Magia di un risveglio


Strano come capitino per caso, inaspettate e rare, certe mattine che al risveglio ti fanno sentire gioioso e come rinato, con nuove energie e con un sorriso condiscendente è aperto al mondo esterno.

Anche perché dopo innumerevoli risvegli da incubi notturni questa volta ti ha lasciato delle immagini felici e gioiose, impossibili e incoerenti eppure quanto mai reali quando le hai vissute nel tuo sonno.

Immagini di giovinezza e di scoperta, nei tuoi vent’anni di frequenza all’università, di un inatteso incontro d’amore con una ragazza di quindici anni, anche lei studentessa, tenera e spontanea, eppure con un senso concreto e maturo della vita.

Nella scena seguente le offro un gioiello, lei per quanto grata mi dice che lo vuole fare rimontare dal padre, che risulta essere un famoso gioielliere, ad un mia domanda chiarisce che lui ha 71 anni.

Mi rendo conto allora che pur sentendomi giovane e aperto al futuro improvvisamente sono conscio di avere quasi ottanta anni.

Il fatto mi stupisce e mi terrorizza, deluso che ormai quanto mi accade potrà solo risolversi in un tenero ricordo di un amore senile.

Ma lei lo rifiuta e gioiosamente afferma di amarmi come sono e di essere disposta ad aspettare molti anni prima di potermi sposare.

Nel torpore del risveglio stento a decifrare i lineamenti del suo volto, a parte il suo magnifico sorriso, gli occhi splendidi e colmi di una magia misteriosa.

Mi sono appena alzato dal letto, il gatto mi si strofina addosso con il suo ronfare caloroso.

Nella penombra sento dall’alta parte del letto il respiro leggero di mia moglie, ancora sprofondata nel sonno.

Chi sarà mai stata quella giovane ragazza innamorata del mio sogno?

Quasi subito mi rendo conto che poteva essere solo lei, la mia Istrice amorosa, come la ricordo quando la incontrai ventenne sul treno cuccetta pieno di studenti diretto a Londra.

A questo punto mi sento pienamente felice, sono ormai più di cinquant’anni che viviamo insieme e che ancora e sempre in certi momenti magici la vedo come allora, col suo volto radioso, con i piccoli ammiccamenti da ragazzina briosa e quegli occhi profondi, verdi e ramarrosi che mi rendono nuovamente innamorato.

Ma non lo posso dire, si offenderebbe e ne sarebbe irritata.

L’amore troppo manifesto e insistente risulta fastidioso, va nascosto, appena fatto trapelare qua e là, con dolcezza e spontaneità, come una delicata rugiada, per non rovinare i petali di quel fiore così delicato e sensibile, quello della mia orchidea selvatica.