Quando nonno Talpone ha letto questo titolo sul programma del festival over 50 non ha esitato ed è subito corso alla sede di Hip Hop, attualmente in una sacrestia della parrocchia vicina.
A lui pareva di essere tornato ai tempi del mitico ’68 , fraternità compagne e compagni, mettete i fiori nei vostri fucili, cortei di festanti bandiere rosse, occupazioni di università e lotte ai baroni.
Una volta entrato nella sala convegni addobbata di bandierine colorate ha visto una ventina di poltrone occupate da candide teste.
A dire il vero alcune signore sfoggiavano capigliature azzurro violetto, una addirittura un ammasso rosso ruggine che mal copriva il bianchiccio sottostante.
In fondo al salone un signore sedeva alla tastiera con accanto una cantante robustella di una certa età avvolta in un foulard argentato.
Il programma mattutino era soul jazz, interpretato con discreta professionalità.
Talpone ha applaudito e battuto il tempo con i suoi piedini misura 46.
In fondo è stato piacevole e divertente, nella pausa di mezzogiorno ha anche divorato nel caffè interno una grossa patata bollita farcita di fagioli e contornata da verza e maionese.
Nel pomeriggio lo spettacolo è continuato : canzoni popolari degli anni ’50.
La sua vicina di poltrona, minuscola gentile signora, gli si è presentata.
“Sono Helen e lei?”
” Talpone, piacere!”
” Io sono Helen e lei?”
” Talpone” con una voce più sonora.
” Come ha detto ?”si era sporta in avanti, portando l’orecchio a pochi centimetri dalla sua bocca.
” TALPONE !”
” Ah One, che strano nome, ma qual’é adesso il programma?”
Poi la novantenne si è assopita, mentre venivano intonate sdolcinate semplici canzoni del suo passato.
Con gli applausi si destava e cercava di partecipare anche lei.
Povera dolce Helen, alla fine mi hai fatto capire perché ” Rebellion Art “.
Bisogna reagire, ribellarsi al peso degli anni, delle malattie, della solitudine, combattere, finché c’è vita insieme agli altri, in compagnia e con la felicità che ci è concessa.