LA GIOIA PIÙ GRANDE


“Oggi è un giornata solare, fredda ma stupenda.

È ancora inverno, d’accordo siamo nel nuovo anno, lo riconosco, che cosa è avvenuto, quale sono le strabilianti novità?”

Nonno Talpone sorride soddisfatto, in pace con sé stesso e con il mondo.

Il segreto, la grande scoperta per lui, che annuncerebbe gridando per le strade o scrivendo ai direttori dei giornali, se non fosse una dimenticata verità, anche se descrivibile come ” scoperta dell’acqua calda”, è che da ieri sono finiti i suoi dolori.

Quelle fitte acute e lancinanti che lo tormentavano alla base della colonna vertebrale, nonostante calmanti, punture e codeina, quelle che gli impedivano di sedersi, di sdraiarsi, di camminare, bene proprio quelle maledette sono improvvisamente quasi scomparse.

Vivere nel dolore acuto non è esistere, è un inferno sulla Terra.

Ma come si fa a lamentarsi per piccole cose, per una discussione, uno sgarbo, una melanconia?

Ci dimentichiamo dei momenti passati soffrendo dolori acuti, ripetuti e tormentosi.

Ricordiamocelo, è una scoperta che talvolta ci capita, magari anche sovente e che poi dimentichiamo.

O meglio è il nostro organismo che per fortuna ci salva coprendo di una nebbia benefica le sensazioni più terribili provate nel passato.

Altrimenti non sarebbe più vita.

LA BEFANA DEI NONNI


Dopo questi lunghi giorni abbastanza solitari oggi gli anziani nonni hanno ricevuto una lunga videochiamata dal Martello inglese e goduto un pranzo con la famiglia del Grande Avvocato al completo.

Sorrisi, dolci parole, piccole tenerezze a contorno di cibo saporito e vini robusti.

Poiché i nonni sono di altri tempi hanno voluto portare dei regalini ai due nipoti, libri d’arte e di storia, ma anche delle calze ripiene di caramelle e cioccolatini.

Non c’era il camino o la cappa per appendere quelle gonfie calze dorate, ma i ragazzi, sì ormai non sono più bambini, hanno apprezzato ancora questa antica cerimonia dei tempi andati con una certa gioiosa allegria.

Anche i nonni erano emozionati, rivivendo le personali esperienze di tanti anni fa, ripetute con i loro figli.

Ecco, gli anziani servono ancora poco, ma almeno mantengono, fin che possono, queste piccoli rituali di serenità e di ricordi in un mondo nebbioso e insicuro.

35 DICEMBRE 2020


Non vi è un errore nelle date, solo che lui, nonno Talpone, insiste per mantenere un suo calendario personale, io devo obbedire agli ordini.

Pensate che all’inizio della pandemia a marzo, quando hanno posto dei limiti alla circolazione, lui, arrabbiatissimo, ha cominciato ad annotare su un grande foglio a quadretti il numero dei contagiati, dei ricoverati e dei defunti.

Sulle varie colonnine verticali precisava anche la nazione di appartenenza.

Giorno dopo giorno le colonnine si riempivano di numeri progressivi, in testa allora vi era la Cina, seguita dalla Corea.

Poi nelle classifiche sono comparse le nazioni europee, Italia in testa, seguite dalle Americhe, alternando i vari Paesi nel punteggio più alto nella macabra gara dei contagi.

Una sensazione crescente di depressione e angoscia.

Le notizie di parenti e conoscenti colpiti dal virus e scomparsi lo hanno depresso, come tutti ovviamente.

Restavano solo alcune annotazioni curiose.

Per esempio, uscendo per andare alla vicina farmacia, circa 600 passi secondo il suo orologio da runner , quelli erano tempi lontani ed eroici, ha potuto contare le persone camminavano impudenti senza mascherina protettiva.

Tra 12 e 15 individui, tra donne e uomini.

Poteva così calcolare una media nelle sue rare uscite, circa un idiota ogni 40 passi.

Ha potuto ascoltare di persona da alcuni delle affermazioni come ” In giro per le strade tutti quelli con la mascherina sono comunisti !”

Nonno Talpone viveva in una repubblica staliniana e non lo sapeva!

Un sociologo dovrebbe analizzare i motivi che spingono le persone di destra e i fascisti a negare il rispetto per la salute degli altri uomini, con la scusa di una pretesa libertà personale di fare tutto ciò che vogliono.

Ma queste sono tristezze, bisognerebbe essere vaccinati anche contro la stupidità e il menefreghismo.

Allora lasciamo che qualche anziano si rifugi in conteggi inutili, nelle scelte di un calendario personale, persi nei loro giorni sempre uguali, in attesa dell’incontro con i nipoti, i figli, gli amici per fare tornare un sorriso sui loro visi corrugati.

L’UOMO CHE RIFIUTÒ L’ANNO NUOVO


Non c’è niente da fare, per quanto io insista, nonno Talpone dice che lui vuole continuare a vivere nell’anno 2020.

È risaputo che gli anziani sono testardi e un poco svaniti, che alcuni non vogliono festeggiare i loro compleanni dopo una certa cifra maturata, ma questa sua petulante affermazione mi preoccupa.

Non è per l’età, ormai a dicembre lui ha festeggiato i suoi anni con la moglie e una spumeggiante bottiglia di Prosecco.

” Scusate ma che cosa è cambiato? – insiste battagliero nonno Talpone – I dolori alla schiena continuano, si gira ancora con la mascherina per il virus, non posso abbracciare i figli e i nipotini, non vedo gli amici, non posso girare per le città, i musei, le biblioteche, i cinema, i concerti.

Il tempo è freddo e piovoso, siamo sempre in inverno.

Chi ha deciso per me che c’è un nuovo anno?”

Queste sue categoriche affermazioni mi ricordano quel libro di uno psichiatra che avevo letto recentemente, ” l’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”.

Forse bisognerebbe aggiungere un altro capitolo, ” l’uomo che rifiutò l’anno nuovo”.

ARRIMASTO


Era ora!

Dopo tanta impaziente aspettativa è finito l’anno 2020.

Ricordavo sempre al mio amico psichiatra , citando il grande Eduardo: “Adda passa a nuttata !” alludendo a questo anno nefasto come una notte da incubo.

Alla cena del 31 , tenera coppietta, abbiamo mangiato uno zampone di Modena con le lenticchie di Castelluccio.

È noto che le lenticchie portano tanti soldini , me lo diceva mio papà da quando avevo 5 anni.

Il denaro copioso non l’ho mai visto, ma sono goloso, quindi mi contento.

Ieri mattina, radiosa giornata del nuovo felice anno 2021, è iniziata con la pioggia battente, almeno qua a Milano.

Ma alzandomi dal letto ho percepito una fitta dolorosa alla schiena, che testardamente si è mantenuta insieme agli altri acciacchi del 2020.

Anzi i dolori si erano raddoppiati.

Ma come?

” Anno nuovo, vita nuova “

Lo dice il proverbio e io ci credevo.

Quindi, cari amici, questo vuol dire che io sono “arrimasto”.

Sono ancora nel 2020, sempre settantottenne, ad aspettare il radioso anno nuovo.