NOTIZIE DAL CREPUSCOLO


Mi ha chiamato un amico di vecchia data e, dopo i soliti convenevoli, ha chiesto se per caso fossi ammalato. Ha poi spiegato che non leggeva più mie notizie.
Non avrei mai immaginato che seguisse il mio blog, né che un personaggio immaginario come nonno Talpone fosse così legato alla mia persona fisica.
A pensarci bene forse la vera persona vivace e comunicativa è lui, non so, mi sembra di sopravvivere in qualche modo a me stesso.

Per quale motivo nonno Talpone e il suo fedele amanuense pubblicano a singhiozzo le loro storie? La risposta è semplice : la vecchiaia.
Questa è una stagione della vita molto strana e misteriosa che ancora non ho compreso bene.
Perché vedete in una giornata tutto scorre tranquillamente, in un’altra si è euforici e tutto sembra possibile, anzi sembra necessario cercare nuovi interessi e impegni, ma il giorno successivo tutto è mutato, anzi rovesciato, come un nuvolone estivo che copra improvvisamente il cielo azzurro e limpido.
Capita ad ogni età, solo che con gli anni e con i capelli bianchi, per chi ancora li ha, sembra di vivere in un continuo inverno; con il freddo e il buio è meglio stare in silenzio.

Il fatto strano è che anche se un anziano come nonno Talpone sta chiuso nel suo silenzio catatonico, non parla e non scrive, una parte del suo cervello continua ad osservare i fatti e le persone all’esterno, distillando storie che si versano continuamente nel calderone della sua testa, si mescolano, fermentano e non trovando uno sfogo si sfibrano in un confuso mormorio, quasi un rumore di fondo, cantilenante e incomprensibile.

Certo, bisogna reagire, fare buoni propositi, piani di battaglia. Quasi ognuno di noi fa sempre queste promesse: la dieta per dimagrire, il moto e uno sport per essere attivi, l’iscrizione ad un corso di lingue o di disegno, progetti di viaggio.
Viviamo in un continuo contrasto tra realtà e illusioni, sogni, buoni propositi.

Il gatto Coccolone vicino a me sulla scrivania sta ora emettendo degli strani belati miagolanti, mi accorgo che sta guardando fuori della finestra, ha scorto un volo di uccelli lassù nell’aria, anche lui vive di illusioni.

LI PESCETTI


Hanno suonato alla porta, era un conoscente, tale Pasquale Birretta, che mi portava tre cassette di carciofi per la loro preparazione sott’olio in vasetti di vetro.
Poverino, veniva dall’Umbria, là come si sa e come quelli della Valnerina affermano categoricamente “ La robba nostra è bona e nostrale “.
L’ho ringraziato e pagato, lui prima di andarsene via m’ha confidato :
“ Dotto’ me raccomanno, dica a lu zio suo, er dotto’ Lele, che cià raggione lui, che parla come nu cristianu, mannaggia li pescetti verdi fritti.
E che d’è ?
Va bene li figlietti, la moje, li nonni e compaggnia bella, ma mo’ che ci fa se sull’articulu ce se mette puro ‘na mannzetta bona co li attributi sui ?
E che s’offenne la siggnora Rosalina ?
Eppoi me pare che prima anche tu ce mettevi li belli piatti umbricini, puro la foto der Piermarini, ch’è paro paro a di’ er Michelagnolo de la bona tavola.
Eh che semo sempre en quaresima?
Vabbeh, è squasi carnevale, su divertiemoci nu pocu, mannaggia li pescetti vverdi e nani !”

UNCLE FAIL AGENCY


Brigitte Bardot ventenne o Marisa Allasio ?
Stefania Sandrelli, anche matura, o Claudia Cardinale ?
Modelle brasiliane o muscolosi culturisti ?
Che scelta ardua quella di abbellire questo blog, arduo anche il copia – incolla.
Uno ci beve sopra e le ore scorrono via troppo in fretta.
E poi gli affari di zio Fiele, i suoi impegni di lavoro, ci sarà quella parte al Teatro Nuovo o al Teatro San Domingo che gli avevano fatto sperare ?
Per quanto riguarda gli investimenti fruttuosi purtroppo nonno Talpone sembra sordo nonostante che qua io, l’amato zio, non ci crederete, io lavoro completamente gratis.
Comunque visto che siamo sull’argomento se qualcuno avesse problemi di conservazione o miglioramento del proprio gruzzoletto io sono sempre disponibile a suggerimenti, consigli, gestione oculata di capitali.
“ Date e vi sarà dato” come dice il Vangelo.
“ Un Nome, una Garanzia” , come diceva sempre mio padre buonanima.
Perché, anche se sono sempre impegnato e ricercato, io sono una persona che si sacrifica per il prossimo.
La mia famiglia purtroppo è disgregata, Adamo ed Eva lontani, mio fratello Abele non c’è più, è mancato, sembra che l’abbiano ucciso.
No non sono stato io, lo giuro, non pensate male, lui era voluto tornare giù per ampliare il giro del mercato, ma non sono più i tempi di una volta.
La gente è diffidente, cattiva, prepotente.
O si è aggregati come ad una company , una multinazionale, o si fallisce.
Tempi duri per gli artigiani e per gli artisti.
Beati quelli che sono in pensione, loro si lamentano sempre, ma, dopo i loro 40 o 45 anni di lavoro, al primo del mese i soldini gli arrivano sempre, fortunati loro.
Per tornare ad argomenti più allegri ed interessanti sono felice di annunciarvi che ho scoperto qua vicino un’agenzia di promozione artistica per aspiranti modelle, guarda caso il proprietario è un vecchio amico mio, se volete una raccomandazione, una spintarella, chiedete pure, io vivo per l’arte e la bellezza.
Se poi siete giovanissimi io penso che sia giustissimo che coltiviate i vostri sogni di Vallette e Veline, il modo magico della televisione e del cinema vi aspetta, basta che abbiate già compiuto i 18 anni e potete venire anche da soli a firmare i contratti.
Ma c’è posto anche per le vostre mamme e le nonne, che possono voler sognare un avvenire e un futuro più roseo, il mondo appartiene alle donne, come dico sempre.
Qualcosa del genere lo affermava anche un grosso manifesto elettorale, che capeggia a tutte le fermate degli autobus di Milano:
“ Avete perso il lavoro ? Siete disoccupati ? Basta con la sinistra, votate per me, che come consigliere delegato della più grossa banca ho sempre risolto bene i miei problemi.”
Quindi abbiate fiducia, l’Agenzia Promesse Radiose è a vostra disposizione.
Zio Fiele, conosciuto anche all’estero come Uncle Fail vi ama tutti quanti e vi aspetta fiducioso.

N. T. RISPONDE


“ OK “
OK, come risponde sempre telegraficamente mio figlio maggiore, il Promettente Avvocato, quando gli chiedo qualcosa o cerco di comunicare con lui, via SMS o WhatsApp, dato che parlare per telefono con una persona impegnata sul lavoro è una folle speranza.
OK, ritiro il licenziamento, ma quel benedetto pensionato deve trascrivere ogni tanto i miei sentimenti, quelli che gli sussurro ogni giorno, altrimenti perché pagare il canone di un blog e deludere i diritti di quei pochi lettori che mi seguono ?
Devo ammettere a sua discolpa che da mesi deve assistere ogni giorno, da badante affettuoso, sua moglie, l’amata Istrice Amorosa, che, essendo stata operata alla spalla destra, vive giornate di sofferente inabilità.
Forse questo, unito alle delusioni delle sue possibilità di maratoneta, può spiegare le sue mancanze, ma è affidabile una persona che in breve tempo ha perso tre indirizzi email, si è confuso in quattro figure di face book e perde giornalmente libri, oggetti, soldi e ricevute ?
Diciamo che lui è professionalmente inaffidabile.
Certo la vecchiaia ha i suoi difetti e questo è il blog di un nonno, quindi amatoriale e come lui leggermente svampito e stravagante.
Ma devo anche lamentare il fatto che non trovo quasi mai risposte o notizie dagli altri talponi del mondo, non ne capisco il motivo, forse per timidezza, rassegnazione o paura di mostrarsi nelle proprie debolezze ?
“ Uscite dalle vostre tane, raccontate qualcosa, altrimenti con chi comunichiamo ?”
Per quanto mi riguarda tra poco uscirò fuori casa, un saluto al giornalaio, due battute con il superstite bancarellaio di libri in piazza, infine i brevi commenti con il cassiere del supermercato dove mi reco giornalmente nelle ore di minor affluenza.
Ormai bisogna comperare qualcosa e pagare per poter parlare .
Ah bei tempi antichi, quando fuori della porta di casa c’erano le anziane vicine di scala che uscivano a parlare quando ti sentivano passare, la portinaia con le notizie e i pettegolezzi del giorno, il droghiere, il panettiere, il lattaio, le bancarelle della frutta e quello che riparava le penne stilografiche, tutti quei pittoreschi negozietti e simpatiche persone che animavano le vie della città.
Già, ora stiamo chinati sul nostro computer, scrutando lo smarphone, agitando spasmodicamente i pollici sullo schermo, perché parlare quando si può chattare?
Per noi rimangono le pensiline dove si aspetta pazientemente il possibile passaggio di un autobus o le anticamere degli ambulatori e degli ospedali dove finalmente si parla, si commenta o meglio ci si sfoga, aspettando il proprio turno e si allevia l’attesa.

I TALPONI VOSTRI


Non ho la minima autorizzazione, sono in effetti un abusivo e quasi un clandestino.
Diciamo la verità : sono stato licenziato alcune settimane fa per scarso rendimento.
Così ha deciso lui, il padrone Nonno Talpone.
Ma devo pur giustificarmi, anche se sono solo un piccolo amanuense da quattro soldi.
Come si può pretendere di far trascrivere su carta e poi con tempi lunghi e faticosi i rapidi pensieri che ti vengono dettati alle 5 del mattino, al risveglio tardivo finale, nella sacralità delle ritirate o alla tarda serata quando ti accingi a infilarti nel tuo letto per un meritato riposo ?
Mi direte che questi sono imposizioni compatibili con i tempi lavorativi attuali, presenza, ottimismo, ore tante, senza limiti di tempo, senza festività, paga e gratifiche minime o assenti.
Ho cercato di resistere, sono anziano e mi sento stanco, così ho scioperato.
Beh mi ritrovo qui, a dire il vero abbastanza amareggiato e confuso.
Con chi parlare dei miei incubi notturni, dei piccoli sfoghi quotidiani, delle sensazioni di gioia, di insofferenza, di noia ?
Alla fine cederò ai ricatti del mio “ sciuor parun “ del padrone del blog, nonno Talpone.
In fondo siamo molto vicini, quasi parenti, siamo invecchiati insieme, gli amici cari ormai quasi scomparsi.
Quindi mi sento di consigliarvi di dare ascolto ai vostri personali talponi , lasciateli lamentare e fateci sapere.
Comunicare sarà impegnativo, ma è bello.

UN CALDERONE MAGICO


Credo che nonno T. si stia stancando di aspettare, questa mattina alle 4, nell’usuale peregrinazione prostatica mi ha raccontato dettagliatamente due storie, un altro paio sempre in tono concitato all’alzata delle 5.30, mentre fuori dalla porta del bagno i due gatti iniziavano le loro prove vocali mattutine in un crescendo da opera.
Ma secondo voi come si fa a trascrivere su carta, con la scelta maniacale della penna giusta, delle idee bislacche e umorali, quando sei con gli occhi chiusi che cercano solo di riprendere il sonno interrotto ?
E’ passato del tempo, sarà forse vero, sono tornato a Milano con tragicomiche avventure, siamo partiti e ritornati da Brighton ove abbiamo passato la Pasqua con il Martello di dio e il Selvatico Tasso Irlandese, abbiamo visitato con una dottissima guida Firenze e le Ville Medicee.
Però il tempo sembra essersi fermato, suddiviso in dettagliati ricordi che si compenetrano e riuniscono in un solo momento, quasi fosse un unico variegato sogno.
Dovrei svegliarmi, comunicare in qualche modo.
Nonno Talpone sembra instancabile, mi riempie di battute, episodi, fantasie, che ribollono nella mia testa come in un calderone magico, io sono solo e mi sento sempre stanco, scusatemi.

AMICI INTIMI


Un mese fa mi avevano chiesto se non scrivevo più sul blog di nonno Talpone e la cosa mi aveva molto stupito, erano trascorse forse tre o quattro settimane e non me ne ero affatto accorto.
Mi ero quindi domandato se da anziani la sensazione del tempo dovesse essere così vaga e imprecisa.
Ricordo benissimo invece che ad inizio anno oltre al blog sui nonni volevo iniziarne un altro sulle sensazioni provate da ventenne per confrontarle con quelle attuali per un confronto e un dialogo, se mai potesse esserci.
Invece è calato un silenzio nebuloso.
Ancora giorni fa una lettrice mi aveva benevolmente richiamato alla personale testimonianza di pensionato e nonno settantenne nei confronti della vita di ogni giorno.
Forse sembrerà strano, ma personalmente ritengo di avere poco da dire, credo di essere svagato, noioso, brontolone e permaloso, niente di grave e patologico, sono solo uno come tanti, senza niente di interessante.
Solo che c’è un certo nonno Talpone, dentro e fuori di me, che risulta un fenomeno curioso e talvolta umoristico.
Ormai sono certo che qualcosa di simile alberghi vicino ad ognuno di noi, che possiamo chiamare come vogliamo, tipo nonna Bianca, zio Giovanni, Nick il dritto, Izzy dark lady e così via.
Basta solo ascoltarli e magari trascrivere i loro, i nostri pensieri, giusto per rileggerli con calma, magari sorridere di noi stessi, sopportarci meglio e condividerli .
Si tratta di amici intimi che non vanno trascurati, come purtroppo ho fatto io negli ultimi tempi, per non privarci di una piccola dose di buonumore e stupore per la vita, per guardarla più spesso con gli occhi curiosi di un bambino.
O di un nonno attempato e leggermente svanito.

GIRI DI GIOSTRA


Come  funziona un blog ?

Devo ammettere di non averlo compreso a fondo, forse per la mia formazione e il mio stato anagrafico, legato ancora ai diari tenuti su vecchie agende da tavolo in similpelle, alle missive scritte a mano in modo frettoloso e ricopiate in bella copia in carta da lettera in vergatino, nelle quali il destinatario era ben preciso, localizzato e per uno scopo comunicativo ben determinato.

Ora con il web uno scrive e si relaziona con un pubblico incognito, diffuso in ogni parte del mondo.

Tutto questo a ben pensarci non può che farmi paura, anche se per fortuna l’uso della sola lingua italiana ne limita molto il raggio di diffusione.

Ho iniziato a scrivere, forse tre anni fa, per un caso fortuito, in seguito ad un’avventura curiosa, da nonno buffo e irruente, che volevo far conoscere ai miei due figli e ad alcuni giovani amici .

Erano i tempi di Splinder, una piattaforma blog che ti chiedeva di segnalare i nomi delle persone amiche da avvisare per l’uscita di ogni nuovo scritto.

Era quindi una specie di lettera collettiva, a cui magari si poteva aggiungere qualche altro lettore casuale.

Si trattava di venti o trenta persone, non che ora il numero dei lettori si sia notevolmente amplificato, ma quando scopro, in quel perfido schema delle statistiche del blog, che vi è qualche lettore negli Stati Uniti, in Russia o in Arabia, provo un certo imbarazzo, come se avessi toccato un meccanismo complesso che non so più controllare.

Vi sono stati anche episodi passati in cui qualche post ha creato imbarazzo nei rapporti con parenti e amici.

Sinceramente ho cercato di essere sempre schietto, direi anche obiettivo secondo il mio punto di vista, attento ai fatti realmente avvenuti, ovviamente con una punta di ironia, soprattutto verso me stesso e questo mi ha aiutato a sopravvivere meglio ai problemi della mia fragilità, nonché alla mia età.

Analizzare e descrivere i propri sentimenti, esplorare gli stati d’animo può essere rischioso e creare dei fraintendimenti.

Non solo quindi dei risentimenti in alcune persone che si ritengono insultate (?), ma anche delle preoccupazioni eccessive nelle persone a me vicine, quando tratto argomenti dolorosi.

La vita ha tante sfaccettature, bisogna passarci anche soffrendo e accettarle per quello che sono.

L’angoscia e la morte ne fanno parte, non si può avere solo divertimento, piacere , risate e gioia.

Negli ultimi giorni sono stato in visita ai cimiteri della mia città, per la commemorazione dei defunti e per il funerale di un mio caro vecchio amico.

Passando per i viali di cipressi, fermandomi attonito davanti alle tombe a me conosciute, posando dei fiori, pulendo delle appannate fotografie smaltate e recitando delle brevi preghiere di saluto, ogni volta ho ricordato gli episodi delle loro vite, i momenti belli passati insieme, le loro storie, o magari solo quelle a me riportate dai miei genitori.

Alcuni sostengono che i morti si seppelliscono, si piangono, alla fine si dimenticano perché poi la vita rientra sempre trionfante.

Io invece mi riconosco in quella credenza africana ricordata da Kapuscinski.

“ Un uomo muore veramente quando muore l’ultima delle persone che lo conoscevano e lo ricordavano.

Noi cessiamo di esistere quando nel mondo non rimane più un solo portatore di memoria di noi.”

Forse anche per questo scrivo nel mio blog, per far rivivere storie e memorie di persone che sono presenti nella mia mente e non mi lasciano mai.

Dicevo a mia moglie giorni fa al cimitero che dovevo lasciare un elenco dettagliato delle tombe dei miei defunti, perché in futuro potessero essere visitate dai figli e dai nipoti.

Lei argutamente aggiunse che dovevo soprattutto lasciare le indicazioni dei libretti di risparmio e dei miei investimenti accumulati.

Mio figlio, quello inglese, l’irruente Martello di dio, dal dolce cuore di ricotta, invece si è seriamente preoccupato per gli ultimi resoconti di nonno Talpone.

Giornalmente mi telefona accorato per sapere come sto.

“ Benissimo ! – rispondo ogni volta, quasi impermalito – come vuoi che vada, da pensionato. Non succede quasi mai niente, si va su e giù, qualche noia e tristezza.”

“ Papaa … non andare più ai cimiteri, vai alle giostre invece !  – si raccomanda lui con il tipico candore dei giovani.

Forse anch’io un tempo, come i giovani d’oggi, non capivo che la nostra esistenza è un giro di giostra, più o meno lunga, da apprezzare e accettare con curiosa attenzione e ironia, se si può, poiché non sappiamo mai dopo quale rampa la corsa andrà a finire.

In fondo bisogna riconoscere che il biglietto ci è stato regalato.