I piccoli curiosi


Sono arrivati dieci giorni fa a Brighton per stare insieme ai nonni e frequentare dei corsi di lingua.

Le attività scolastiche di gioco e di scuola li impegnano dal primo mattino a metà pomeriggio, talvolta anche fino alle dieci di sera.

Il sabato e la domenica sbarcano dall’aereo i loro genitori, ossessivi e protettivi, non bastando le due o tre telefonate quotidiane.

Gli italiani sono mammoni, si sa.

In casa i ragazzi parlano di calcio, del mercato dei giocatori e guardano le partite sui loro smartphone.

Ossessivitá juventina ereditata dal loro papà, il Grande Avvocato.

Nonostante questo certe volte mi parlano.

Mi chiedono per esempio quanti libri possiedo.

” Cinquemila forse, non li ho mai contati.”

” Ma quanti libri hai letto nella tua vita?”

” Non lo so, forse il doppio, ma i libri interessanti li rileggo, anzi ora li risento.”

Tutto è numero, graduatoria e audience per loro.

” Nonno quanti leggono il tuo blog?”

” Pochi, sono i migliori.

O forse i più pietosi ”

” Nonno come hai conosciuto la nonna ?

E’ vero che ti hanno fatto una festa per i 50 anni del vostro primo bacio?

Ci scrivi  la storia?”

Ai bimbi non si può dire di no, l’ho raccontata centinaia di volte a voce in tutti questi anni, ora la scriverò, a fatica, lo ma lo farò per voi ragazzi miei.

 

 

Degeneration


Sono decisamente contrario agli ottimisti ad oltranza.

Non sopporto i piagnoni.

Se mi trovo abbacchiato, demoralizzato e punito da un corpo invecchiato, come accade negli ultimi mesi, me ne sto zitto sotto un cespuglio, come un vecchio gatto malato.

Però osservo un fatto buffo : campando a lungo sono passato attraverso diversi tipi di generazione.

Prima quella dell’infanzia di guerra, poi da teenager , grazie ad amici simpatici ma terribili, alla generazione dei ” Teddyboys” .

Nel 1967 ho scoperto la libertà fuori da famiglia, lavoro, soldi, carriera, da felice ” Figlio dei fiori”.

L’anno dopo l’entusiasmo del “Movimento Studentesco” , uscendone poi  disgustato da violenze e terrorismo.

Breve pausa tra gli artisti squattrinati della generazione neosurrealista e concettuale.

Il primo figlio in arrivo e lunga vita da travet inquieto, ma felice padre di famiglia..

Pensionato fortunato, quando esisteva il coefficiente 95, sono entrato nella ” Terza età”.

Ora la mia è la generazione della “Degeneration”.

Quella in cui non ci vedi, non senti, non cammini, sempre a dieta medica, giri più ospedali che centri di villeggiatura e parti con la valigia piena di medicinali.

Quale futuro ci può riservare?

Il mio vecchio amico psichiatra, che tra operazioni, tumori e malesseri non sta dietro a nessuno, mi ha consolato via WhatsApp ” Se c’è la facciamo potremo andare in un ospizio a fare i vecchietti terribili”.