LEGGI ?


Sono cominciati i primi freddi e come tutti gli anziani anche nonno Talpone ne soffre, ma essendo molto previdente ha ragionato in questo modo “ Internet dice che in Italia calerà un gelo artico, chiamato Attila, meglio premunirsi con un paio di pantaloni pesanti, meglio se con tanti tasconi laterali, così ci posso infilare tutto.”
Convinto del suo saggio ragionamento si è recato in un grande magazzino sportivo nel centro di Milano.
Dopo essersi perso inutilmente tra i vari corridoi di vestiario e scarponi ha chiesto aiuto ad una giovane commessa, magra , altissima e dotata di un enorme casco di capelli biondi e ricci.
Così è stato guidato in un settore in cui erano in mostra i famosi pantaloni imbottiti con tasconi laterali.
Lui ha tastato le stoffe con pretesa aria di intenditore, non capendoci nulla perché era senza moglie, così ogni volta chiedeva se un capo era ancora più pesante del precedente, perché Attila non va sottovalutato.
“ Attila ?- ha chiesto stupita la ragazza – Vuol dire per il freddo, allora leggy !”
“ Su questo non c’è problema .– ha esclamato nonno Talpone con un senso di sollievo – Io leggo molto, sa adesso ho trovato su una bancarella una biografia di sant’Ambrogio e il mondo romano della decadenza, sa che ha rivoluzionato l’antifonario …”
Ma la bionda commessa correva a passo veloce verso un corridoio laterale, inseguita dal nostro che stentava a parlare e inseguirla nello stesso tempo.
“ Ecco i leggy “ Ha profferito lei con aria soddisfatta, mostrando una serie di calzamaglie blu .
“ Ma questi sono come i mutandoni di lana che mettevo da bambino, erano rosati e pizzicavano molto, erano freddi gli inverni degli anni quaranta, lei non se li può ricordare, ma sono di lana anche questi e danno prurito ?”
“ Lana al 20% e acrilico, sono elasticizzati, antiallergici e misura unica.”
Messigli in mano le brachette blu leggy e il super panta imbottito, lei si è invola via verso altri clienti senza ascoltare la scoperta dell’antifonario ambrosiano.
Mutandoni di lana o leggy il povero nonno Talpone sta prendendo coscienza che qua nessuno lo ascolta e che oltre a tacere lui deve imparare l’Italiano Moderno.

ANCORA QUA


Suona il telefono, mia moglie è felice di sentire la voce del nipotino più piccolo.
“ Tutto bene ? Come stai ? Alla scuola tutto a posto ? Come, devi fare una ricerca sui nonni ? Chi è stato il nonno più anziano dalla parte maschile del papà ? Glielo chiedo subito. “
“ Talpone chi è sopravvissuto di più dei tuoi, papà, nonni, bisnonni ? Serve per il compito di Polipetto “
“ Dunque, mio padre a 69 anni, gli altri tra i 50 e i 65, a parte quello che si è suicidato a 35 per la disperazione della perdita di una grossa somma prestata ad un amico …”
“ Forse sono io quello che è campato più a lungo, ma che strano !”
“ Ecco, piccolo cocco della nonna è il nonno Talpone quello sopravvissuto più a lungo per ora.”
Già, come certi pesci preistorici che salgono dalle profondità oceaniche.
Non lo sapevo di essere, nel mio piccolo, un fenomeno scampato per caso e dimenticanza alla fine partita.

DAL SOGNO AL TRONO


Alle prime luci dell’alba si alza velocemente sospinto da un piccolo organo interno ormai logoro e intasato che lo fa correre a insediarsi sulla comoda del suo cabinet particulier.

Subito accorrono ai suoi piedi i due gatti Coccolone ed Adelina, chiedendo cibo con lamentosi miagolii.

Ancora assonnato ma ormai tranquillamente assiso sul trono nonno Talpone si sente benevolmente regale.

“ Mio popolo, chiedete pane e lavoro?

Ebbene vi sia benignamente concesso !”

Il sordo miagolio si fa sempre più impaziente e disperato.

“ Come, niente pane ?

Neanche brioches ? Siete dei signori !

Vi darò carne pregiata e sarò io che mi umilierò con l’acqua calda del te e il pane abbrustolito !”

Così compiaciuto e sempre regale il nostro si lava, indossa l’accappatoio pesante di spugna e seguito ansiosamente dai suoi sudditi entra maestosamente in cucina, soffuso dai primi raggi del sole autunnale.