UN TRANQUILLO NATALE


Alla fine abbiamo superato il punto critico.
Quello della partenza intendo, che angoscia tutte le persone sensibili, o quelle anziane se preferite.
Il problema per fortuna era già dimezzato in quanto la moglie Istrice Prussiana era stata categorica: solo lei sa preparare le valige, in questo campo come in molti altri il marito é sempre stato inaffidabile.
Cosí era rimasto solamente il suo zaino da preparare e nonno Talpone era stato almeno da due giorni ad angosciarsi su cosa metterci dentro e sopratutto cosa NON dimenticare.
Da persona previdente aveva scritto dettagliati fogliettini divisi in due colonne: cosa portare sú e cosa portare indietro.
Per il solito destino beffardo che lo perseguita i suoi foglietti, ma anche i quaderni, le agende,i taccuini tendono invariabilmente a nascondersi quando li crca.
Questo comporta nuovi elenchi e sforzi della sua debole memoria.
Alla fine aveva deciso: prima ditutto una tuta, magliette e scarpe da corsa per uno sperato illusorio allenamento alla mezza maratona.
Ma vi doveva trovar posto anche il portatile ( scordato ), i telefonini,il tablet, il phablet, lo smartphone,i vari carica batterie, i cavi di collegamento e il suo ebook reader ( dimenticato ).
Il tutto schiacciato dentro, sperando che non esplodesse davanti ai controlli dell’aeroporto.
Ma perché tutto questa tecnologia, piangeva da coccodrillo nonno Talpone.
” Bei tempi quando si usavano solo diari in marocchino rosso, penne, matite e temperino !”
Comunque sono arrivati nella casetta del Martello di dio, tra sorrisi, abbracci stritolanti, i previsti scontri verbali e sperano in un tranquillo Natale.
Natale sereno che ovviamente io e nonno Talpone auguriamo a tutti voi, forse ancora travolti dagli acquisti dell’ultima ora.

DINOSAURI CONTEMPORANEI


Lo riconoscono tutti: gli anziani, ovvero quelli sopra i 60 anni, stentano ad adattarsi alle diavolerie della cosiddetta rivoluzione digitale.
Nonno Talpone li osserva spesso con occhio complice ed intenerito.
Quelli che utilizzano ancora i loro cellulari preistorici a conchiglietta e non sanno ancora usare gli SMS.
Quelli che si fanno affibbiare da negozianti furbetti dei prestigiosi portatili, ma non sanno come accenderli.
Quelli che si comprano l’ultimo iPhone ma lo sanno usare solo come telefonino.
Lui invece, nonno Talpone intendo, non solo da più di 25 anni colleziona computer, ma sa usare perfino WhatsApp.
Così ieri sera ha potuto ricevere una serie di ben 4 messaggi dal suo Martello di dio.
“ Va che sono intelligente io “
( La modestia è una parte fondamentale del suo carattere.)
“ Ma tu sai che puoi dettare i pensieri tuoi e di nonno talpone al cellulare e lui te li trascrive ?”
( Per un attimo ho sperato che finalmente fosse nonno Talpone a scrivere magicamente le sue fantasie affabulatorie.)
“ Poi ti mandi la e-mail dello scritto e semplicemente lo copi e incolli sul tuo blog”
( Mi sembra piuttosto elementare.)
“ Va che furbo sono io !”
( Solo intelligente e furbo ? Si vede che è leggermente depresso, altrimenti avrebbe scritto che è anche geniale, magnifico e bellissimo, attributi che suo padre di nascosto riconosce in modo appassionato a lui e al fratello, ma che non ammetterebbe mai ad alta voce, altrimenti chi li fermerebbe più ?)
Così dopo aver riletto più volte i messaggi e averli trascritti su un foglio di carta per prudenza, nonno Talpone ha impugnato il suo smartphone, ha schiacciato il tasto colorato di Google, quando ha visto il simbolo del microfono ha sospirato sollevato “ Ah che furbo …”
Ma non è riuscito a proseguire che subito, dalla diavolesca applicazione, è emersa la ricerca delle sue parole.
Con i seguenti primi risultati :
“ Ha ha ha ( sic) furbo sono che ti ha fatto scappare non ho kik e non rompete il c…”
“ Tony è furbo ha ha ha ( sic)”
Nonno Talpone ne è rimasto così amareggiato che mi ha chiamato per trascrivere con rolleball pen sul suo quadernetto a righe la sua avventura, per poi digitarne il testo , tasto dopo tasto, sul suo vecchio computer.
In fondo anche lui è un dinosauro contemporaneo.

CONVERSAZIONI PLATONICHE


“ … Ora l’accademia platonica è finita per sempre … Le conversazioni platoniche si risvegliano per un istante solo quando due amici si incontrano … I due hanno un incedibile rispetto l’uno per l’altro, parlano a voce bassa, si ascoltano, si interrogano … talvolta stanno in silenzio … I due non sono affatto simili … ma questa è la condizione ideale per la conversazione … Proprio perché ognuno parla con il suo opposto porta alla luce le sue idee più profonde … e disegna grandiose architetture di immagini …”
( da Pietro Citati – L’armonia del mondo )
Nel leggere queste frasi nel libretto acquistato giorni fa in una bancarella di libri usati nonno Talpone ha avuto un fremito e ricorda quei indicabili momenti, molto più frequenti in gioventù, quando con un caro amico si è inaspettatamente trovato in questa magnifica situazione.
Un amico di cui magari si conosceva reciprocamente ogni fatto e ogni pensiero ma, apprezzandolo per la curiosa e paziente intelligenza, nel conversare e confrontandosi si scoprivano e si facevano germogliare anche le proprie idee.
Magari non si avevano che effimere architetture di pensieri, ma quale piacere lo stimolo dell’intelligenza, il calore umano di un rapporto con una persona acuta e paziente, lontano dal bla bla quotidiano.
Come tutti i veri piaceri quelli in fondo quelli erano una pausa breve ma rilassante della propria vita.
Bisogna riconoscere che come l’amore anche l’amicizia è un dono stupendo che quando si riceve non finisce mai di stupirci e che per questo bisognerebbe sempre sforzarsi di meritare.

SETTE PIU’ DUE


Ti svegli in una mattina come le altre, dalla finestra scorgi un sole offuscato dallo smog, dalla strada salgono i soliti rumori di una città congestionata dal traffico, i gatti pretendono la loro colazione per poter poi dormire, loro che ti hanno svegliato con miagolii incessanti, strofinamenti, ronde ravvicinate e qualche amorevole zampata.
Aspetti che qualche umano ti dica qualcosa oggi, forse ti sei arrovellato con questo pensiero assillante dalla sera prima, in fondo capita una sola volta all’anno, per fortuna,ma non accade niente, tua moglie ti chiede con noncuranza i soldi per il parrucchiere, svuoti subito il portafoglio, in fondo che importa ?
Fai colazione e aspetti.
Niente, silenzio ovunque.
Poi alle dieci ti arriva una telefonata dalla cognata Paperoga, ti fa gli auguri, chiede quanti anni hai da oggi e si stupisce:
“ Così tanti ?”
Quando ti passa il cognato e lui ti chiede se già hai necessità di un catetere.
Finalmente la sensazione di gelo si scioglie, la moglie si ricorda anche lei, più tardi anche quei pochi amici che ti rimangono si uniscono negli auguri e nei hai bisogno per superare la barriera della ricorrenza.
A pranzo arriva la famiglia del figlio milanese con pacchi di regali e i nipotini cinguettanti, frenetici.
“ Nonno dove sono gli altri regali di Babbo Natale ? li apriamo subito ?”
“ Bambini ! Prima fate gli auguri al nonno, è il suo compleanno !”
“ Sì, ma li apriamo i regali, dai li apriamo ?”
E’ la celebrazione anticipata di Natale oggi e il compleanno unito di nonno e della smagliante mamma Tuttopiede, in seguito saremo separati per le feste.
Il nonno sorride paziente, oggi si è messa una camicia nuova e un farfallino amaranto che aveva indossato solo per il matrimonio del suo Martello di dio alcuni anni fa, si commuove e li scusa.
Li capisce bene perché se la matematica è una scienza esatta sette più due fa nove.
Con quell’età ipotetica di nove anni lui si sente decisamente dalla parte dei bambini.

SCINTILLE NATALIZIE


Buone notizie : nonostante la crisi dei posti di lavoro, nessuna aspirante dattilografa ( figuriamoci poi con miti pretese di pagamento ) si è presentata da nonno Talpone.
Ragion per cui il sottoscritto operatore ( scioperato ? perché mai ?) manterrà il suo posto al foglio scritto con penna stilografica e alla tastiera del computer.
A spiegazione della mia pretesa neghittosità devo peraltro precisare che sono stato in Umbria al mio campicello a raccogliere le poche olive del campo ( ma il giovane olivo Antonio ne portava parecchie ) , nonché a compiere le varie manutenzioni, a subire stoicamente un incredibile numero di inviti a pranzi e cene di pantagruelica quantità, a spaccare infine rami e ceppi per un camino quanto mai famelico.
Ma non ci si ferma mai, tra pochi giorni partiremo ospiti dalla coppia Martello di dio e Tasso irlandese per un periodo probabilmente fin troppo lungo.
Sarà senz’altro un piacere garantito se la coabitazione non scatenerà scintille.
Per ora mi auguro siano pacifici fuochi natalizi, ma conoscendo i caratteri spigolosi di nonno Talpone e del suo dolce Martellino non mancheranno sorprese.
Ma in ogni famiglia, come in ogni coppia, ci vuole anche movimento, altrimenti sai che noia !

PS
Sono riuscito a censurare nonno Talpone quando aveva precedentemente scritto :
“Dattilografa volonterosa, miti pretese, bella presenza, illibata cercasi “
Sai l’Istrice allora come si sarebbe scatenata !

CIPPLIMERLO !


3 dicembre 2015
CIPPLIMERLO
Uno deve uscire nel freddo decembrino, lasciando il teporino di casa, i suoi due gatti acciambellati sul letto e mentre scende le scale sente le anche che gli strappano continui morsi dolorosi, sarà la sciatica, la coxartrosi, l’umidità della stagione, non riesce a capire.
Il suo giornalaio fa scorrere il vetro del suo finestrino per ritirare le monete dei quotidiani, un breve saluto e via.
Stringendo la borsa della spesa, quella grande di tela plastificata, evitiamo gli sprechi, ecco ora, sul suo percorso verso il supermercato, la bancarella dei libri usati, vicino a quella della coppia di cinesi che vendono vestitini e camicette sintetiche a poco prezzo.
Il passaggio tra loro e la casa è stretto e la gente vi si infila in fretta con l’occhio vacuo, passa anche qualche ciclista che fende la folla come un rompighiaccio arrogante.
Qui se uno rallenta il passo è solo per chiedere le indicazioni di un indirizzo.
L’uomo dei libri gira intorno alla sua esposizione con passo pesante da montanaro, quale è in effetti, non sembra notare il freddo, ha gli scarponi pesanti, giaccone imbottito, berretto di lana e curiosi guantoni con una taschina da cui fare uscire le dita al bisogno.
“ Freddo boia vero ?- azzarda nonno Talpone con un sorriso complice.
“ Ma no, anzi in montagna non gela, i ghiacciai si sciolgono, è un disastro, ci saranno almeno dieci gradi in più. Poi in città dovrebbe piovere, non vede lo smog ? Polvere sottili, si crepa tutti, mondo boia !”
Il tono è rabbioso più che lamentevole, ma chi lo conosce bene sa che è solo un burbero.
Nonno Talpone si ferma, ancorato alla bancherella per non farsi trascinare dai frettolosi, scruta i dorsi dei libri, li annusa, li riconosce e li cataloga.
Vecchi editori ormai scomparsi, i romanzi e i saggi di cui ha una copia in casa, i grandi volumi d’arte, ogni libretto o volume ha una propria storia, è come rivedere dei vecchi amici.
“ Allora come va ? Tutto bene ? – chiede il sacro custode del sapere aprendo un sorriso fanciullesco insospettato.
Così loro iniziano a parlare del tempo, della situazione politica, dei libri esposti, di quelli letti o cercati.
Ormai si conoscono da anni, anzi quella superstite bancarella la frequentava quando era gestita dal padre, già, erano molti anni fa, trenta, quaranta, forse più di cinquanta anni fa.
Eh già, allora invece dei cinesi il banchetto a fianco era presieduto da un distinto signore napoletano, con aristocratici baffetti alla Amedeo Nazzari, che esponeva con cura i suoi specchietti, pinzette, lamette e pennelli da barba.
“ Già tempi lontani caro ragazzo !- sospira il Talpone, perso nei ricordi.
“ Veramente ho 47 anni – risponde l’altro leggermente risentito.
“ E allora? Sei nato in tempo di guerra tu ? Ricordo bene il tuo papà, allora negli anni cinquanta si trovavano ancora dei bei libri, del ‘700 e dell’800 a poche lire, mi bastava la mancetta settimanale. Ora dove sono quei libretti curiosi e preziosi ? Alle aste ! Che tempi!”
L’argomento della guerra porta il ragazzo della bancarella ai ricordi di suo nonno che aveva partecipato alla grande guerra, della famiglia scappata con un cesto di biancheria dalle case distrutte, del ritorno alla fine tra i ruderi e i rottami delle bombe.
Un paese di recuperanti, come quelli descritti calorosamente da Rigoni Stern.
Dalla tasca di Talpone squilla la suoneria del cellulare, è la sua Istrice che chiede dove sia, sono quasi le due, deve buttare la pasta?
Accidenti sono ore che parlano al freddo, bisogna scappare via, ma prima chiede “ Hai fatto affari oggi ?”
“ Non si vende niente, anche gli altri dicono così, vita grama, dov’è questa ripresa mondo boia?”
Nonno Talpone allora afferra due volumi che aveva già lungamente osservato, una bella biografia di Ludwig, l’ultimo re di Baviera, e una raccolta di saggi di Pietro Citati.
Non dovrebbe, la sua casa, la cantina, il solaio, un box sono colmi di libri inscatolati, in continua rotazione su e giù per le scale.
Pazienza, faremo posto anche per loro.
“ Le faccio uno sconto – propone il giovane montanaro dal volto vitreo e gelato.
“ No, oggi no, prezzo pieno, il primo cliente porta fortuna – esclama categorico nonno Talpone.
Con i libri infilati nel borsone della spesa arranca verso casa, maledetta anca destra, anche le spalle sono rattrappite dal freddo.
“ Ma è un affare – gongola dentro sé – pochi euro per ore di chiaccherate piacevoli e in più due libri interessanti. Altro che psicanalisti, psicologi, medicine e dottori. Cipplimerlo ! Sono furbo io !”

PS
Cercasi dattilografa volonterosa, miti pretese, per sostituire scioperato operatore.

N. T. RISPONDE


“ OK “
OK, come risponde sempre telegraficamente mio figlio maggiore, il Promettente Avvocato, quando gli chiedo qualcosa o cerco di comunicare con lui, via SMS o WhatsApp, dato che parlare per telefono con una persona impegnata sul lavoro è una folle speranza.
OK, ritiro il licenziamento, ma quel benedetto pensionato deve trascrivere ogni tanto i miei sentimenti, quelli che gli sussurro ogni giorno, altrimenti perché pagare il canone di un blog e deludere i diritti di quei pochi lettori che mi seguono ?
Devo ammettere a sua discolpa che da mesi deve assistere ogni giorno, da badante affettuoso, sua moglie, l’amata Istrice Amorosa, che, essendo stata operata alla spalla destra, vive giornate di sofferente inabilità.
Forse questo, unito alle delusioni delle sue possibilità di maratoneta, può spiegare le sue mancanze, ma è affidabile una persona che in breve tempo ha perso tre indirizzi email, si è confuso in quattro figure di face book e perde giornalmente libri, oggetti, soldi e ricevute ?
Diciamo che lui è professionalmente inaffidabile.
Certo la vecchiaia ha i suoi difetti e questo è il blog di un nonno, quindi amatoriale e come lui leggermente svampito e stravagante.
Ma devo anche lamentare il fatto che non trovo quasi mai risposte o notizie dagli altri talponi del mondo, non ne capisco il motivo, forse per timidezza, rassegnazione o paura di mostrarsi nelle proprie debolezze ?
“ Uscite dalle vostre tane, raccontate qualcosa, altrimenti con chi comunichiamo ?”
Per quanto mi riguarda tra poco uscirò fuori casa, un saluto al giornalaio, due battute con il superstite bancarellaio di libri in piazza, infine i brevi commenti con il cassiere del supermercato dove mi reco giornalmente nelle ore di minor affluenza.
Ormai bisogna comperare qualcosa e pagare per poter parlare .
Ah bei tempi antichi, quando fuori della porta di casa c’erano le anziane vicine di scala che uscivano a parlare quando ti sentivano passare, la portinaia con le notizie e i pettegolezzi del giorno, il droghiere, il panettiere, il lattaio, le bancarelle della frutta e quello che riparava le penne stilografiche, tutti quei pittoreschi negozietti e simpatiche persone che animavano le vie della città.
Già, ora stiamo chinati sul nostro computer, scrutando lo smarphone, agitando spasmodicamente i pollici sullo schermo, perché parlare quando si può chattare?
Per noi rimangono le pensiline dove si aspetta pazientemente il possibile passaggio di un autobus o le anticamere degli ambulatori e degli ospedali dove finalmente si parla, si commenta o meglio ci si sfoga, aspettando il proprio turno e si allevia l’attesa.