DIETA LIQUIDA


Sei giorni fa il ribollire feroce del suo ventre gli aveva fatto dare addio, o meglio arrivederci, alle belle spaghettate saporite e piccanti, agli arrosti tartufati, alle acciughe salate sul pane imburrato e a tanti piattini che non osava ricordare per non rendere più acida la sua pena.
Dieta liquida aveva ordinato perentorio il suo medico.
Lui aveva assentito, con stanca rassegnazione, in fondo la sua cantina era abbastanza rifornita, anche in caso di assedio, vi aveva da poco contato più di trecento bottiglie, allineate ordinatamente come soldatini etichettati sulle capaci mensole di legno.
I nomi erano un’armonia di suoni melodiosi e olfattivi : Barbera, Bonarda, Gutturnio, Dolcetto, Cabernet, Marzemino, Freisa.
Per non dimenticare i suoi bianchi . Chardonnay, Ortrugo, Ghevurtz Traminer, Prosecco e spumanti vari.
Solo un bicchiere beninteso,aveva pensato, sarebbe stato moderato.
Le sue inebrianti fantasie furono interrotte dal suo vecchio amico psichiatra che gli metteva in mano due pillole di antibiotico.
“ Bevi e mandale giù subito – aveva ordinato.
“ Con l’acqua ? – aveva osservato il suo paziente con un certo disgusto.
“ Certo acqua sempre e mi raccomando, solo dieta liquida: brodini vegetali, tè leggeri e qualche frammento di patata lessa.”
“ Ma come acqua, ti ricordi tutte quelle sere in pellegrinaggio nelle osterie dei Navigli, felici tra bottiglie, caraffe e mezzi litri, tra parole speranze, sogni e il futuro ci sorrideva quasi sempre ?”
L’amico dottore aveva accennato un vago sorriso, ma gli aveva ordinato di vuotare il fatale bicchiere.
Talpone aveva ingoiato paziente le pillole e vuotato il bicchiere, ma per un attimo il sapore del liquido gli era sembrato come impregnato di quei lontani aromi proibiti.

SOGNAMO DI VOLARE


Una parte del corpo di nonno Talpone evidentemente aveva nostalgia della recente crisi di diverticolite, così da un paio di giorni lui sente il ventre carico di sassi aguzzi rotolanti.
Si ripete il dolore e il digiuno, forse potrebbe anche dimagrire.
Steso sul letto con la copertina di lana dell’ Union Jack lui vi si abbozzola e dopo poco si immagina come un bimbo di essere inserito in una capsula spaziale, perso tra stelle e galassie lontane.
Al suo fianco è sdraiato a fargli compagnia il suo gatto bianco e nero, che gli socchiude gli occhi con complicità felina, ma tiene lo sguardo attento anche oltre i vetri della camera, per cogliere un eventuale passaggio dei piccioni in volo.
Forse li vorrebbe catturare ?
No, lui scruta da troppo tempo il cielo vuoto, strizza ancora una volta gli occhi, sospira ed emette un basso miagolio lamentoso.
Nonno Talpone crede che sia possibile che anche il suo gatto possa sognare.
Si, forse immagina di avere un paio di ali pelose bianco e nere, per librarsi nel cielo plumbeo milanese e volteggiare felice nell’ampio spazio.
Quello che potrebbe fare incrociando un pennuto non lo posso immaginare.
Ma oggi mi sento ottimista, forse lo saluterebbe con un amichevole miagolio, troppo beato della fortuna capitatagli.
Qualcuno potrebbe osservare che il gatto Coccolone soffre di vertigini, che non osa avvicinarsi troppo alla ringhiera dei balconi, che un ripiano più alto di un tavolo, su cui si innalza faticosamente solo con un gradino intermedio, gli darebbe subito il capogiro.
Ma questo non ha alcuna importanza quando noi sogniamo ad occhi aperti.

UNA PARTENZA AVVENTUROSA


Un mese fa era avvenuta una cosa incredibile, un sogno covato decine di anni prima e finalmente realizzato : un viaggio a New York on the road, ovvero da soli.
La preparazione nei mesi precedenti era stata accurata e calibrata: una notte a Bergamo, due notti a Brescia, cinque giorni a Lisbona, sempre da soli, io e lei, la mia Istrice Prussiana.
Ora finalmente il grande passo della traversata dell’oceano e la scoperta del Nuovo Mondo.
E non ridete voi under settanta, questa era vera avventura, anche se mi ricorda un vecchio libro, “ Due milanesi alle piramidi “ di Luraghi.
Quindi eravamo riusciti a salire sull’aereo giusto dopo tre giorni di ansie, programmi e progetti, togli e metti nella grande valigia, pesa e controlla sulla bilancia il carico consentito.
Portate le guide turistiche, le planimetrie della città formato lenzuolo, gli appunti dei consigli del figlio Martello di dio sulle cose da non perdere assolutamente.
In uno zainetto friendly nonno Talpone aveva inserito il libro di Paolo Cognetti, una guida Touring, due paia di occhiali, tra l’alto inservibili dato che con una nuova cataratta non vede come una talpa, una lente d’ingrandimento dieci per cinque,una Settimana Enigmistica e le sue ciabatte bianco perla.
Perché lui è furbo, nove ore in aereo con le scarpe ti lessano i piedi.
Al Dutyfree Shop aveva prudentemente acquistato una magnum della marca di whisky blended preferita.
Perché noi anziani siamo uomini di spirito e ciabatte.

AGITAZIONI


23 febbraio 2018

E’ stato troppo agitato per scrivere.

Le partenze sono diventate una forte preoccupazione, quasi un gioioso tormento. Negli ultimi anni il fenomeno si e’ accentuato, insieme al desiderio di viaggiare ancora di più.

Dato che nonno Talpone si considera ( povero lui) saggio e previdente, una decina di giorni fa aveva imposto alla moglie una gita turistica di rilassamento culturale come preparativo a più avventurosi viaggi.

In casa sua era rimasto uno di quei micidiali Smartbox che ci regalano a Natale e che stava per scadere.

Per intenderci quelli che promettono villaggi turistici e alberghi a quattro stelle.

Peccato che in realtà si trovino alle periferie delle città d’arte e spesso senza camere disponibili a meno di prenotare due o tre mesi prima.

Pero’ volete mettere una notte fuori casa, un tranquillo viaggio in treno per evitare i fastidi del traffico, il ritornare turisti curiosi e pronti allo stupore delle bellezze, la scoperta di ristorantini vecchio stile con manicaretti locali?

Tutte queste aspettative bilanciavano lo stress dei preparativi del viaggio e ci avrebbero facilitato nel prossimo soggiorno nella lontana Inghilterra per assistere, dopo ripetute e pressanti richieste, il loro piccolo figlioletto , 41 anni, chiamato anche Il Martello di dio.
Come meta turistica preparatoria fu scelta Brescia.
Dopo quella di Bergamo dello scorso ottobre, quattro mesi dopo sembrava giusto spingersi più in là verso l’ignoto.
Chissà magari tra un paio d’anni arriveremo a Venezia., verso gli ottanta anche a Trieste.
Però che viaggio avventuroso: la linea ferroviaria in riparazione con la Freccia a passo d’uomo, l’albergo in periferia davanti ad un muro scrostato di un ospedale, la famosa Pinacoteca e il Castello chiusi, come pure alcune basiliche.
In giro con l’ombrello quando il meteo sullo smartphone garantiva pioggia, per essere poi bagnati da un furioso acquazzone quando il maledetto aggeggio garantiva il sole.
Però il Talpone e signora si sono regalati pranzo e cena alla vecchia e onorata Osteria al Bianchi, per gustare specialità come casoncelli al burro fuso, pappardelle alla crema di asparagi, rognoncini trifolati e il pregiatissimo Manzo all’olio.
Al ritorno a casa nonno Talpone ha dovuto consolare il suo gatto Coccolone.
” Caro mio che freddo e che fastidi, beato te che sei rimasto qua al calduccio !”
Però subito dopo le coccole, preso da rimorsi, gli ha versato una dose extra di croccantini al formaggio e due palline di carne trita cruda di prima scelta.

INDIGESTIONI


Non si può spiegare quanto sia difficile e penoso riemergere da un’intossicazione di serial televisivi di Netflix unita alla compulsiva visione di film anni ’50 su Youtube.
La colpa è mia non di nonno Talpone, il quale ha continuato a mormorare ,canticchiare e adirarsi dentro il mio cervello.
Lo ammetto, questa indigestione sedentaria di storie ben recitate, Mad Men, Grace and Frankie, Better call Saul, Braking Bad, con 13 episodi da 45 minuti per un numero variabile da 3 a 13 stagioni mi ha plagiato per mesi.
Un piccolo assaggio di una serie suggerito dai miei figli è stato come il classico boccone gustoso posto sull’amo.
Il risultato è stato un appesantimento cerebrale e fisico, che nel secondo caso mi ha portato al quintale di peso sforma.
La triste realtà si è manifestata con il cambio stagionale dai pantaloni elasticizzati invernali a quelli normali di mezza stagione.
Al quinto paio scartato poiché la loro chiusura avrebbe richiesto ancora cinque o più centimetri di stoffa ho capito che occorrevano misure drastiche.
Quindi portate di cibo più modeste ( odio il termine dieta ), niente tavolette di cioccolato alle nocciole, colomba pasquale, casatiello, pizza umbra al pecorino, cassata siciliana.
Camminate forsennate da 10000 passi per la città invece della comoda poltrona davanti alla televisione, la riduzione della bottiglia di vino al solitario bicchiere, magari in più versioni ridotte per ingannare il gesto.
Ecco, ora sono pronto ai tuoi sproloqui nonno Talpone.
Più sveglio ed attento, con lo stomaco che reclama.
I serial televisivi interessanti erano ormai finiti.

AMORE DOPO I 70 ANNI


Esiste ancora l’amore dopo i 70 anni?
Per me sì, in ogni età si può essere presi e sconvolti dall’Amore.
Non parlo di sesso in senso stretto, ma dall’emozione che ci sovrasta in modo preponderante e che rende secondaria ogni altra funzione cerebrale.
Certamente dopo molti anni che si sta insieme i sentimenti reciproci si evolvono e si moderano assai, dopotutto è passato mezzo secolo dal primo bacio fatale.
In effetti nelle nostre case si possono ascoltare ancora paroline dolci dalla nostra amata:
“ Amore mio piccolo!
Tesoro mio unico !
Come si fa a non volerti bene?”
Un osservatore superficiale potrebbe pensare che queste espressioni affettuose fossero rivolte al marito al compagno di vita, quello del “ fin che morte non vi separi “ e così via.
Ma avete già capito che sono rivolte invece al cagnetto , al gattino di casa, se non al criceto o al canarino.
Nonno Talpone è fortunato, la sua Istrice Amorosa si comporta diversamente dalle altre mogli.
Stamattina mentre usciva dalla porta per andare dalla parrucchiera gli ha detto con voce flautata:
“ Porti giù te i quattro sacchi della pattumiera, passerotto ?”

POLENTONI E TALPONI


Viva l’appetitosa unità d’ Italia che amo : spaghetti e melanzane o con la pummarola in coppa, orecchiette e cime di rape, bucatini all’amatriciana, ciriole ternane bianche e rosse, lasagne alla bolognese !
Ma come milanese da almeno cinque generazioni grido anche: Viva la polenta !
Eh si, sono un polentone goloso e orgoglioso.
Il problema con la polenta è come insaporire quell’impasto giallo e sodo.
Ai tempi di mio nonno si usava ungerla con lo strofinamento su un’aringa.
Solo alle feste si usava un sugo con qualche lardo o carne di poco costo.
Per mia fortuna nei primissimi anni ’50 mia madre poteva preparare un ragù di pomodoro ricco di carne trita e pezzi di salsiccia sottile, la nostra Luganiga.
Lei è morta ancor giovane nel 1954ma ricordo bene come la preparava e la polenta pasticciata è uno dei pochi piatti, forse il solo, per cui sono rinomato e ricercato.
Ottengo sempre plausi da amici, famiglia e persino da mia moglie, ipercritica in cucina.
Però essendo anziano volevo mantenere in famiglia i piccoli segreti della mia ricetta, che risulta più complessa rispetto alle indicazioni dei vari libri di cucina.
Uno dei miei fedeli estimatori è mio nipote, lo Scoiattolino di undici anni.
Così di prima mattina, domenica scorsa, lui si è fatto portare a casa mia, munito di fogli protocollo e penna, per osservare e cucinare personalmente gli ingredienti e curare la tempistica relativa.
Il risultato, dopo quattro ore di cottura è stato un clamoroso successo per il nipotino, ora la sapienza talponesca potrà essere trasmessa alle future generazioni.
Il fratellino minore, che era impegnato nella settimanale partita di calcio, aveva in seguito giustamente protestato per poter imparare lui stesso i segreti del famoso ragù del nonno.
Sarà accontentato e non dimenticherò anche i due recenti nipotini adottivi, Jacopo Braccio di ferro e Giulia Fraccina la ballerina, per l’insegnamento completato da un pantagruelico pranzo a base di polenta alla Talpona.
Lasciate che tutti i piccoli vengano a me, come mi sembra dicesse il Vangelo, qua si mangia saporito.

ANNUNCI DI PRIMAVERA ?


L’aria non era più fredda e gelida questa mattina, pareva essere mitigata da una pioggerella fine, quasi allegra.
Nei giardini e nei campi i bulbi cominciano a far spuntare le loro foglioline verdi che punteggiano dei monticelli di terra e delle buchette dove si potrebbe veder affiorare il musetto baffuto di una talpa.
Ormai da giorni siamo tornati nella grande città metropolitana, dove le buche nell’asfalto sono tante, purtroppo coperte da pozzanghere scure.
Non da queste, ma da un antico portone vedo emergere nonno Talpone, con gli occhietti miopi e vacui, una notevole rotondità al giro vita e la solita aria spaesata di chi si desta da un lungo letargo.
“ Buongiorno capo ! – lo complimento subito – Che fresca pioggerellina, sembra un annuncio di primavera ! Come stai, hai passato bene le vacanze ?”
Lui mi scruta e cerca di mettere a fuoco la vista, poi borbotta sdegnato :
“ belle vacanze davvero ! Ho dovuto festeggiare quattro Natali, perché i figli quest’anno li hanno voluti anticipare per passare quel fatidico giorno per conto loro.
Quattro pranzi pantagruelici, anche per questo mi sento appesantito e ho la sensazione di aver passato quattro anni, avvicinandomi così all’ ottantina.
Poi in Umbria alla vigilia ci è bruciato il letto con materasso, lenzuola e coperte.
Due giorni dopo in una notte di vento e tempesta nel tornare a casa , in un ripido pendio si è rotta la macchina, così abbiamo arrancato al buio per quattro chilometri, sbattuti dall’acqua gelida.
La moglie poverina il giorno dopo si è messa a letto con un febbrone e una bronchite cavernosa che quasi non mi faceva dormire.
Per accudirla ho dovuto restare chiuso dentro, davanti al camino fiammeggiante e mi sono appesantito di dieci chili, anche se forse non si notano.
In ultimo prima della partenza ci è fuggita la gatta e poi …”
Gradualmente ho avuto la sensazione che la pioggia fosse tornata gelida e invernale, così mi sono scusato e mi sono allontanato in fretta.
Gli anziani sono tanto cari, ci riportano a piacevoli ricordi lontani, ma bisogna dire che talvolta diventano lagnosi.
Comunque ben tornato nonno Talpone.
A proposito ti sei ricordato di fare la domanda per essere inserito nella lista delle specie in via di estinzione?

LEGGI ?


Sono cominciati i primi freddi e come tutti gli anziani anche nonno Talpone ne soffre, ma essendo molto previdente ha ragionato in questo modo “ Internet dice che in Italia calerà un gelo artico, chiamato Attila, meglio premunirsi con un paio di pantaloni pesanti, meglio se con tanti tasconi laterali, così ci posso infilare tutto.”
Convinto del suo saggio ragionamento si è recato in un grande magazzino sportivo nel centro di Milano.
Dopo essersi perso inutilmente tra i vari corridoi di vestiario e scarponi ha chiesto aiuto ad una giovane commessa, magra , altissima e dotata di un enorme casco di capelli biondi e ricci.
Così è stato guidato in un settore in cui erano in mostra i famosi pantaloni imbottiti con tasconi laterali.
Lui ha tastato le stoffe con pretesa aria di intenditore, non capendoci nulla perché era senza moglie, così ogni volta chiedeva se un capo era ancora più pesante del precedente, perché Attila non va sottovalutato.
“ Attila ?- ha chiesto stupita la ragazza – Vuol dire per il freddo, allora leggy !”
“ Su questo non c’è problema .– ha esclamato nonno Talpone con un senso di sollievo – Io leggo molto, sa adesso ho trovato su una bancarella una biografia di sant’Ambrogio e il mondo romano della decadenza, sa che ha rivoluzionato l’antifonario …”
Ma la bionda commessa correva a passo veloce verso un corridoio laterale, inseguita dal nostro che stentava a parlare e inseguirla nello stesso tempo.
“ Ecco i leggy “ Ha profferito lei con aria soddisfatta, mostrando una serie di calzamaglie blu .
“ Ma questi sono come i mutandoni di lana che mettevo da bambino, erano rosati e pizzicavano molto, erano freddi gli inverni degli anni quaranta, lei non se li può ricordare, ma sono di lana anche questi e danno prurito ?”
“ Lana al 20% e acrilico, sono elasticizzati, antiallergici e misura unica.”
Messigli in mano le brachette blu leggy e il super panta imbottito, lei si è invola via verso altri clienti senza ascoltare la scoperta dell’antifonario ambrosiano.
Mutandoni di lana o leggy il povero nonno Talpone sta prendendo coscienza che qua nessuno lo ascolta e che oltre a tacere lui deve imparare l’Italiano Moderno.

ANCORA QUA


Suona il telefono, mia moglie è felice di sentire la voce del nipotino più piccolo.
“ Tutto bene ? Come stai ? Alla scuola tutto a posto ? Come, devi fare una ricerca sui nonni ? Chi è stato il nonno più anziano dalla parte maschile del papà ? Glielo chiedo subito. “
“ Talpone chi è sopravvissuto di più dei tuoi, papà, nonni, bisnonni ? Serve per il compito di Polipetto “
“ Dunque, mio padre a 69 anni, gli altri tra i 50 e i 65, a parte quello che si è suicidato a 35 per la disperazione della perdita di una grossa somma prestata ad un amico …”
“ Forse sono io quello che è campato più a lungo, ma che strano !”
“ Ecco, piccolo cocco della nonna è il nonno Talpone quello sopravvissuto più a lungo per ora.”
Già, come certi pesci preistorici che salgono dalle profondità oceaniche.
Non lo sapevo di essere, nel mio piccolo, un fenomeno scampato per caso e dimenticanza alla fine partita.