Giù le mani !


“Oggi lo so bene, è il 2 giugno, Festa della nostra Repubblica – strilla nonno Talpone – non sono pazzo!”

Lui è inferocito e sostiene che ci stanno rubando le festività più importanti dell’anno.

” Il 25 Aprile è la commemorazione della liberazione dal giogo nazista e la vogliono mascherare da giorno della riconciliazione, e da chi? Dai torturatori?

Il 1 Maggio, giorno dei lavoratori angariati e sfruttati, invece vogliono farne una festa religiosa dedicata a San Giuseppe.

Oggi si ricorda la vittoria del Referendum contro la monarchia, che si era macchiata di codardia con il regime fascista, che poi nelle tragiche settimane di sgangherati balletti con tedeschi e americani è fuggita, lasciandoci schiavi inermi. Ora l’hanno scelta come festa di piazza sovranista della destra.

Basta, oggi uscirò di casa con la mascherina tricolore e metterò la bandiera alla finestra.

Vergogna!”

Povero vecchio nonnetto, tutto si trasforma, si stravolge si dimentica.

Avevano anche cercato di togliere Storia come materia di studio.

La gente non legge più libri, ci si appassiona a rabbiose sceneggiate televisive.

I politici non fanno più comizi, ma comunicano con Facebook e con Twitter.

Le bugie digitali ( fake news ) furoreggiano.

Non si è accorto che quello che dilaga è il virus dell’idiozia.

In attesa


Avevo fatto svariati tentativi di svegliare nonno Talpone dal suo letargo quotidiano.

Una gentile lettrice ha persino scritto, preoccupata per il suo lungo silenzio.

Per questo mi sono deciso a fare decise pressioni perché parlasse e avessi qualcosa da riferire.

Lui, con gli occhi ancora trasognati, ha sollevato il viso dalle pile di libri che ingombrano sempre più la scrivania, chiedendo :” Che giorno è oggi ?”

Quando ho riferito che dovrebbe essere il 27 maggio, lui ha sorriso allegro e giulivo, osservando che era il giorno dello stipendio.

Inutile ricordargli che ormai è in pensione da vent’anni.

Ho invece insistito per chiedergli come stava e come passava il tempo in questo periodo virale.

Non trascrivo le sue parole perché sono le stesse frasi usate il 20 aprile scorso, più di un mese fa.

Deprimente.

Ma da povero segretario, se mi posso permettere un’osservazione, guardandoci intorno ci accorgiamo che la gente è cambiata e non in meglio.

È aumentato il traffico delle auto, aggressivo e impaziente, alcuni negozi e bar sono aperti, biciclette e monopattini elettrici scorazzano spavaldi sui marciapiedi, molti seguono la moda della mascherina al collo, come fosse una cravatta.

Abbiamo sofferto molti contagiati e morti, pochi hanno fatto guadagni enormi e moltissimi sono quasi alla disperazione, altro che vacanze al mare.

Ho timore che la resa dei conti la vedremo tra pochi mesi.