I NIPOTI DEL NONNO


Sono ripartiti con mamma e papà, ora l’appartamento che avevamo preso in affitto in questa fastosa fricchettona città del sud inglese ci appare troppo vuota e silenziosa.
A dire il vero ora non dovrò più fare imploranti raccomandazioni di non rompere le sedie, non toccare i fragili oggetti orientali da collezione, e non urlare selvaggiamente saltando al ritmo forsennato di musica celtica o di bastonarsi con le spade elfiche di plastica cinese che avevo incautamente acquistato.
Due giorni di respiro e di pulizie, poi questo silenzio ci frastorna e ci inquieta.
Dove sono le risate, i giochi, le carezze, le trovate birichine che illuminavano la giornata?
Sul canale televisivo da loro preferito che alterna cartoons a sequel del Signore degli anelli e alle Cronache di Narnia ho colto un discorso del dio re leone Aslam, tratto da quest’ultima opera:
“Ridete e non abbiate timore. Ora che non siete più muti e privi di intelligenza non avete più bisogno di essere seriosi. Perché il sorriso come la giustizia si deve accompagnare sempre alla parola.”
Queste parole le ho gustate come un balsamo liquoroso e mi sono entrate nel sangue.
Immaginare una creazione della Natura e dell’Uomo da Età dell’Oro.
Non divieti giudaico cristiani tirannici e assurdi, non punizioni sadiche, ma la riscoperta del sorriso e di una quieta gioia.
Così, lasciati i timori e le melanconiche riflessioni sulle debolezze corporee senili mi sento pronto a ritornare ad ascoltare l’amico nonno Talpone, quello che cerca di sopravvivere in ognuno di noi.