Ieri sera, verso l’ora di cena, mentre nonno Talpone era steso nella sua poltrona davanti al camino acceso, indossando due felpe e una coperta di lana, percorso da un tremito interno irrefrenabile e battendo i denti, la moglie Istrice prussiana aveva osservato sorpresa “ Toh, oggi è venerdì 13 settembre !”
Sua sorella, la Paperoga, ceramista genialoide ma svagata, aveva aggiunto “ Ma come, non siamo in agosto ?”
Nonno Talpone era troppo coinvolto dai suoi spasimi di gelo interno, come se stesse appollaiato in mutande sopra una banchina di ghiaccio al Polo Nord, per poter formulare una qualsiasi previsione di calendario, salvo la certezza che era per quella concomitanza di date e giorni infausti che si trovava in quello stato.
Il giorno prima era stato sorpreso da gemiti e miagolii atterriti delle sue gatte, precipitatosi fuori avevo scoperto che tre grossi cani erano scesi dal monte come una masnada di mongoli per creare scompiglio e terrore nel piazzale davanti casa.
Li aveva cacciati indietro, urlando grida e insulti, preso da una rabbia irrefrenabile, colto dal pensiero che forse erano stati loro gli assassini della sua gatta e dei micini.
Li aveva inseguiti fino al muro che delimita il terrapieno a monte, che i cani avevano scavalcato frettolosamente.
Quel muro aveva ancora i tubi di ferro a cui fissare la recinzione dell’uliveto del vicino, ormai da tempo defunto prima di poter completare l’opera.
Ieri mattina nonno Talpone aveva quindi acquistato 60 metri di rete e, con l’aiuto del suo amico rumeno Giorgiu, aveva iniziato a fissarla.
Al terzo palo, mentre era intento a tendere la maglia metallica, aveva sentito delle improvvise scosse elettriche, mentre alcune vespe lo circondavano pungendolo e altre ancora uscivano dal nido interno al palo.
Era subito fuggito via, ritornando con un apposito spray per liquidarle e completare cautamente tutta la recinzione.
Dopo quattro ore era stato colto da un tremito continuo e una sensazione di freddo che gli faceva battere i denti.
Ecco il suo venerdì 13, ma era anche il settimo compleanno del nipotino, lo squillante Scoiattolino, se ne stavano scordando.
A
Gli avevano subito telefonato e intonato in coro il canto di auguri, poi il nonno gli aveva chiesto:
“ Cosa hai avuto di regalo ?”
“ Il libro dei Guiness dei primati , lo desideravo tanto – aveva cinguettato lui felice.
“ E noi cosa possiamo portarti in regalo quando torniamo ?”
“ Non so, mm … mm…
“ Senti, magari pensavo ad un libro dei maghi, ti interessa ?”
“ No nonno, ce l’ho già, forse delle ricette sulle pozioni magiche, ti ricordi quando da voi in Umbria versavo nei bidoni pieni d’acqua i sassi, le foglie, i fiori e tutte le verdure che trovavo per fare la pozione magica, quella per diventare grande? Ecco, vorrei avere gli ingredienti precisi, ci pensi tu nonno ?”
“ Va bene, te lo prometto, consulterò i miei libri e scriverò un libro di ricette. “
Così, mentre si metteva subito a letto, con due coperte, il piumone invernale e la bolla dell’acqua calda, aveva qualcosa a cui aggrapparsi intensamente, battendo i denti e scosso da brividi inconsulti.
“ Forse l’Artemisia, l’ Achillea, la Celidonia, brr… brr …
Anche la Valeriana, il Finocchio Pazzo, del Timo, brr … brr …
Poi le bacche di Ginepro, la Lingua di vipera, la Verbena, brr .. brr…”