Questo è il ripetuto beffardo richiamo del figlio promettente avvocato, da quando ha sorpreso nonno Talpone, che poi sarebbe il suo indegno padre, a leggera una interessante biografia della defunta regina e degli inizi della rivoluzione francese, invece di seguire le sue pressanti indicazioni di commissioni di svolgere seduta stante.
In questo afoso pomeriggio nonno Talpone è stato svegliato da una suoneria sconosciuta di un cellulare.
Ha ascoltato distrattamente, poi ha richiuso gli occhi, ha deciso che il trillo sconosciuto non lo riguardava.
La sua Istrice l’ha risvegliato quasi subito, dicendo “ E’ per te, è tuo figlio !” – ponendogli in mano un tozzo cellulare viola, che ha dovuto riconoscere come uno dei tanti che la sorridente avvocato Tuttopiede gli aveva affidato mesi fa per un’ eventuale riparazione.
Lui l’aveva portato dal suo amico cinese Ping che l’aveva appena sistemato e pertanto vi aveva trasferito la sua SIM base ( quella immediatamente riconoscibile, tra le sue 14 collezionate ) per effettuare la prova di funzionalità.
“ Pronto – ha subito bofonchiato, perso nei suoi incubi abituali.
“ Come sta Maria Antonietta ?- ha chiesto ironico il leguleio di famiglia.
“ Bene, la stanno quasi per arrestare, in effetti le sue spese per l’acquisto del palazzo di Saint Cloud e le sue collane di diamanti stavano dando il colpo di grazia alle finanze francesi, però la colpa era anche del marito, Luigi XVI … – stava proseguendo imperterrito nonno Talpone, come se stesse ancora sostenendo l’esame di storia con il suo professore della Bocconi, si quello famoso, di cui non ricorda il nome .
Da giorni lui cerca di portare avanti la lettura di questo affascinante libro, che ha momentaneamente sostituito quello sulle presunte origini del popolo ebraico, interrotto da ripetute beffarde domande del figlio maggiore.
“ Papaa, papaa …- come uno squillo di adunata del periodo militare risuona la chiamata della suddetta progenie – basta, ora vai dal tuo meccanico Feng, ritira il certificato di demolizione della mia auto, l’hai portata ieri, quando hai ritirato l’altra mia auto che doveva fare la revisione e mettere a punto la carburazione, ti ricordi vero ? Bene, lasciami a casa quel documento, consegnami anche il rotolo delle catenine d’oro che ti avevo richiesto per il regalo che devo fare sabato prossimo, sai quello del battesimo? Bene, fai questo e tutto è finito, semplice, vero ?”
“ Come finito – azzarda nonno Talpone, che poi sarebbe il padre di quei due figli maschi che lo trattano con tranquilla arroganza, diciamo anche amorevole, riservata di solito ad uno spelacchiato Teddy Bear da cuscino – non posso mica falsificare la tua firma, è un reato, mi pare, non dovresti andarci tu all’officina che cura la vendita del tuo catorcio ?”
“ Papaa, papaa… io ho da fare, tu non fai mai niente. Il presunto reato si configura solo se il soggetto che subisce la contraffazione della sua firma fa ricorso, quindi stai tranquillo ed esegui.”
“ E se ti viene l’idea di fare questo ricorso, così, tanto per farmi un dispetto, lo so , ne saresti anche capace! – mormora piagnucoloso nonno Talpone.
“ Papaa, papaa… smettila, con questo hai finito di fare tutte le commissioni di cui ti avevo incaricato, sei contento ? Le catenine, le due auto da riparare, il congegno della tapparella , la batteria dell’auto, l’accompagnamento dal concessionario dell’auto nuova da acquistare a Brescia, l’imbottigliatura della mia damigiana di bianco Oltrugo. Insomma, ho faticato più io a dirti le cose che te a farle. A proposito, ho finito l’olio umbro, portami la solita damigianetta !”
“ Sempre io a fare le cose – mugugna come d’abitudine nonno Talpone in tono sommesso.
“ Beh certo, a chi altri devo chiederlo, alla mamma ? Lei è la mia mammina e mi fa già tante cose !”
“ Già, e io chi sono ? – interroga irritato il cosiddetto maschio di casa.
“ Tu sei il padre del pollo inglese, insomma di mio fratello, il Martello di dio –chiude beffardo il promettente avvocato di casa Talponi.
Sdraiata sul divano, avvolta teneramente da una copertina di lanetta bianca ridacchia sommessa mamma Istrice, che ha udito con evidente compiacimento l’intera conversazione nel viva voce.
Accantonato il voluminoso libro sulla Rivoluzione Francese e le disavventure della regina Maria Antonietta, l’Austri’chienne, il vecchio papà rinvia riposo e lettura per i suoi impegni quotidiani.
Undici anni fa, quando l’avevano dismesso dal lavoro, avevano proditariamente asserito “ Riposati, ora goditi la pensione di vecchiaia !”