario, così, si spera, se c’è arrivato lui perché noi no?

CHE ETA’ TI SENTI ?


Nonno Talpone ha sempre un ricordo preciso di un compleanno, aveva appena compiuto sette anni, era sul balcone della cucina, appoggiato alla ringhiera di ferro, guardava il verde smagliante della magnolia che si ergeva dal cortile davanti a lui e mormorava a bassa voce : ” Come sono vecchio, ha già sette anni !”

Aveva da poco lasciato i giochi spensierati da piccolo e iniziato da tempo la scuola con i suoi compiti, le ore chiuse in classe, stretto nel grembiule nero, con uno stupido collarino bianco e il fiocco blu..

Una prospettiva  di doveri, di regole , di ulteriori responsabilità.

Non poteva immaginare ancora quanto vincolanti sarebbero stati, salvo forse quella breve e illusoria stagione da figlio dei fiori nel 1967.

Con un colpo di testa si era dimesso dal lavoro d’ufficio imposto dal padre, liberandosi di giacca e cravatta per una camiciola di cotone a strisce bianco osata, pantaloni di fustagno amaranto, calzini verde prato, barbone e capelli lunghi, per scoprire una Milano diversa e ribelle, anche un’ Europa in autostop, un mondo incredibile, aperto a tutti gli incontri possibili.

Curiosi questi viaggi nel tempo, in cui le date e i calendari sono come fumi scomposti da un vento bizzarro.

Giorni fa ha scoperto sul blocco di disegno del nipotino, il suo Polipetto,una poesia dedicata ai nonni.

“I nonni sanno fare

i nonni sono quelli che cucinano meglio

quelli che quando sei triste

sanno farti fare un bel sorriso

quelli che non e possibile non ricordare
nella tua infanzia ormai lontana”
Scritto da un bambino di dieci anni dimostra, affetto commovente a parte, che anche per lui il tempo e l’età sono variabili molto personali e capricciosi.
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nella tua infanzia ormai lontana”

Scritto da un bambino di dieci anni dimostra , affetto commovente a parte, che anche per lui la sensazione del tempo e dell’età è una variabilemolto personale e capricciosa

Riflessioni della notte


Nella camera da letto, sul suo comodino, accanto alla lampada a stilo nera regolabile, ad una vecchia radio in legno opaco e all’orologio cipolla a da taschino sono posati sempre due o tre libri con raccolte di aforismi.

Non di citazioni letterarie o filosofiche, ma quelle rare perle di festa dello spirito che sono un piacere sempre rinnovato delle parole nella loro sintetica bellezza.

A lui bastano pochi brani, computati lentamente con la pagina quasi a contatto del naso

Ora è una fatica leggere, ma ne vale la pensa.

Stanotte prima di cercare il sonno mi basta quella di Nicolas de Chamfort :

” La giornata piu perduta e quella in cui non si è riso “

L’artista di casa


Questo lunedì mattina nonno Talpone dopo un lauto pranzo domenicale con visita nipotini si era svegliato pieno di energie.

Aveva guardato fuori dalla finestra le colonne di auto che arrancano in strada, poverini dovevano andare a lavorare.

Aveva fatto una rapida colazione con succo di ACE e due tazze di te indiano, ignorando con un amaro sospiro un grosso panettone di San Biagio.

Dovrebbe ancora smaltire almeno sette chili per tornare ai limiti massimi di non obesità.

Aveva sbrigato un paio di sconfortanti corrispondenze per reclami e ricorsi poi aveva pensato come utilizzare le sue prorompenti energie .

Andare in biblioteca a scambiare un pacco di nuovi audiolibri?

No, il lunedì mattina era chiusa.

Il mercatino rionale preferito era ugualmente non funzionante.

I musei chiusi, i cimiteri per visita parenti lo stesso.

Perché non disegnare qualche figura umana, un paesaggio, una prospettiva interessante?

Aveva tratto dai cassetti matite,penne e colori, sul leggio aveva posto il grosso libro ” Come imparare a disegnare, corso per studenti e dilettanti secondo gli antichi maestri”.

Mentre la sua mente era assorta sulle scelte più congeniali, la moglie si era avvicinata con un libro di medicina riabilitativa e candidamente gli aveva chiesto di riprodurre una serie di ausilii.

Dagli empirei dell’arte ai copriwater rialzabili e ai seggiolini da doccia per parkinsoniani ?

La risposta non poteva che essere la più diplomaticamente evasiva.

Ma la sua Istrice Prussiana aveva insistito piu volte , finendo con un languido ” Ma suvvia, chi è l’artista di casa?”

La mattinata si era conclusa con la riproduzione di maniglie da doccia, copriwater, manici di posate ingrossati che sostenevano forchette distorte per l’uso di invalidi. nonché un gran finale di revisione di un testo sul trattamento dei parkinsoniani.

Quello che si chiama un lunedì mattina creativo.

 

 

 

 

 

 

Il patrimonio dell’umanità


Un lader dei nostri fantasiosi partiti governativi giorni fa ha scoperto che i nonni sono importanti, addirittura un patrimonio dell’umanità.

Ha poi affermato di voler inviare al Parlamento Europeo un vecchio comico d’avanspettacolo , che dai guizzi salaci e sporcaccioni dei film panettoni era per caso passato ad una fortunata serie televisiva sui nonni

Il mondo è pieno di anziani, almeno nei paesi evoluti l’aspettativa di vita continua ad alzarsi.

Siamo stracolmi di persone vecchie, che spesso non vogliono fare i nonni o le nonne, sono troppo impegnati a inseguire una falsa giovinezza ormai perduta.

Quelli che mancano sono i nuovi nati.

Sono i bambini la rarità da scoprire, proteggere e favorire con aiuti, servizi e sostegni alle famiglie.

Diciamolo chiaro: sono i bimbi il vero patrimonio dell’umanità.

Poi oltre a” farli” bisogna stargli vicino, educarli con il proprio esempio, farli gioire e ascoltarli sempre.

Ma questo e un altro discorso vero?

Buon anno !


E’ da giorni che lui alla mattina ad un certo punto esclama con voce squillante ” Buon Anno ! buon anno !  Che meraviglia essere all’inizio di un nuovo anno !”

Come faccio a spiegare a nonno Talpone che ormai siamo agli inizi di febbraio, che le feste sono finite da tempo, che gli arredi natalizi sono stati inscatolati e messi in solaio, salvo qualche pallina colorata dell’albero, ritrovata in angoli oscuri dal gatto Coccolone per suo rumoroso svago notturno e nascosta nuovamente fino all’oscurità successiva ?

E’ anziano il nonno, spesso in letargo, forse per far onore al suo soprannome.

Ma quando si raggiunge una certa eta si entra in un mondo parallelo, con regole, abitudini e pensieri estranei al modo di ragionare comune.

Per esempio quando l’altro giorno è stato mandato dalla moglie ad acquistare due bustine di zafferano, alla cassa ha scoperto che vi era impressa l’immagine di tre cuochi che avanzavano baldanzosi con dei piatti fumanti.

Proprio come quelli usati dalla sua mamma quando doveva preparare il risotto alla milanese.

La magia della loro stufa in ghisa quando per le pentole lei aggiungeva o toglieva i rotondi dischi di ferro e guizzavano fuori le lingue di fuoco, come liberate da una nera prigione.

E quel rubinetto bronzeo situato in basso per spillare l’acqua calda quando il papà nell’angolo della cucina doveva bagnare il pennello di tasso per montarvi un cono spumoso e radersi con quello strano rasoio metallico che si avvitava dall’alto e vi si posava delicatamente la lametta ?

Nonno Talpone rivede e rivive ancora quelle scene come se vi fosse ancora presente, anche se sono passati più di 70 anni.

La gente in fila dietro lui comincia a brontolare, la commessa alla cassa rimane in attesa con in mano le bustine e chiede insistente ” Ma allora le acquista o no? Costano  cinque euro !”

Lui che non ricorda cosa ha mangiato la sera precedente, che dimentica regolarmente qualche acquisto dalla lista della spesa scritta dalla moglie, lui è come intontito, felice di assistere al film a colori di quando era un bambino in calzoncini corti, in quel mondo magico e povero della fine anni quaranta di un altro secolo.

Vi prego non svegliateli troppo bruscamente quando, come lui, li vedete assorti nel loro viaggio nel passato, nella loro breve felicità ritrovata