Cos’è l’amore ?
Perché si trasforma, si nasconde, balza fuori all’improvviso e ti toglie il respiro, il sonno, sembra sopito come quei mucchi enormi di cenere dei falò autunnali che poi mandano fuori fiamme vivaci e guizzanti ?
Nonno Talpone più ci pensa e più ne è affascinato, l’ha già detto e scritto, scusatelo.
Dopo la tre giorni, non quella ciclistica, ma la full immersion con i nipotini, l’argomento amore era tornato prepotente nei suoi pensieri.
Così mentre in treno stavano viaggiando per andare a trovare al mare una parente e l’istrice sonnecchiava stravolta nel suo posto vicino al finestrino, nonno Talpone scribacchiava, cancellava e riscriveva sulla sua moleskine i versi di una poesia d’amore per dar sfogo ai suoi rovelli sentimentali verso l’amata.
Le sei ore di viaggio, tra andata e ritorno, avevano prodotto pagine piene di cancellature dei suoi versi lirici ed enfatici.
Alla sera dopo una revisione finale nonno Talpone tutto tronfio ha stampato la sua poesia e dopo cena l’ha presentata timidamente alla consorte.
L’Istriciotta l’ha letta attentamente a lungo, Talpone fremeva e già pensava ad un disastro, poi lei ha alzato i suoi occhi verdi ramarrosi e ha mormorato “ E’ bellissima, grazie per il regalo, come posso ricambiarti ? “
Infine con uno sguardo birichino “ Non so comporre versi, posso però scriverti una relazione sulla riabilitazione occupazionale del deficit cognitivo ? “
Mese: giugno 2011
DUCA GNOCCO
Siamo in allenamento preolimpionico.
Tre giorni e tre notti con i nipotini, mentre i genitori sono a Bari per un matrimonio di amici.
Poi una settimana al mare con loro e infine ben tre settimane in campagna giù in Umbria.
Passare dal pomeriggio del mercoledì a tre giorni e tre notti è già uno sforzo e un piacere notevole, per il resto si vedrà, la filosofia di nonno talpone è fatalista.
L’istrice prussiana è già in movimento frenetico : due pentoloni di ragù sceltissimo, scorte di gnocchi e tagliatelle, ravioli rana, petti di pollo e di tacchino, bistecchine, merluzzetti.
Pensa di farli ingrassare di sette chili in tre giorni.
Si sono tirati fuori e puliti tutti i giochi dei vari bauli, fatte scorte di gessetti, penne, matite colorate e pacchi di fogli da disegno.
La nonna ha previsto di preparare con i nipotini la solita torta di cioccolato e zabaione, con conseguente pittura sulle piastrelle della cucina.
Non importa, è lei al comando, io sono l’addetto ai disegni di preparazione delle varie cose da colorare e il cavallo di trasporto, in fondo sono quasi disabile, di certo sbaglio tutto.
Sono nonno sbaglione, a volte Hulk, che poi a me sta antipatico da sempre, ma le parti da recitare le danno gli altri.
Lo scoiattolino ha deciso che vuole mangiare solo gnocchi al ragù, con porzioni gigantesche.
Magari per finire due pomodori di stazza media, qualche ciliegia e la mela finale, sbucciata dall’addetto ovviamente.
Ora dopo tre pasti sempre uguali ha deciso di cambiare nome, si vuol chiamare “ Signor Gnocco al Ragù “.
Ritiene che abbia un che di nobiliare e cavalleresco, per me va bene signor duca Gnocco , al Ragù naturalmente.
CURE SPERIMENTALI
Il piccolo scoiattolo, uscito dall’asilo, corre spericolato lungo il marciapiede, inseguito dal ballonzolante fratellino.
La meta è vicina : il cancello di ferro d’ingresso, quello che separa il cosiddetto villaggio “ in “ dalla periferia “ out “ di Milano.
Si arrampicano faticosamente sulle sbarre di chiusura e aspettano il nonno che sta arrivando a dieci passi di distanza.
Il gioco è stare aggrappati ai ferri mentre la porta viene da lui aperta e fatta ruotare su sé stessa.
Questa volta però arriva dall’altra parte un vecchietto irascibile che urla come un forsennato “ Giù di lì, cosa fate ? Siete pazzi ? “
I piccoli si calano giù intimoriti, lo scoiattolino comincia a piangere, arriva il nonno, apre il cancello e guarda l’isterico, questo ammutolisce, ma ormai la gioia dell’uscita dall’asilo è rovinata.
La nonna cerca con dolci parole di calmare il bambino, che singhiozza a dirotto.
Il fratellino piovretta, di stampo più coriaceo, cammina serio ma senza lacrime.
Nonno talpone prende in braccio il suo piccolo disperato, gli promette che domani tenderanno un agguato al vecchio bizzoso e, se urlerà ancora, gli daranno una mazzata in testa.
Niente.
Allora talpone mima un forsennato scroscio di manate sul fantasma di quel trucido gnomo urlante e assicura che per lui è cosa da niente, lui è forte come Hulk e potrebbe sollevare anche un’auto ; si guarda intorno, si avvicina a una piccola utilitaria e cerca di sollevarla.
Naturalmente quella non si sposta di un millimetro, lo scoiattolino frena le lacrime ma resta scettico, prigioniero della sua grande paura.
Talpone allora tira fuori dal sacchetto dei giochi, tra palloni colorati e pupazzi di spiderman, una grossa auto di plastica e fa vedere come lui la fa volare via.
Niente, non convince nessuno, anche la piovretta lo guarda poco convinto.
Va bene, nonno talpone non può far vedere i suoi muscoli da Hulk, non è giornata.
Allora prende lo scoiattolino sulle spalle e comincia a saltellare sotto i rami degli alberi più bassi.
Gli ondeggiamenti non sono la cura migliore per il suo mal di testa e le vertigini di cui soffre da tempo, ma il momento è grave, occorrono rimedi estremi.
Mentre corrono, il piccolo comincia a ridere e a strappare le foglioline dai rami, la piovretta li segue chiedendo di salire a cavallo anche lui.
Andiamo tutti verso i giardinetti esterni, talpone sempre saltellante sotto i rami più bassi e vicino alle alte siepi di recinzione delle villette lungo la strada.
Lo scoiattolino ha un’idea meravigliosa per curare la testa del nonno.
Strappa i fiorellini dei gelsomini e glieli infila nelle orecchie, strizzandoli ben bene.
Strappa anche foglioline e rametti e li frulla nei condotti uditivi di nonno talpone che urla fingendosi terrorizzato.
Ormai lui ride a piena gola, gorgheggiando felice, in un convulso di strilli e sonore risate.
Arrivano a gran trotto ai giardini, il nonno albero che spande intorno fiorellini e foglie, il nipotino anche lui urlante che da gran manate al suo testone.
Poi lo scoiattolino scende dalle sue spalle e corre felice verso gli scivoli e nuovi giochi, arriva infine il fratellino che reclama la sua parte di cavalcate.
Ma dovrà aspettare, l’animale è stanco, deve riposare su una panchina, dategli una piccola tregua.
Stanco senz’altro e dispiaciuto che la nuova cura sperimentale dei gelsomini non ha avuto molto successo, ma l’allegria dei piccoli si, stavolta l’ha conquistata.
QUESTA SPECIE D’AMORE
Nonno talpone è vecchio, scherzando lui dice che ha cent’anni, anzi cento e uno.
Capisce e si confronta con quelli della sua età e i pochi di lui maggiori, ovviamente.
Lui capisce i bambini, dicono “ per forza è un nonno, poi anche per demenza senile “
Comprende e si confronta anche con i giovani di venti o trent’anni, questo più raro, perché pochi si ricordano di ascoltare e di ricordare quando erano così giovani anche loro.
Per questi motivi nonno Talpone certe volte si stupisce di sé stesso, di questa comprensione generale, perché dimentica che quando ci si analizza si scopre la propria umanità.
Ma rimane sempre un grande mistero che lo affascina e non manca mai di stupirlo, è l’amore.
Le sue varietà, i suoi gradi di passione e di sofferenze, i suoi variegati meccanismi, insomma questa galassia tanto esplorata e pure sconosciuta.
Lui spesso scherza per il suo legame con l’Istrice Prussiana, i suoi litigi, i suoi ricordi, l’affetto che ancora riscopre, insomma la quotidianità di questo stare insieme.
Lo guarda sempre stupito e lo veglia con ansia, paura e passione, gioia e rabbia, incredulità e tenerezza questo rapporto profondo e contrastato.
Perché questa è la sua versione unica e dolcissima di specie d’amore.
LA TORTA
Sono riuscito a ricevere da un amico la foto della torta matrimoniale, opera serale del Tasso Irlandese Badger, che avendo appena completato in tempo i bilanci della sua ditta di charity dopo giorni di folle lavoro, aveva trovato anche il tempo, la sera della vigilia matrimoniale, di preparare questo capolavoro dolciario.
Ottima oltretutto, nonno talpone ne ha divorate due grandi fette dopo una serie di portate precedenti .
Che marito d’oro ha trovato mio figlio.
Gli altri vanno alla festa di addio al celibato, a sbevazzare nei locali osé con gli spogliarelli, lui invece sta a casa a preparare la torta matrimoniale.
L’ho sempre detto che il Martello di dio ha una fortuna sfacciata.
Ho saputo inoltre da più fonti attendibili un gustoso pettegolezzo sull’ormai passato matrimonio del secolo.
Al culmine della cerimonia, i miei due nipotini erano stati incaricati di consegnare i cofanetti delle fedi agli sposini, lo zio Martello e lo zio Tasso.
Al ritorno ai banchi dei genitori il più grande, lo scoiattolino, ha pensato che gli zii fossero fratelli, dato che nonno talpone nel suo discorso aveva detto che ormai lo zio Tasso Irlandese era come un figlio nella sua famiglia.
Pertanto, lasciata perdere ogni precedente dichiarazione di voler impalmare la bambina dai capelli rossi amica sua, ha dichiarato rassegnato “ Beh allora quando sarò grande dovrò sposare anch’io il mio fratellino “.
L’INTERPRETE
Dobbiamo sostituire la mamma che va alla riunione scolastica dell’asilo.
Appena entrato nella casa dei nipotini nonno Talpone viene accolto dalla frenetica piovretta che gli salta al collo.
L’altro, lo Scoiattolino è troppo impegnato ad attaccare le figurine autoadesive dei super eroi sul suo album.
Appena messo a terra il nanetto si mette a tirare con tutte le sue forze la mano del nonno, strillando “ Veni a ffare il bufo “.
Nonno talpone, permaloso com’è, si inalbera subito, si blocca e dice “ Un po’ di rispetto nanetto, non voglio fare il buffone, capito ? “
Il piccolo Scoiattolino allora alza la testolina ricciuta dal suo album e spiega paziente “ Ma no, nonno, lui voleva dire se vai di là a prendere la lavagnetta per costruire il gufo con i chiodini colorati “
Altra figuraccia di nonno Talpone, ma come si fa a giocare con i nipotini senza un interprete ?
MERCATINI RIONALI
Nonno Talpone ha sempre amato i mercatini rionali, le fiere, le bancarelle, in modo particolare quelle di libri usati e di ferramenta.
Da quando è in pensione se può li frequenta quasi ogni giorno, anche se certe volte si fa irretire dalle offerte dei vari supermercati e discount.
Ma i mercatini sono uno spettacolo di umanità imperdibile, quindi non è necessario comperare qualcosa, basta osservare.
Talpone pensa addirittura che sarebbe disposto a pagare un piccolo obolo per lo spettacolo offerto.
Detto questo, stavolta doveva acquistare frutta e verdura per la famiglia, cosa non tanto semplice, dato il controllo vigile e i giudizi critici di sua moglie, l’istrice prussiana, che pretende qualità ottima, mentre lui, particolarmente ossessionato dalla crisi economica mondiale, tende più ad un ipotetico risparmio.
Al solito banchetto preferito ( lui ha ormai individuato un punto ottimale in ogni mercato settimanale ) aveva fatto acquisti oculati e vantaggiosi, in seguito stranamente approvati dal suo supervisore prussiano.
A pagamento avvenuto, con le borse in mano, nonno talpone vede dietro di sé un vecchietto iracondo, montato su una grossa e vistosa bicicletta chopper, con specchietti vari e campanelli, munita di un corno di bue sul cestino anteriore che si mette a gridare :“ Che Allah di qua e Allah di là, dammi un chilo di ciliegie e che siano buone, voi non lavorate e avete case e tutto quanto ! “.
Il mio povero ragazzo del Bangladesh sorride modestamente e comincia svelto a servirlo, ma nonno talpone non sa resistere dall’esclamare : “ Non si bestemmia, non si deve bestemmiare vero ? “, rivolto al suo amico.
Lui mi guarda con uno sguardo mite e dice : “ Che vuoi, lui è cristiano ! “.
Rimango stupito e vergognoso, bloccato dalla voglia di iniziare una discussione o un litigio, io sostanzialmente agnostico riesco solo ad aggiungere :” Sono cristiano anch’io, ma leggo e rispetto il Corano e ogni religione, dico solo che non è giusto bestemmiare “.
Me ne vado via commosso per la battuta tollerante del giovane musulmano e vergognoso di essere nato cristiano e italiano come l’altro vecchietto.
Mi viene in mente la vecchia novella medioevale dei tre anelli, sulla vera base comune di tutte le religioni, mai così attuale in questo mondo ignorante e settario.
Se non basta la saggezza dei libri, bisognerebbe portare in televisione dei programmi sulla tolleranza verso gli altri, per moderare la stupidità e i pregiudizi degli ignoranti, una cosa quasi da “ RAI Storia “.
Figuriamoci, domenica è previsto il raduno folcloristico della lega padana, mi sembra di vivere in una serie di “ Star Trek “.
IL MESTIERE DI PAPAâ
Ci sono momenti di riflessione, di melanconia, di svuotamento, di pausa.
Giorni in cui agisci come un automa, svolgi i tuoi compiti quotidiani, parli e ascolti, ma come dietro una lastra di vetro.
Niente di grave se queste sensazioni sono passeggere.
Fortunatamente io ho nonno talpone che mi tiene compagnia.
Lo tengo, se posso, un po’ al guinzaglio, perché di tendenza è esagerato in ogni cosa.
Difficile adesso, dato che barcollo già del mio.
Talpone però mi ha fatto ricordare un fatto lontano, sia per farmi tornare il sorriso, sia per dimostrare che non è solo ora con il blog che ci conosciamo.
E’ ora che ci accettiamo per quello che siamo, dobbiamo convivere e sopportarci.
Molti anni fa, da trentenne, indossavo sempre giacca e cravatta, giravo con una valigetta ventiquattrore di pelle verde oliva, ero considerato una persona seria e regolarmente inserita nella società.
Portavo un borsalino blu scuro, un gran paio di baffi castani e fumavo pipe di radica inglese.
Mi consideravo un tipico borghese, dignitoso come sognava mio padre, morto pochi anni prima, felice che avessi finalmente un lavoro fisso e ben pagato, con i contributi per la pensione, come diceva lui.
Il primo figlio, il futuro avvocato, andava all’asilo comunale di via Feltre, il secondo non ancora, non ricordo cosa facesse, forse era dalla nonna a Terni.
Come dice sempre il martello di dio, quando si parla di qualcosa da piccolo, lui o era dalla nonna o non era ancora nato.
All’asilo, dicevo, siamo stati dei genitori normali, con una discreta partecipazione alle sue attività, come altre coppie.
Per questo mia moglie fu sorpresa quando venne chiamata dalla direttrice che chiedeva urgentemente di parlarle.
Il bambino era vivace, anzi vivacissimo, ma in genere amichevole e gentile.
Quando mia moglie entrò nell’ufficio e si fu accomodata, si sentì fare dalla responsabile dell’istituto questa strana richiesta :
“ La disturbiamo per chiederle un grande favore.
Quest'anno abbiamo intenzione di migliorare particolarmente l'usuale spettacolino scolastico.
Le saremmo veramente grate se potessimo godere dell'intervento professionale di suo marito, se possibile.
Suo figlio ci ha detto che il padre di mestiere fa il clown ".
RITORNO CON PAPAâ
Sono in viaggio in auto verso la Liguria, solo, salvo nonno talpone, che sta in un angolo, mesto e pensieroso.
Gli avevo detto che non doveva nemmeno fiatare o gli avrei torto il collo.
Mi sono alzato presto, alle sei, sono partito sotto un cielo nuvoloso, in una città ancora quasi deserta.
Stiamo andando a trovare papà e a riportarlo a Milano.
Questo viaggio era previsto da quasi sei mesi e sempre rinviato.
Da ieri sera ci penso continuamente, non ho quasi dormito.
Stamane, quando ho cercato di alzarmi dal letto, ho avuto un giramento di testa, barcollavo, era la mia solita labirintite che dopo tre anni di pausa si è fatta risentire pesantemente.
Inoltre mi bruciano gli occhi, una forma di congiuntivite, anche questa si fa viva ogni tre o quattro anni.
Ma il viaggio non volevo rinviarlo, quindi un po’ ballonzolante e piangendo sono salito in auto, era una cosa mia, lo dovevo a mio padre.
Lui ha avuto un’infanzia molto dura, la madre morta giovanissima, il padre operaio e socialista, ma gretto e ubriacone, almeno alla domenica, da tutti chiamato “ Noé “, come se avesse scoperto lui la vite e i suoi generosi frutti spremuti.
Papà è andato a lavorare presto, dopo la quinta elementare, ho scoperto i foglietti della sua paga alla Pirelli di quando aveva dodici anni.
Ha studiato alla sera alla Società d’Arti e Mestieri, era molto bravo, ho trovato sue medaglie, encomi, libri premio.
Ha lavorato con intelligenza e senza risparmio per varie società, tutta la vita, fino ai ripetuti infarti che l’hanno portato al pensionamento anticipato.
Forse, anzi senz’altro, non sono stato il figlio che avrebbe sognato, quello più serio e allineato che faceva carriera da ingegnere.
Il suo sogno mai realizzato.
Forse se fosse vissuta mia madre, carattere romantico e sognatore, vi sarebbero state meno incomprensioni.
L’ho fatto contento solo quando ho trovato l’amore della mia vita, lui ha voluto conoscere lei e la sua famiglia di provenienza giù in Umbria.
Le ha voluto subito bene e l’ha apprezzata in modo completo e incondizionato.
Si è stupito solo che, matto com’ero, avessi fatto una cosa buona nella vita.
Quando poco dopo sposati la mia timida istriciotta è rimasta incinta, lui era al massimo della felicità, purtroppo non ha potuto vedere il nipote, il futuro avvocato e nemmeno il martello di dio.
Ho avuto due figli come lui e forse, nella mia pochezza, li ho sempre ascoltati e accettati per quelli che erano, facendo il padre burbero ma anche talpone.
Forse c’è maggiore comunicazione con i miei figli, con i nipoti si sa, talpone si scioglie come il burro in padella.
Perdonami papà, mentre ti accompagno per l’ultima volta nella tua Milano, passando davanti alle ex officine OM del nonno Noé, davanti alla tua casa popolare di ringhiera, davanti al vecchio circolo socialista di via Bellezza dove da ragazzino tenevi i conti della cooperativa operaia.
Lascia l’ultimo saluto ai tuoi posti d’infanzia e lasciami il tuo perdono se ti ho fatto soffrire, è servito a capire meglio da padre e da nonno, talpone s’intende.
Addio papà.
VOGLIO DIVORZIARE
I quattro referendum sono passati con una maggioranza travolgente e inaspettata, superando anche il trabocchetto del quorum con il voto scarso degli italiani all’estero.
Il barzellettaio venditore di saponette mastica amaro, la televisione stasera addirittura diceva che si era trincerato in un “ no comment “ all’inglese, come se un guitto potesse passare per un gentleman.
Chi invece non sta zitto un attimo, saltella impazzito dalla gioia, invia SMS agli amici, tampina persino su twitter la Sabina Guzzanti, brinda a spumante ripetutamente con la scusa della vittoria, è, come potete immaginare, il nonno talpone.
Lui sostiene che l’aveva predetto venti giorni fa mentre visitava la cattedrale di Salisbury, l’aveva ripetuto mentre girava tra le rovine del monastero di Glastonbury, ma allora era a dieta liquida da più giorni, con acqua calda ( cosa di cui si vergogna da morire ancora oggi ) e patate lesse a pranzo e cena.
Il suo forzato menù quotidiano non lo aiutava certo a mantenere un modesto equilibrio, se mai ne ha avuto uno.
Poi a cena da amici venerdì scorso, dopo una scorpacciata di zuppa di pesce e svariate bottiglie di vino bianco, ha intrattenuto con lunghi e oscuri discorsi di profezie il povero nonno del suo beniamino, il piccolo Giorgio.
Questo nonno è una persona molto seria ed equilibrata, inoltre è anche un paziente ascoltatore, che anche questa volta ha subito le previsioni apocalittiche, in parte poi realizzatesi, di nonno talpone.
Ma adesso tocca a me, povero nonno Paolo, subire le nuove idee grandiose e i progetti iperbolici del preteso mago nonno talpone.
Lui vorrebbe aprire un ufficio di consulenza chiromantica, anche via internet, viste le sue pretese capacità divinatorie, per dare consigli alla gente su amori, affari, affanni, quello che lui chiama, in pura vena cartonistica, il futurama.
Vero è che quasi trent’anni fa stava scrivendo su commissione il suo secondo libro, proprio sulle arti divinatorie con tarocchi, lettura della mano e con il pendolino.
Per fortuna il contratto editoriale poi sfumò, lasciandolo con i primi appunti e una certa quantità di libri sull’argomento.
E’ inoltre vero che aveva vicino a casa una vecchia zia nubile, bisbetica e irascibile, molto brava però a leggere il futuro con il giro magico delle carte, insegnandogli da bambino tale abilità, invece di giocare con lui a rubamazzetto o alla Pepatencia.
Io però pensavo che tutte queste esperienze fossero seppellite in un lontano passato.
Ma ora chi ferma più nonno talpone ?
Nonno Paolo è sì paziente, ma comincia a sentire puzza di guai.
Quasi quasi divorzio.
Ma no, non dal mio amore istriciotto, per quanto pungiglioso sia, ahi quanto pungente, ma voglio divorziare da lui, dal mio avatar, il cibernetico mago nonno talpone.
Che dite, faccio bene ?