Ci pensiamo noi!


Le scuole sono finite e si vedono più spesso i nipotini, un’occasione di grande gioia per noi nonni.

Certo, ora sono cresciuti, fa ridere chiamarli piccoli quando hanno cambiato il tono della voce, messo su un 40 di scarpe e superano il metro e sessantacinque.

Ma per noi nonni il tempo è spesso rallentato.

Anche i nostri figli di 46 anni li chiamiamo con il nome di ” Cucciolo” , ” Ciccio ” e altre amenità che sono severamente vietati in pubblico.

Probabilmente anche mia madre se fosse ancora viva, quasi centenaria, mi chiamerebbe con tali dolci vezzeggiativi.

Però i figli devono giustamente creare uno stacco con i genitori in età puberale per fare germogliare la loro personalità.

Noi nonni ne siamo esenti.

Possiamo dare consigli, che provenendo da anziani sono meno imperativi, il nonno poi spesso ricorda i giochi, i regali, la gentile permissivitá.

Anche quest’estate avremo la fortuna di essere in loro compagnia per una settimana prima e per ben due poi.

Un’occasione per ascoltarli, giocare, confrontarsi, scoprire insieme qualche cosa di bello e interessante.

Una manna dal cielo per noi nonni, sperando di non suscitare gelosie nei loro genitori.

Papà e mamme rilassatevi, ritornate indietro alla vostra gioventù, fate i fidanzatini!

Ai vostri figli ci pensiamo noi!

Giochiamo tutti a Monopoli


L’inveterata abitudine di conservare le cose invece di buttarle via, come sostiene sempre il Martellus Deus inglese, può rivelarsi preziosa.

Nel capace solaio di casa  il nonno Talpone conserva in scatoloni, vecchie valige e armadietti tutti i giochi della sua gioventù e quelli dei suoi figli e nipoti.

Ieri ha letto sui giornali on line che Salvini, il papà degli italiani, ha fatto approvare dal Parlamento l’introduzione di Buoni del Tesoro di piccolo taglio, o miniboat, per pagare i debiti statali, forse anche le pensioni degli italiani.

L’Unione dei Giovani Industriali li hanno già definiti ” Soldi del Monopoli” come fosse un insulto.

Il ” nostro papà” ha invece ribadito che i suoi italici figli ameranno i minibot.

Anche nonno Talpone è felicissimo ed è subito salito in solaio a prendere la vecchia scatola rossa del Monopoli d’anteguerra, malconcia ma ancora con tutte le banconote, le casette verdi di legno e gli alberghi color vinaccia, nonché le cartelle quadrate delle proprietà fondiarie.

Perché preoccuparsi ancora della sua pensione, che da 18 anni è più o meno ferma alla stessa cifra?

Ora potrà comprare le nuove cartelle fondiarie aggiornate di prossima emissione statale.

Lui ha già scelto: Piazza Loreto, Stazione  di Lambrate, anche via Porpora se può.

Inutile cercare Piazza Duomo, il Cordusio o via Vittorio Emanuele, saranno troppo cari.

Così lui potrà mettere su qualche casetta, magari anche un albergo rosso vinaccia.

Resta il problema di farci entrare gli affittuari, ma nonno Talpone è fiducioso, il Salvini con il suo rosario in mano può sempre fare miracoli.

 

 

500 Candeline


Anche diversi anni fa avevo qualche problema di memoria per cui, con la pazienza del collezionista di francobolli, dal 15 aprile 2011 per evitare ripetizioni avevo trascritto, su fogli quadrettati formato A4, i titoli degli articoli pubblicati sul mio blog.

Tutto era iniziato dopo aver scritto un lungo raccontò sugli inaspettati esiti di un incubo notturno, quelli che abbastanza spesso accompagnano le mie notti.

Questo racconto non l’ho mai pubblicato sul blog per la sua estensione, ma ha portato alla luce il personaggio di nonno Talpone, un doppio, un sosia che mi ha aiutato molto a sopportare melanconia e frustrazioni quotidiane, regalandomi un sorriso liberatorio.

I fogli quadrettati con i titoli numerati si sono moltiplicati, dall’entusiasmo del primo anno sono via via purtroppo scemati fino quasi a cessare lo scorso anno.

Ma ormai nonno Talpone era come un’innocua medicina curativa, mi sentivo depresso senza questo sfogo narrativo.

Così post dopo post mi sono accorto che oggi sono arrivato al numero 500 e ritengo doveroso festeggiarlo.

Prima ringraziando quel burbero, patetico, pazzo personaggio di nonno Talpone, poi tutti quelli che hanno avuto la pazienza e la gentilezza di leggerlo e commentarlo

Dibbuk dispettosi


” Eh no, questo è troppo!

Dove sono i miei occhiali, ieri sera li avevo lasciati sul comodino ! – ha urlato nonno Talpone – e da ieri è scomparsa una delle mie calze ortopediche, dov’è l’altra?”

La moglie, assonnata, ha dichiarato di non saperne nulla.

Così pure il suo gatto Coccolone, che usa frequentare i comodini di primissima mattina, quando alle 6 ronza intorno alle loro teste in cerca di cibo.

” Con quello che costano ! Gli occhiali 400 euro, le calze 95!”- si infuria sempre più il nonno, come un pensionato abbruttito.

E’ senz’altro vero che continuano a sparire oggetti nella casa : orologi, temperini da tasca, tessere tramviarie, penne, libri, cavi da computer e molti altri ancora.

Alcuni ricompaiono dopo una o più settimane, ma non nascosti sotto mobili o poltrone, noo, questi dispettosi si sfoggiano in bella vista su un ripiano del tavolo o della libreria.

Nonno Talpone pensa che devono essere presenti in casa alcuni dibbuk dispettosi, come sosteneva anche il suo autore preferito, Joshua B. Singer.

Forse questi oggetti di notte fonda, quando persino Coccolone dorme, mettono fuori le loro testine, braccine e gambette per prendere vita, ballare e andarsene a spasso.

Potrei anche capirli, ma è un fatto spiacevole costringere un anziano a restare con una calza, senza occhiali,orologio e temperino da tasca, quello svizzero credit card, con penna, forbice, stuzzicadenti, cacciavitini e lente d’ingrandimento.

Questa è pura cattiveria.

Lui ha provato con la preghiera di S. Antonio, i siqueris, la filastrocca della gnoma Fortuna e i 13 consigli 13 della polizia per trovare le cose perdute.

Ora aspetta consigli utili o segnalazioni di ulteriori formule di esorcismo e pratiche divinatorie, prima di chiamare la Disinfestazione Fantasmi.

 

Ti telefonerò alle 9


Ti chiamerò anche stasera alle 9 piccola Juliette, perché tu non ti senta dimenticata e inutile.

Ti chiamerò ogni sera mia cara esile ballerina, con gli occhioni vivaci ed un fondo di tristezza, con la frangetta sbarazzina e il sorriso accattivante.

Ti chiamerò con sincero amore e compassione, anche solo per sapere come stai, come è stata la scuola, per augurarti la buonanotte.

Ti chiamerò sempre, se tu lo vuoi, perché tu ti senta amata, anche a 8 anni, anche solo da un nonno putativo.

Ti chiamerò per non farti credere di essere una bambina cattiva, solo perché tuo padre, dopo aver lasciato la famiglia per la giovane segretaria, ora telefona ogni sera solo a tuo fratello maggiore, ignorando ti completamente.

Non so la causa, forse perché sei vivace e sensibile, perché sei una femmina, perché lui vive nel suo egoismo idiota e distruttivo.

Ti chiamerò sempre, dandoti ogni aiuto possibile, ringraziandoti perché mi dai ancora la grinta, nei miei grigi anni, di combattere la cattiveria umana.

Amori giovanili


Forse la mia percezione della realtà è viziata dalla mia età fisica, per quanto consolata e ironizzata dall’età mentale.

Sto riponendo nell’apposita cartella le ricevute di pagamento per farmacisti e medici, ai fini delle detrazioni fiscali, cosa che avviene quasi giornalmente e non posso essere indifferente a questo dato di fatto.

Però se incontro un conoscente per strada minimizzo e rispondo che tutto va bene, anche per evitare inutili parole, pur essendo cosciente che sto franando poco a poco.

È tuttavia una condizione comune e non una dannazione personale o una persecuzione del ” destino cinico e baro”.

Ora però mi ricordo che nei miei anni giovanili mi beavo quando riuscivo a possedere degli oggetti da tempo sognati.

Era la vecchia bicicletta a bacchette anteguerra di mio padre, passata a mio fratello maggiore di sette anni e poi finalmente di mio esclusivo possesso quando lui aveva acquistato una Lambretta.

Così più tardi con il primo motorino Motomo 48 cc lasciatomi da uno zio.

Per continuare alla gloriosa Lambretta Golden 160 cc, acquistata a rate e di terza mano negli anni di università.

Lo stato di beatitudine arrivó con una 500 malcilenta e arrugginita della mitica Autobianchi.

Il mio sogno dopo anni di autostop nei paesi europei e tanto freddo e acqua.

Aveva anche un nome profetico che allora non comprendevo:” Bianchina ” come la mia futura mogliettina.

Perché quindi non rispettare e sopportare il mio corpo, invecchiato e malcilento?

Restiamo ancora giovani e sforziamoci di amare il corpo che ci hanno regalato, fin che dura motore e carrozzeria.