NOTTI BIANCHE


La giornata è veramente finita, pensa nonno talpone mentre, insieme alla sua adorata compagna, spinge le carrozzine dei nipotini addormentati verso la camera dell’albergo, che per fortuna, dice lui, è fornito di ascensore.
Non si fatica a fare i quattro piani con bambini e annessi in braccio.
Che lusso, nella famiglia di talpone che abita dal tempo della guerra un terzo piano senza ascensore, il trasporto bimbi addormentati è una vecchia consuetudine.
Ormai loro sono diventati come gli sherpa, valigioni, bimbi, scatoloni, mobili, tutto viene da loro trasportato verso la cima, pardon  la meta, faticosamente.
In albergo tutto va liscio, rampa di accesso, ascensore, corridoio, si entra e si compie il trasbordo bimbi da carrozzino a letto, svestizione e indossamento pigiamino in silenzio, con mosse sicure e coordinate come da lunga abitudine.
Ecco, i nonni come un’equipe chirurgica ben affiatata hanno svolto il loro compito.
Ora a letto, talpone con lo scoiattolino, l’istrice morbidosa con la piovretta.
Quest’ultimo va diviso dal fratellino, oltre che per la preferenza spiccata del singolo nipotino per il nonno preferito, anche  per la simpatica abitudine di svegliarsi di notte per la perdita momentanea del ciuccio.
Quindi strillo-recupero affannoso del ciuccio smarrito-riappisolamento fino alle sei del mattino, quando il suo stomachino esige con gemiti e pianti acuti il biberon di latte tiepido da servirsi con massima velocità per fermare la sirena d’allarme.
Scoiattolino invece dorme fino alle otto del mattino, ha un risveglio lento, richiede conforto del nonno per raccontare i propri sogni notturni e fare conversazione seria da uomini adulti.
Tutto sembra semplice, ma l’aria marina, la lontananza dei genitori o la stazza di nonno talpone producono uno strano fenomeno di slittamento .
Posto delicatamente lo scoiattolino nella parte destra del lettone matrimoniale, questo nel sonno scivola con moto lento ma costante nella parte sinistra occupata da nonno talpone, che accetta la richiesta di vicinanza fisica, il testa a testa di conforto, ma chiede un minimo di tranquillità.
Lo scoiattolino addormentato invece vuole pedalare la bicicletta anche nel sonno, lanciare palle di fuoco come il suo supereroe e fare piroette come Spiderman.
Talpone però è vecchio del mestiere.
Come già faceva con suo figlio, il futuro  brillante avvocato, lui scivola fuori, fa il giro del letto, per stendersi poi nell’
altra estremità.

Un piano geniale che talpone svela al mondo intero per la prima volta, a beneficio di genitori e nonni che devono giacere nello stesso letto con piccoli bimbi.
Da usare più correttamente invece delle solite spinte infastidite, gli urli rabbiosi, le notti bianche e gli allontanamenti precari della propria cozzetta agitata.
Funziona benissimo.
Beh, naturalmente può capitare in alcuni casi sfortunati che con lento movimento il bimbo poi scivola di nuovo dalla vostra parte e voi dovete rifare il giro del letto. Questo però non allarma il bimbo nel suo sonno e permette a voi di fare gratuitamente una salutare ginnastica anche nelle ore notturne, mantenendo la linea e il giro vita.
Dovrò consigliarlo alla mia amica Elasti che dice di avere sempre questi problemi estetici ( non è vero, ma fanno parte delle sue fissazioni mentali ) con tre figli che si ritrova la dovrebbero tenere in gran forma, senza prender insolazioni nel suo jogging quotidiano durante il solleone americano.

UN AFFRONTO


Siamo in spiaggia, il signore con il pizzetto e baffetti sottili è il padre di un piccolo che gioca con i miei.
Finalmente un tipo simpatico, estroso, buon conversatore, forse anche per la sua professione di promotore di una nota casa farmaceutica americana.
E’ uno dei pochi con i quali posso parlare di libri, di storia, di religione e di politica, insomma fuori dall’usuale bla bla quotidiano.
Le nostre idee sono molto simili, a parte il suo ateismo dichiarato, che io trovo troppo radicale, in fondo la negazione assoluta di qualcosa fuori o sopra di noi la trovo fideistica.
Ma sulla situazione politica le nostre opinioni sono quasi sempre convergenti.
Nonno talpone si infervora nell’argomento e comincia a enumerare la sua personale versione della rivolta studentesca del 1968, la reazione studentesca alla guerra del Vietnam e la richiesta di un nuovo modo di studiare in università e nelle scuole.
Insomma i particolari cambiano, ma i problemi sono sempre quelli, irrisolti naturalmente, però le radici sono quelle del ’68, è chiaro, non pare anche al nuovo amico ?
Lui mi guarda per un attimo, poi con un sorrisino contrito risponde “ Ma io veramente nel 1968 non ero ancora nato !”
“ Incredibile, ma come non eri ancora nato, accidenti, non si può proprio parlare con nessuno “

VOGLIA DI TENEREZZA


E’ scesa la notte, i nipotini sono ormai addormentati nei loro lettini, nonno talpone e la sua istrice dai verdi occhi intriganti si siedono al tavolo della cucina, sono lievemente storditi, la giornata è finalmente terminata.
Tra poco andranno anche loro a dormire.
Talpone guarda la sua donna e non sa perché le trova sempre qualche particolare malioso che sembrava aver scordato.
Lei è stanca, la giornata è stata lunga, notevole anche  la richiesta di attenzioni oltre alla gioia dello stare insieme ai piccoli cuccioli di uomo, come li chiama il martello londinese.
Talpone sorride della situazione, vorrebbe abbracciarla e parlare insieme di mille tenerezze.
Si rende conto per esperienza che lei pensa solo a recuperare le forze, non hanno nemmeno la televisione satellitare con le serie investigative di Sherlok Holmes, del commissario Barnaby, di Poirot, che sono il suo oppio rilassante.
Così il nostro eroe rassegnato recupera la bottiglia di grappa del famoso Uncle Sunday, il magico distillatore del trentino, le versa un bicchierino medicinale.
Lei sorride grata, quando riceve anche un pacchetto di sigarette e accendino che lui aveva tenuto per le emergenze gli mormora “ Grazie, ci voleva proprio ! “
Talpone lo riceve come un atto d’amore, vivere molte primavere forse serve a qualcosa. 

SERATE DA SPIAGGIA


La cena è stata consumata, la nonna lava i piatti, se li lavasse talpone non sarebbero mai puliti come dice lei, quindi il nonno cerca di fare un paio di partite a rubamazzetto con i nipotini.
La piovretta prende alla lettera il nome del gioco, ruba tutte le carte raggiungibili e cerca di accartocciarle per creare nuovi origami.
Lo scoiattolino gioca bene, ma ha una fortuna sfacciata, ha sempre in mano la carta che ti ruba il mazzetto faticosamente accumulato.
D’accordo è un gioco, non bisogna arrabbiarsi, però che razza di, insomma nonno perde continuamente.
Per fortuna non giochiamo a soldi o a caramelle.
Alla fine si esce tutti con i due passeggini per il giro serale.
Litigano un poco per la scelta del trasporto e del nonno guidatore, dato che nelle loro intenzioni si tratta di una gara di velocità e slalom tra i villeggianti sul lungomare.
Presto c’è la prima fermata alle giostre, per caso la nonna si ferma fuori dal baraccone per curare i bolidi da corsa e talpone è addetto ad issare i due piccoli su un’astronave spaziale sormontata dal faccione gigantesco di Buzz Light Year.
Sistematili e allacciate le cinture di sicurezza, il nonno non fa tempo a scendere dalla giostra, quindi si fa numerosi giri aggrappato all’astronave maledetta che oltretutto rulla, si innalza e si abbassa tra fischi, balenare di luci e mitragliamenti vari.
Dopo ben tre corse scende dal piedistallo e tocca terra accompagnato dai due bimbi, leggermente impallidito e con vertigini lancinanti.
La sua proverbiale prontezza di riflessi da bradipo gli ha impedito di scendere in tempo, ma i nipotini l’hanno considerata un’azione temeraria e oltretutto ha viaggiato gratis, cosa che in Liguria è oggetto di alta stima.
Per rinfrancarci c’è vicino un minuscolo carrettino che vende zucchero filato.
Lontani ricordi di fanciullezza commuovono talpone, un tuffo nel passato di più di sessant’anni, ai tempi delle mele cotte glassate e infilate su uno stecco, delle collane di castagne secche e del castagnaccio.
La vecchia signora ha un ripiano con due enormi ciotole di alluminio, versa il bicchierino di zucchero bianco o rosato nel foro centrale, avvia il motorino e raccoglie le tele zuccherine con un lungo spiedino di legno.
Ne compro due, la piovretta assaggia, ma poi passa il grosso fuso al nonno che finge di accettarlo con riluttanza.
Con gli assaggi iniziamo un duello a colpi di stecco con lo scoiattolino, ci rubiamo lo zucchero filato e ci forgiamo enormi baffi bianchi e rosa.
Poi il gioco finisce e talpone si ritrova con due fusi malconci in mano e zucchero filato sul viso e sui calzoncini corti.
Nessun problema di dieta, niente si spreca per la generazione di guerra, quindi nonno se li divora alla faccia dei benpensanti che fanno la vasca sul lungomare.
Ci fermiamo su un lungo molo, la luna piena è uno splendore, lascia una lunga stola argentea sul mare scuro per confondersi poi con la schiuma delle onde che si infrangono sulla scogliera sottostante.
La piovretta grida entusiasta “ Il sole, il sole !”
Grosse risate del fratello maggiore, dopo un attimo di distrazione nostra mi accorgo che il piccolo ha aperto e sta rovistando nel contenitore di esche e ami di un vicino pescatore.
Lo blocco e strepito “ Sei proprio una piccola piovra, tocchi e rompi tutto !”
Lui si inalbera e reagisce strillando “ Io non sciono pioveretta, capitoo !”
“ E allora cosa sei ? “
“ Sono l’ammore di gnogna !! “
Nonna istrice lo sente, si commuove e gli corre incontro abbracciandolo e sbaciucchiandolo.
Non solo le bambine, anche le nonne ammalia questa piovretta.
 

POMERIGGI DA SPIAGGIA


Finalmente le due belvette e il generale dormono nella camera vicina.
Talpone è distrutto, ma l’idea di essere fortunosamente padrone del campo, la cucinetta del miniappartamento, lo elettrizza e vince la sua stanchezza.
Guarda le notizie del suo Iphone, regalo natalizio del martello inglese, disgustato di vederlo girare con cellulari cimeli di almeno dieci anni prima.
Controlla la posta : email di banche, di assicurazioni, offerte di viaggio scontate, di un circolo ricreativo aziendale, oltre allo spam già filtrato dal programma.
Un paio di volte alla settimana uno scritto del martello inglese o di qualche sua amica.
Già, lui fa parte della generazione pre-informatica, i suoi conoscenti al massimo usano i cellulari per fare telefonate, due o tre sanno usare gli SMS, forse ancora meno quelli che scrivono email, se parli di blog e twitter ti guardano allibiti.
Usano ancora inviare cartoline illustrate dai luoghi di vacanza e per Natale.
Esistono ancora persone che scrivono lettere a mano con buste affrancate da francobolli multicolori.
Nonno talpone sta studiando una proposta di salvataggio di questa specie in via di estinzione, ne parlerà con il grande capo, quello dei ministeri distaccati nelle cittadine, che ora sta valutando il consiglio della creazione di nuovo  ministero a Terni, quello della bruschetta padana insaporita con l’olio di Varese.
Come se poi talpone non fosse un ibrido della generazione cartacea.
Prima di essere fulminato sulla via di Damasco dalla Elasti lui confondeva il blog con il bob.
Comunque ora apre il suo taccuino e scrive quanto gli detta il suo bestione nascosto, che poi trasferisce sul PC a velocità di appuntato dei carabinieri, con i due indici.
Evidentemente, dato questo metodo celere, molto viene cambiato e corretto.
Si è svegliata nel frattempo la tribù, distribuzione di succhini di frutta, latte e merendine.
Talpone annaspa sulla tastiera, i bimbi hanno fretta di scendere in spiaggia, lui attaccato al suo PC come una cozza non vuole cedere, geme che sta quasi finendo, sa che non avrà altre chance.
Alla fine la grande madre primordiale, la sua istrice amorosa, ne ha pietà e trascina al mare i due piccoli.
Martellato dal senso di colpa talpone chiude in fretta il suo pezzo, rivedendo e correggendo, ma tanto gli amici capiranno, in fondo non è uno scrittore.
Scende di corsa per corridoi e ascensori, scansando gruppi di vecchietti che si muovono lentamente.
Ma questo è un residence o un ospizio ?
Ma lo stuolo di mamme e bambini lo rassicura, non è stato ancora ricoverato.
In spiaggia tra grida, corse pazze, frigni e risate.
Una bimbetta gli si avvicina e chiede “ Come si chiama il suo bambino piccolo, il mio nome è Cristina “
La piovretta dai grandi occhi azzurri ha colpito ancora il cuore di una bambina.
Nonno talpone riceve queste richieste di presentazione femminili almeno due volte al giorno.
Solo che ieri una piccola ha commesso un madornale errore.
Piovretta era uscito inferocito di tutta fretta dalla casetta dei giochi, urlando “ Non sono una bambina, capito !!! Non sono una bambina “
Lo scoiattolino mi ha poi spiegato : una bimbetta di due anni l’aveva avvicinato con una maldestra domanda “ Io sono Gioia, tu come ti chiami, bambina ? “

VITA DA SPIAGGIA


Mattinata da spiaggia per i nonni :
Ore 6.30: sveglia urlante della piovretta di anni tre, subito un biberon di latte caldo e cartoni animati per ipnotizzarlo ed evitare che smonti e manometta i mobili e tutti gli oggetti disponibili.
Ore 7.30: sveglia sonnacchiosa dello scoiattolino di anni cinque, tentativi di farlo mangiare con promesse di farlo diventare forte come spiderman e forse anche come suo padre, residua alternativa come il nonno.
Ore 7.55: corsa di talpone in mezzo ad altri vecchietti asmatici e claudicanti per essere pronti alle ore 8 precise per l’invasione della spiaggia dell’albergo e occupazione con asciugamani, borse e altri oggetti personali delle sdraio preferite.
Di solito nonno talpone sgomita con poche mamme per l’ultima fila lontano dalla spiaggia ma fronte zona giochi, dove c’è una casetta di plastica, miniscivolo, bilancia altalena, cavalli a dondolo e spazio sabbia da costruzione.
La massa dei vegliardi arranca faticosamente ma con caparbietà feroce per la famosa seconda fila vista mare, essendo la prima soggetta a pagamento extra.
Occupate militarmente le due sdraio previste, corsa rapida in paese per acquisto di latte, focacce, yogurt e altra merce secondo disposizioni superiori di nonna generale, anche previo aggiornamenti telefonici last minute.
Ritorno in camera, valutazione critica acquisti, deposito e stivaggio merce, carico borsoni e discesa rapida con i nipotini urlanti, che si spingono e scalciano come fanno i loro supereroi violenti, maledetta TV spazzatura e moda americana.
Controllo gioco dei bimbi, non far tirare la sabbia addosso ad altri bagnanti, recupero del nuovo camioncino gigante, trafugato da bambino biondo di anni due, velocissimo e aspirante grassatore ( il camion formato maxi è stato acquistato dal generale, dato che il parco camion raggiungeva a malapena la mezza dozzina ed era prevista grande operazione trasporto truppe ).
Pacificazione di gruppo di bimbi che litigano per il possesso esclusivo del’unica malconcia casetta di plastica, allontanamento di hooligans di dieci-tredici anni che giocando a pallone travolgono pargoletti e castelli di sabbia appena costruiti.
Bagno collettivo, tenendo sotto stretto controllo la piovretta, che ad onta del suo nome, non sa nuotare ma cerca di guadagnare il largo, forte dei suoi braccioli arancioni. Accompagnamento dello scoiattolo, che se la cava benino a cagnolino, ma impone al nonno l’arrivo alla lontana boa rossa e poi la piattaforma bianca, ancora più lontana, dei bagni vicini, per puntare poi alla barchetta che vede all’orizzonte.
Nonno dice con voce suadente che lo faranno sicuramente, ma il giorno seguente, oggi sono troppo impegnati, magari chiameranno lo zio martello, quel pazzo scatenato che si fa due miglia di gara nel Tamigi, con lui può andare in Corsica e tornare per pranzo.
Ritorno urlante alle sdraio, asciugatura, rimessaggio giochi, lavatura piedi, risalita in camera per doccia calda, cambio costumi, apparecchiatura tavola e ritorno veloce al piano sotterraneo per il self service, sgomitando con altri vecchietti tremuli ed indecisi, ma esperti nel dribblaggio fila, per acquistare le cotolette milanesi orecchio di bue e patatine fritte per gli amati pargoli.
Sull’ascensore con in mano i vassoi bollenti talpone trova altre anziane signore, lente ed indecise, che sbagliano a pigiare i tasti dei piani, altre donne di stazza maxi che cercano inutilmente di entrare nella cabina affollata.
Si mangia finalmente ? No, oggi lo scoiattolino ha cambiato idea, le tagliatelle le voleva al sugo e non al pesto, no il parmigiano non ce lo voleva, perché non ci sono gli gnocchi al ragù?
La piovretta ingoia tutto in fretta, ma si unisce al coro “ Anch’io voglio “
L’istrice prussiana interviene con voce ferma, verso talpone beninteso, “ E tu non alzare la voce, hai capito ? “
A questo punto arriva la telefonata ansiosa dei genitori che chiedono con tono flautato se tutto va bene lì al mare, se i bambini sono stati bravi e concludono a volte con “ Beati voi che vi divertite “
Certo, anche se la mattinata è stata movimentata nonno talpone é felice.
In spiaggia ogni tanto guarda e compatisce quella coppia di vecchietti sulla cinquantina che arrancano anche loro nella fila delle otto del mattino per occupare il solito ombrellone ultima fila lato giochi, disperatamente composti e solitari, lei tipo ramarro al sole, lui sulla sdraio all’ombra, con giornale e settimana enigmistica, isola perduta nel mare di urla e di risate dei bambini che si rincorrono intorno a loro.

VACANZA AL MARE (1)


Siamo al mare con i due adorati vivacissimi nipotini, i genitori come al solito ansiosi e dispiaciuti di lasciare i loro pargoletti, ma il maledetto lavoro, affaticante, assorbente e stressante li aspetta come una nemesi a Milano.
L’avvocato Tuttopiede sogna un’improbabile fuga dagli impegni per godersi il mare con i figlioli, ma non lo farà, il senso tedesco del dovere le è stato fissato nel DNA.
Studierà i suoi atti processuali, scriverà interminabili resoconti e proposte, documenti e resterà con il cuore quaggiù con i suoi bambini.
Il marito avvocato cerca di darsi un contegno, ma anche lui vorrebbe rimanere qui.
Prima di partire la mamma chiede ansiosa al suo scoiattolino “ Allora, farai il bravo con i nonni ? Ma io non ti mancherò ? “
Lui consolatorio “ Ma no mamma, non ti preoccupare, ogni tanto ti verrò a trovare “

PICCOLE COSE


Sveglia alle quattro del mattino, nonno talpone si lava e veste velocemente, ultime impacchettature nella valigia e nello zaino, controllo triplice che niente sia stato dimenticato, ma sa già che non sarà così.
Pronto a correre giù in auto nella notte verso la stazione, per salire sul treno che lo riporterà a Milano.
Sì, ha dato da mangiare una lauta colazione di addio alle sue cinque gatte, già sveglie a quell’ora, ma come avranno fatto ?
Lui pregusta una bella dormita nel suo vagone vuoto, chi mai viaggia di domenica ?
Invece entra subito nello scompartimento una famigliola di stranieri con due piccoli bambini di cinque o sei anni, parlano una lingua strana che non riconosce, forse è albanese.
Lui chiude gli occhi e cerca di pensare da stoico, ma inutilmente.
I due piccoli, maschietto e femminuccia sono bravissimi e educati, sussurrano poche frasi nel loro idioma incomprensibile e si addormentano.
Durante il viaggio saranno sempre tranquilli, curiosi e timidi, sorrideranno gentili all’offerta di tarallucci e persino di barrette di cioccolato, senza accettarli.
Incredibile, se si potesse conversare nonno talpone vorrebbe sapere come hanno fatto i genitori ad educarli così, ma in fondo gli fanno persino impressione nella loro angelicità.
Comunque dopo sette ore di intercity express, che ferma ad ogni più piccola stazione, arriva finalmente a destinazione, stravolto dal sonno e dalla stanchezza.
Nella giornata precedente aveva completato i lavori di taglio dell’erba nei suoi 3000 metri quadrati di collina ripida e sassosa, pompato lo zolfo su viti e olivi, finito i lavori di recinzione.
Tutto è pronto e messo in sicurezza per il prossimo arrivo dei nipotini scatenati.
Persino una piscinetta di due metri, un nuovo cumulo di sabbia da gioco e tendine varie da indiani.
Lo scoiattolino e la piovretta sostengono che da nonno talpone ci si diverte di più, perché si può fare di tutto, dal martellare i muri al costruire cumuli di fango, scavare buche, creare passaggi segreti nel folto dei cespugli, cacciare i gatti e le lucerole.
Insomma non è un posto a giardino e orto ben curato dove bisogna fare attenzione, come dall’altro amatissimo nonno.
In fondo nonno talpone lo piglia quasi come un complimento e non un rimprovero, se questo è considerato un terreno dell’avventura.
Per le gatte magari invece sarà un periodo di ramadan.
Ma perché divagare, arrivato a casa lo accoglie la sua istriciotta, fresca di parrucchiere, il viso rilassato da una settimana di vacanza, senza problemi di cucina, ricca di aperitivi e uscite in pizzeria con le amiche, rallegrate da quei discorsi che possono fare le donne senza maschi intorno.
Talpone in questo periodo l’ha sentita per telefono quattro o cinque volte al giorno, ma capisce che è rilassante sentirsi libera di tanto in tanto, ora la guarda felice e amorevole, con gli occhi di ventenne.
Lei trae dal frigorifero i piatti di vitello tonnato, che goduria, lui toglie dalla valigia il cofanetto di nere prugne montagnole, colte la sera precedente dagli alberi dell’orto, acerbette come piacciono a lei.
Si mettono a tavola, assaggiano, si raccontano mille particolari, si guardano e sorridono felici.
Sono le piccole cose quotidiane, quelle sciocchezze che ti fanno amare la vita, quei piccoli regali da nulla, quelle gentilezze minute, che magari passano inosservate al momento, ma che rimpiangeremo in futuro quando verranno a mancare, allora saranno perdute per sempre.
 Questo avrei voluto dire e augurare a quella coppia smagliante di giovani belli, simpatici, ricchi e very smart che incontrai alla cerimonia di mio figlio martello di dio e che avevo già augurato al suo matrimonio.
 

SALUTI


Saluti dal profondo centro.
Dove se non hai un SUV o il gippone fuoristrada non sei nessuno.
Dove si va a sagre o cenoni per fare una gran magnata e si parla della prossima gran magnata.
Dove ci sono più fucili da caccia che uccelli.
Dove quando sei sposato e non hai l’amante sei strano o un frocio.
Dove si dice che le donne hanno bisogno solo di due C , c..zi e cazzotti.
Dove se hai il figlio o la figlia omosex la mandano subito dallo psichiatra, nel più completo silenzio stampa famigliare.
Dove i giovani sono senza speranze e senza lavoro, poiché per averlo ci vogliono raccomandazioni grandi come TIR, o bisogna pagare.
Dove c'é il signore gentile che dice “ povero B. non lo fanno lavorà, qua ce vole ancora er duce  pe’ sistemà l’Itaglia “.
Saluti acidi da nonno talpone nella verde, gentile campagna umbra, quasi sempre uguale dal veneto alla sicilia.

MI MANCANO


Quiete della campagna umbra ?
Fanfaluche, balle, spot pubblicitario da promozione turistica.
Nonno talpone è iroso, corrucciato e brontolone.
Arriva quaggiù per lavorare ?
Piove a catinelle, cascate d’acqua notte e giorno.
Viene finalmente una giornata di sole ?
Sì, il decespugliatore funziona al primo colpo ( miracolo ! ) ma dopo tre ore di lavoro lui deve smettere per il mal di schiena che lo distrugge.
Le sue cinque gatte gli sono d’intorno, vengono a mangiare, ma poi fanno le schizzinose sul menù del giorno, perché il vicino della domenica le vizia a scatolette di carne.
In realtà nonno talpone si sente maledettamente solo, telefona quattro o cinque volte al giorno alla sua istriciotta  che è lontano, a Milano.
Lei si riposa, esce con le amiche, chiacchera felice e leggera, fa le sue ricerche in pace, ma lui sente il morso insidioso della lontananza.
E’ vero, è proprio lui, quello che sostiene che una pausa, un intervallo, una separazione alimenta l’affetto e l’amore, come un soffio d’aria sulle braci del camino.
Però che fatica, che patimento quel soffiare !
Forse gli manca il martelletto grazioso, sì il figlio londinese, che da quando si è sposato sembra molto meno agitato e aggressivo del solito, forse è normale per tutte le coppie fresche di luna di miele.
Gli manca molto anche l’avvocato, l’impegnatissimo stakanovista legale, sua moglie timida e sorridente, la tuttopiede, e i loro due piccoli cucciolotti, che ora si divertono in montagna e non si ricordano del nonno buffone.
Nonno talpone quindi lavoricchia, legge, scrive e cerca di convivere con la natura solitaria del luogo, ma loro gli mancano.
Poi diranno che, beato lui che è andato in campagna a divertirsi, non immaginano che la solitudine è anche sofferenza, uno vuole partire e nello stesso tempo non allontanarsi mai.
Il lavoro in campagna è faticoso, è un termometro implacabile delle tue forze e della tua età.
Ieri sera la nipotina punk mi ha presentato a cena un suo amico, grosso e irsuto, con criniera e gran barbone, sembrava un timido leone.
 In fondo all’orto abbiamo parlato un po’ e fumato la pipa della pace, come novelli indiani delle periferie.
Per fortuna l’erba non è sempre da tagliare e procurare mal di schiena.
Un attimo di pace e sollievo, ma ora che sono a casa, di notte, mi sento le canzoni di Vasco Rossi e sento che mi mancano dolorosamente, sì mi manca  tutta la grande cucciolata di nonno talpone.