Pannoloni & Co.


Lunedì tutto il Regno Unito si è fermato, chiusi negozi e supermercati, cafeterie, farmacie, pochi autobus e nessun giornale.

Tutti al funerale dell’amata regina o incollati alla televisione, più di 21 milioni.

Anche nonno Talpone appena finita la colazione si è seduto davanti allo schermo dalle 9.30 alle 14.30.

Poi, vista partire l’auto funebre per il castello di Windsor, lui ha ceduto alla fame e alla sete, raggiungendo tremebondo la cucina.

Spettacolo commovente questo funerale e incredibile per la spettacolarità.

Però nonno Talpone deve confessare che durante la cerimonia per ben quattro volte ha dovuto correre in bagno per la sua prostata inferocita.

Certo ad essere stati previdenti lui avrebbe potuto fornirsi di bibite, panini e indossare il pannolone.

Già, a proposito, come hanno potuto quelle decine di migliaia di persone che in piedi, assiepate, sono rimaste ferme per ore?

Quanti pannoloni erano stati distribuiti per poter resistere alle impellenti necessità?

Sarà una personale curiosità, ma i giornali non ne parlano.

Forse la mascherina sul viso antiCovid non imbarazza, il pannolone, questa mirabile invenzione per bambini, donne e anziani si può sbandierare in pubblicità, ma disturba anche se quando è indossato è invisibile.

Forse ho toccato un tabù, tipo queste cose si fanno ma non si dicono.

Per fortuna all’ingresso della mia biblioteca di Brighton c’è uno scaffale con i pannoloni a disposizione gratuita per grandi e piccini.

Cultura sì, ma attenzione alle esigenze dei cittadini.

” Questa si che è civiltà – afferma perentorio nonno Talpone – si può partire dal pannolone per arrivare alla soluzione dei problemi dell’umanità”.

BON TON


Premetto che questa mattina lui è infuriato e accidioso come non mai, stanotte hanno avuto l’indecenza di richiamarlo a fare il servizio militare, inutilmente lui protestava, ripeteva che l’aveva già svolto ben due volte, cosa esagerata, strepitava che aveva ormai settantadue anni, anticipando di ben nove mesi il suo compleanno.
Niente da fare, quelli l’avevano caricato su un aereo con un variegato gruppo di persone per recarsi in zona di addestramento alla guerra.
Naturalmente questo era solo un sogno, un incubo di nonno Talpone, ma lui spesso tende a confonderli con la realtà, almeno fino a mattinata inoltrata.
“ Come stai ? Bene? Non sei cambiato per nulla !”
Ecco queste esclamazioni usuali di saluto quando incontra qualche conoscente gli danno profondamente fastidio.
Lui sostiene che sono frasi fatte, non interessa a nessuno come tu stia, anche se ti senti giù la risposta deve essere sempre “ Bene, diciamo benino, suvvia !”, altrimenti crei un fastidio, una richiesta di interesse dovuto che incrina l’incontro, tutto deve sempre andare bene, la gente ha fretta, ha già i suoi problemi, non vuole impelagarsi con altri fastidi.
Se tu fossi veramente ammalato o disperato andresti a suscitare un emotivo sentimento di compartecipazione e provocheresti dei momentanei sentimenti di tristezza, più o meno sinceri.
Null’altro – conclude nonno Talpone, sempre più cinico – fino alla tua conclusione finale, quella delle “ Condoglianze. Era così giovane ! In fondo era una brava persona. Però chi l’avrebbe mai detto !”
Poi si avrà il fastidio della partecipazione al funerale, la colletta per le corone, il riunirsi al cimitero, dove in compenso si incontrano molti amici e conoscenti pesi di vista da anni.
“ Dai sentiamoci ancora, non perdiamoci di vista !”
No, niente paura, si rivedranno senz’altro al prossimo funerale, se non sarà il loro.
Che dire della frase “ Non sei cambiato per nulla ! Ma come fai a mantenerti così giovane ?”
E’ particolarmente perfida e viene usata specialmente tra le donne con abbondante ipocrisia, come se alla mattina uno quando si va a lavare e si guarda allo specchio non notasse i propri cambiamenti, i gonfiori, le borse sotto gli occhi, le rughe e tutto il continuo sfaldamento del viso e del corpo.
Ti insaponi e ti sciacqui come per togliere quella patina, quell’offuscamento dell’immagine, usi creme, profumi, ti massaggi, ti riguardi e con un sospiro smetti di tormentarti inutilmente e te ne vai.
Forse ha ragione nonno Talpone, sarebbe meglio pronunciare un semplice “ Ciao !” sorridere, offrire un aperitivo o un caffè e poi, se l’altro lo richiede, porgere un orecchio paziente ai suoi bisogni di sfogo.
Questa è la teoria, il piccolo galateo ormai trascurato, ma poi spesso si ricade nell’uso comune e anche noi chiediamo in fretta “ Come stai? Tutto bene ?” senza aspettarti una vera risposta, anzi, nel caso, cerchi di rifilare i tuoi momentanei problemi all’altro, in una gara di reciproca sopraffazione.
Poi i ripetuti saluti e la promessa di incontrarci presto.
Uno penserà “ Che noioso, non la smetteva più di parlare di sé, è proprio un tremendo attaccabottoni !”
L’altro invece si lamenterà dentro di sé “ Che persona fastidiosa, vuol dire solo la sua, non ti ascolta, è proprio invecchiato, anche male direi !”
Per fortuna io e voi non siamo di questa specie, abbiamo un buon carattere e senso della misura, un innato senso del bon ton, non è vero ?
“ Bene, a proposito come state? Vi trovo meravigliosamente in gamba !”