I SOPRA E I SOTTO


Poco più di due settimane fa, all’inizio di una splendente giornata di sole, avevamo lasciato il nostro storico albergo che dall’alto dominava il mare della Riviera di Chiaia.

Saliti in un vicino taxi, avevamo l’intenzione di lasciare le valige al Deposito della Stazione prima della partenza serale, per poterci godere l’ultima giornata di vacanze napoletane tra i saloni e il parco della Reggia di Capodimonte.

Eppure …Eppure già qualcosa non mi quadrava.

Il taxista quando nonno Talpone, appena salito in auto, aveva iniziato la sua sacrale trattativa ad oltranza per concordare il prezzo del tragitto, ( A me nun me frega nisciuno !) si è sentito rispondere placidamente “ Ma lei paga secondo il tassametro!”.

Già, nell’auto esisteva un apparecchio che calcolava il prezzo della corsa in base al tempo e  i metri di utilizzo !

Lui, infatuato dall’aria levantina di Napoli, se l’era bellamente scordato.

Risultato: arrivati alla Stazione pagò la metà della cifra faticosamente concordata cinque giorni prima per fare il percorso inverso.

Ma non era finita: al Deposito Bagagli una piccola folla inferocita assediava un omino in camicia, semi-barricato dietro la porta a vetri che urlava “ Siamo in sciopero, è chiuso !”

“ In sciopero? Ma perché? E fino a che ora ?- chiese smarrito nonno Talpone.

“ Da sedici giorni siamo chiusi qua dentro a scioperare !- gemette l’omino con voce ormai strozzata.

Risultato: il consiglio dei quattro vecchietti a maggioranza decise di acquistare subito altri biglietti per correre sul primo treno che li avrebbe riportati a Milano.

Una decisione rabbiosa, improvvisata e folle, con un coro di voci che mugugnavano “ A Milano! Là sì che le cose funzionano!”.

Infatti poi lassù hanno votato la Lega Nord e il corteo dei nanetti lestofanti.

Ma sul treno, mestamente, Talpone guardava allontanarsi la sua Napoli inondata dal sole e, lasciato ogni disappunto, gli venne in mente che forse l’omino in camicia e i suoi colleghi erano mesi che non ricevevano la paga, come le altre addette alle pulizie della Ferrovia Cumana.

Lavorare anche senza paga ? Sembra che anche a Napoli sia un’amara realtà.

L’alternativa sarebbe la disoccupazione senza fine, quindi ci si aggrappa al lavoro che si ha, con la rabbiosa determinazione di un naufrago al suo relitto.

Da Firenze in poi trovammo solo pioggia che ci inondò fino a Milano.

Come un bambino deluso da allora mi sto ripromettendo “ Tornerò Napoli, tornerò !”

Anche con l’amarezza e la rabbia per il tuo stato di abbandono di capitale defraudata, sfregiata da crolli di palazzi, umiliata da roghi criminali al tuo gioiello di Città della Scienza a Bagnoli.

La pazienza è tanta e la speranza non dovrebbero mancare mai.

Anche se una signora diceva “ Ma quale sinistra e destra, qua ci sta il partito dei Sopra e dei Sotto. Noi magari siamo messi pure in cantina”: