Magie di un barbiere


Di capelli ne ha pochini ma anche nonno Talpone ogni uno o due mesi deve recarsi dal barbiere.

Fino a qualche anno fa pregava la moglie di provvedere lei con una macchinetta elettrica per rasare tutti i pochi capelli bianchi che trovava sul suo testone.

Pochi si, ma sporcavano in giro e poi che noia supplicare qualche minuto a una donna sempre indaffarata.

Così Talpone è tornato a cercare un qualsiasi barbiere per il bisogno.

Certo non ci sono più quei Figari di una volta, che sminuzzavano a punta di forbice, secondavano scriminature, a destra o a sinistra, arrotolavano il ciuffo sulla fronte e alla fine imbrillantavano con odorose creme per trattenere l’ondulata capigliatura.

Era il tempo dei calendarietti natalizi che in una bustina di carta patinata e cordoncino nascondevano disegni di sinuose modelle in sottoveste.

Ora domina il rasoio elettrico che lascia a zero le tempie, mentre crea una spazzola irsuta sulla nuca.

A Talpone un taglio così lo lascerebbe completamente pelato come una biglia.

Per questo lui chiede rasoio elettrico si, ma con un millimetro dove trova capelli.

Sabato scorso si era recato in uno sconosciuto negozio e mentre aspettava il suo turno si godeva lo spettacolo di un giovane coiffeur che tagliava, per così dire, i pochi capelli ad un anziano signore.

Gli saltellava intorno con lunghe forbici ed un pettinino, toccando un capello qua e uno là, come se si trattasse di un lanuto fauno.

Per ben tre quarti d’ora ha continuato questa coreografia, parlando amabilmente e danzando gli attorno con agilità di ballerino.

Alla fine ha pure afferrato un grosso specchio, facendolo ruotare tra le mani come un giocoliere, per far ammirare al vecchietto il risultato del suo assiduo lavoro.

Quando è toccato a lui nonno Talpone, stanco dell’attesa, ha sbrigativamente chiesto un taglio di un millimetro a rasoio.

È stato servito in cinque minuti, con un Figaro ammutolito e indignato.

Aveva ragione lui naturalmente, un artista illusionista di quel calibro, che fa sognare gli anziani spelacchiati, non si deve offendere in quel modo.

La prossima volta nonno Talpone chiederà, con un ammiccamento d’intesa, un taglio accurato a punta di forbice, un lavoro di fantasiosa scultura con sfumature varie a suo piacere.

Sognando anche lui una svolazzante chioma, magari bionda e ondulata.

Se non si prova talvolta a sognare questa non è vita.

SOGNAMO DI VOLARE


Una parte del corpo di nonno Talpone evidentemente aveva nostalgia della recente crisi di diverticolite, così da un paio di giorni lui sente il ventre carico di sassi aguzzi rotolanti.
Si ripete il dolore e il digiuno, forse potrebbe anche dimagrire.
Steso sul letto con la copertina di lana dell’ Union Jack lui vi si abbozzola e dopo poco si immagina come un bimbo di essere inserito in una capsula spaziale, perso tra stelle e galassie lontane.
Al suo fianco è sdraiato a fargli compagnia il suo gatto bianco e nero, che gli socchiude gli occhi con complicità felina, ma tiene lo sguardo attento anche oltre i vetri della camera, per cogliere un eventuale passaggio dei piccioni in volo.
Forse li vorrebbe catturare ?
No, lui scruta da troppo tempo il cielo vuoto, strizza ancora una volta gli occhi, sospira ed emette un basso miagolio lamentoso.
Nonno Talpone crede che sia possibile che anche il suo gatto possa sognare.
Si, forse immagina di avere un paio di ali pelose bianco e nere, per librarsi nel cielo plumbeo milanese e volteggiare felice nell’ampio spazio.
Quello che potrebbe fare incrociando un pennuto non lo posso immaginare.
Ma oggi mi sento ottimista, forse lo saluterebbe con un amichevole miagolio, troppo beato della fortuna capitatagli.
Qualcuno potrebbe osservare che il gatto Coccolone soffre di vertigini, che non osa avvicinarsi troppo alla ringhiera dei balconi, che un ripiano più alto di un tavolo, su cui si innalza faticosamente solo con un gradino intermedio, gli darebbe subito il capogiro.
Ma questo non ha alcuna importanza quando noi sogniamo ad occhi aperti.

ILLUSIONI E SOGNI


Quando a notte viene il momento di coricarsi, quale che sia stata la giornata, febbrile o oziosa, faticosa o piacevolmente rilassata, nonno Talpone si spoglia maldestramente e indossa con equilibrio instabile il pigiama, si stende supino sul letto e si copre con lenzuola e coperte fin sotto il mento.
La luce del comodino vicino a lui è ancora accesa, la pila di libri in precario cumulo attende la lettura prima del sonno o durante i risvegli notturni, i due gatti si inseguono per le stanze nelle loro frenesie serali, ma lui, steso immobile gode a percepire la colonna vertebrale che si distende gradualmente con un leggero scricchiolio sulla superficie piana e assapora questo lungo momento di completo rilassamento.
Con pochi colpi si rimbocca meglio il lenzuolo attorno a sé, allinea le braccia intorno al corpo, quasi fosse una mummia morbida, resta immoto e nella sua testa, come di consueto negli ultimi tempi, affiora un gioco mentale di quando era ragazzo.
Ecco lui si è trasformato in un pilota spaziale, infilato in una minuscola astronave a forma di siluro, che si muove agilmente tra stelle ed asteroidi, comandata da impulsi mentali.
Un coraggioso pilota, un nuovo Dan Dare, intrepido eroe del futuro, alla caccia del perfido venusiano verde sempre appollaiato su un disco a mezz’aria, dall’esotico nome di Mekon di Mekonta.
Una pellicola trasparente e robusta avvolge le coperte del suo letto, il lenzuolo ben rimboccato lo protegge dai raggi gamma.
Come è dolce cullarsi in questa illusione, gli anni e gli affanni scompaiono come per magia.
Ma durante il suo viaggio ora un peso improvviso viene a gravare sulla prua facendo sbandare il suo mezzo.
Un bolide spaziale o un attacco alieno ?
Nonno Talpone stacca il pilota telepatico, apre gli occhi e scopre che il suo gatto Coccolone è salito sul letto per accovacciarsi sulle coperte dove sono i suoi piedi.
Ormai il viaggio è interrotto, pensa amareggiato l’anziano ragazzo, il suo gatto invece sembra felice, ronfa rumorosamente facendo le fusa, forse anche lui sta iniziando un viaggio tra le illusioni di cieli affollati di coloratissimi uccellini e non è gentile rovinargli l’inizio del sogno.

NOTIZIE DAL CREPUSCOLO


Mi ha chiamato un amico di vecchia data e, dopo i soliti convenevoli, ha chiesto se per caso fossi ammalato. Ha poi spiegato che non leggeva più mie notizie.
Non avrei mai immaginato che seguisse il mio blog, né che un personaggio immaginario come nonno Talpone fosse così legato alla mia persona fisica.
A pensarci bene forse la vera persona vivace e comunicativa è lui, non so, mi sembra di sopravvivere in qualche modo a me stesso.

Per quale motivo nonno Talpone e il suo fedele amanuense pubblicano a singhiozzo le loro storie? La risposta è semplice : la vecchiaia.
Questa è una stagione della vita molto strana e misteriosa che ancora non ho compreso bene.
Perché vedete in una giornata tutto scorre tranquillamente, in un’altra si è euforici e tutto sembra possibile, anzi sembra necessario cercare nuovi interessi e impegni, ma il giorno successivo tutto è mutato, anzi rovesciato, come un nuvolone estivo che copra improvvisamente il cielo azzurro e limpido.
Capita ad ogni età, solo che con gli anni e con i capelli bianchi, per chi ancora li ha, sembra di vivere in un continuo inverno; con il freddo e il buio è meglio stare in silenzio.

Il fatto strano è che anche se un anziano come nonno Talpone sta chiuso nel suo silenzio catatonico, non parla e non scrive, una parte del suo cervello continua ad osservare i fatti e le persone all’esterno, distillando storie che si versano continuamente nel calderone della sua testa, si mescolano, fermentano e non trovando uno sfogo si sfibrano in un confuso mormorio, quasi un rumore di fondo, cantilenante e incomprensibile.

Certo, bisogna reagire, fare buoni propositi, piani di battaglia. Quasi ognuno di noi fa sempre queste promesse: la dieta per dimagrire, il moto e uno sport per essere attivi, l’iscrizione ad un corso di lingue o di disegno, progetti di viaggio.
Viviamo in un continuo contrasto tra realtà e illusioni, sogni, buoni propositi.

Il gatto Coccolone vicino a me sulla scrivania sta ora emettendo degli strani belati miagolanti, mi accorgo che sta guardando fuori della finestra, ha scorto un volo di uccelli lassù nell’aria, anche lui vive di illusioni.

UNCLE FAIL AGENCY


Brigitte Bardot ventenne o Marisa Allasio ?
Stefania Sandrelli, anche matura, o Claudia Cardinale ?
Modelle brasiliane o muscolosi culturisti ?
Che scelta ardua quella di abbellire questo blog, arduo anche il copia – incolla.
Uno ci beve sopra e le ore scorrono via troppo in fretta.
E poi gli affari di zio Fiele, i suoi impegni di lavoro, ci sarà quella parte al Teatro Nuovo o al Teatro San Domingo che gli avevano fatto sperare ?
Per quanto riguarda gli investimenti fruttuosi purtroppo nonno Talpone sembra sordo nonostante che qua io, l’amato zio, non ci crederete, io lavoro completamente gratis.
Comunque visto che siamo sull’argomento se qualcuno avesse problemi di conservazione o miglioramento del proprio gruzzoletto io sono sempre disponibile a suggerimenti, consigli, gestione oculata di capitali.
“ Date e vi sarà dato” come dice il Vangelo.
“ Un Nome, una Garanzia” , come diceva sempre mio padre buonanima.
Perché, anche se sono sempre impegnato e ricercato, io sono una persona che si sacrifica per il prossimo.
La mia famiglia purtroppo è disgregata, Adamo ed Eva lontani, mio fratello Abele non c’è più, è mancato, sembra che l’abbiano ucciso.
No non sono stato io, lo giuro, non pensate male, lui era voluto tornare giù per ampliare il giro del mercato, ma non sono più i tempi di una volta.
La gente è diffidente, cattiva, prepotente.
O si è aggregati come ad una company , una multinazionale, o si fallisce.
Tempi duri per gli artigiani e per gli artisti.
Beati quelli che sono in pensione, loro si lamentano sempre, ma, dopo i loro 40 o 45 anni di lavoro, al primo del mese i soldini gli arrivano sempre, fortunati loro.
Per tornare ad argomenti più allegri ed interessanti sono felice di annunciarvi che ho scoperto qua vicino un’agenzia di promozione artistica per aspiranti modelle, guarda caso il proprietario è un vecchio amico mio, se volete una raccomandazione, una spintarella, chiedete pure, io vivo per l’arte e la bellezza.
Se poi siete giovanissimi io penso che sia giustissimo che coltiviate i vostri sogni di Vallette e Veline, il modo magico della televisione e del cinema vi aspetta, basta che abbiate già compiuto i 18 anni e potete venire anche da soli a firmare i contratti.
Ma c’è posto anche per le vostre mamme e le nonne, che possono voler sognare un avvenire e un futuro più roseo, il mondo appartiene alle donne, come dico sempre.
Qualcosa del genere lo affermava anche un grosso manifesto elettorale, che capeggia a tutte le fermate degli autobus di Milano:
“ Avete perso il lavoro ? Siete disoccupati ? Basta con la sinistra, votate per me, che come consigliere delegato della più grossa banca ho sempre risolto bene i miei problemi.”
Quindi abbiate fiducia, l’Agenzia Promesse Radiose è a vostra disposizione.
Zio Fiele, conosciuto anche all’estero come Uncle Fail vi ama tutti quanti e vi aspetta fiducioso.

FIORI D’INVERNO


Poche sere fa, risalendo la collina verso la casa di mio figlio, siamo stati sorpassati da una spider rossa, a fianco del guidatore troneggiava un grande pino di Natale.

Mi sono rallegrato, anche se le feste erano ormai finite mi sembrava bello vedere un uomo in compagnia di un albero, quasi andasse in giro in compagnia di un amico o di un’amante.

Più avanti ho visto l’auto fermarsi lungo il parco e quasi subito ripartire via.

Quando abbiamo raggiunto il prato abbiamo scorto le nere sagome di decine di alberi di Natale, buttati uno sull’altro, in pose scomposte, quasi fossero corpi di soldati caduti dopo una furiosa battaglia.

Finite le feste, gli acquisti febbrili, l’apertura incuriosita dei regali ricevuti, i pranzi sontuosi, gli allegri brindisi, tutto finito anche per loro, silenziosi commensali.

Eccoli lì, che emergevano nel prato come verdi fiori invernali, improvvisamente esplosi nel gelo.

Ne ho raccolto uno poco distante, forse quello che viaggiava impettito sulla spider rossa, e faticosamente l’ho trascinato nella casa di mio figlio, che ha un camino.

Lui mi ha sgridato per l’ingombro e perché la legna si compra a ciocchi ben squadrati.

Ma nel freddo della sera ho reciso a piccoli pezzi i suoi rami resinosi e, acceso il fuoco, li ho gettati lentamente tra le fiamme, facendoli esplodere con un allegro scoppiettio, regalandoci luce e calore, danzando come fossero vivi.

Al centro dell’albero, nel fitto dei rami, ho scoperto alla fine una piccola stellina dorata di plastica, dimenticata e smarrita.

L’ho delicatamente raccolta e custodita nella tasca del mio cardigan blu.

A casa nostra l’ho posta a fianco del mio letto, per tenerla come sentinella e compagna dei miei sogni e dei miei ricordi.

UN CALDERONE MAGICO


Credo che nonno T. si stia stancando di aspettare, questa mattina alle 4, nell’usuale peregrinazione prostatica mi ha raccontato dettagliatamente due storie, un altro paio sempre in tono concitato all’alzata delle 5.30, mentre fuori dalla porta del bagno i due gatti iniziavano le loro prove vocali mattutine in un crescendo da opera.
Ma secondo voi come si fa a trascrivere su carta, con la scelta maniacale della penna giusta, delle idee bislacche e umorali, quando sei con gli occhi chiusi che cercano solo di riprendere il sonno interrotto ?
E’ passato del tempo, sarà forse vero, sono tornato a Milano con tragicomiche avventure, siamo partiti e ritornati da Brighton ove abbiamo passato la Pasqua con il Martello di dio e il Selvatico Tasso Irlandese, abbiamo visitato con una dottissima guida Firenze e le Ville Medicee.
Però il tempo sembra essersi fermato, suddiviso in dettagliati ricordi che si compenetrano e riuniscono in un solo momento, quasi fosse un unico variegato sogno.
Dovrei svegliarmi, comunicare in qualche modo.
Nonno Talpone sembra instancabile, mi riempie di battute, episodi, fantasie, che ribollono nella mia testa come in un calderone magico, io sono solo e mi sento sempre stanco, scusatemi.

PILOTA SPERICOLATO


In queste giornate di sole di fine inverno, ancora gelide, ci si sente rattrappiti, con le ossa quasi disarticolate e doloranti.
Il mio passo è goffo, anche quando cerca di essere spedito, mi sento senza forze.
Effetto gioventù, è chiaro, diciamo che la colpa è della primavera imminente.
Quando alla sera mi vado a coricare nel letto è con vera soddisfazione, quasi una goduria, che mi stendo supino, coprendomi con il piumino fino alla punta del naso.
Le lenzuola fresche, la morbidezza avvolgente del materasso, la lieve copertura che mi avvolge provocano una sensazione rassicurante e liberatoria, che mi fa venire in mente i tempi dell’infanzia, quando, avvolto nelle coperte, mi immaginavo di essere calato in una sonda spaziale, vagando tra le stelle in ricerca di solitarie avventure.
Mi ricordo i rapidi movimenti delle mani, ben strette al corpo per evitare ogni passaggio d’aria, con le quali scansavo asteroidi vaganti, deviavo dalle traiettorie di navi spaziali nemiche o procedevo a prudenti atterraggi su pianeti sconosciuti.
La moglie mi ha trovato più tardi così imbozzolato tra le lenzuola, con la luce del comodino accesa e gli occhi chiusi.
“ Dormi ?”
“ No, sono sveglio, sto pensando.”
“ Va bene, intanto ti spengo la luce.”
Lui vorrebbe protestare, ma è troppo impegnato ai comandi della sua piccola astronave, non ha tempo per queste sciocchezze e, con una graziosa virata, da pilota spericolato, scivola via nei suoi sogni di bambino.

BON TON


Premetto che questa mattina lui è infuriato e accidioso come non mai, stanotte hanno avuto l’indecenza di richiamarlo a fare il servizio militare, inutilmente lui protestava, ripeteva che l’aveva già svolto ben due volte, cosa esagerata, strepitava che aveva ormai settantadue anni, anticipando di ben nove mesi il suo compleanno.
Niente da fare, quelli l’avevano caricato su un aereo con un variegato gruppo di persone per recarsi in zona di addestramento alla guerra.
Naturalmente questo era solo un sogno, un incubo di nonno Talpone, ma lui spesso tende a confonderli con la realtà, almeno fino a mattinata inoltrata.
“ Come stai ? Bene? Non sei cambiato per nulla !”
Ecco queste esclamazioni usuali di saluto quando incontra qualche conoscente gli danno profondamente fastidio.
Lui sostiene che sono frasi fatte, non interessa a nessuno come tu stia, anche se ti senti giù la risposta deve essere sempre “ Bene, diciamo benino, suvvia !”, altrimenti crei un fastidio, una richiesta di interesse dovuto che incrina l’incontro, tutto deve sempre andare bene, la gente ha fretta, ha già i suoi problemi, non vuole impelagarsi con altri fastidi.
Se tu fossi veramente ammalato o disperato andresti a suscitare un emotivo sentimento di compartecipazione e provocheresti dei momentanei sentimenti di tristezza, più o meno sinceri.
Null’altro – conclude nonno Talpone, sempre più cinico – fino alla tua conclusione finale, quella delle “ Condoglianze. Era così giovane ! In fondo era una brava persona. Però chi l’avrebbe mai detto !”
Poi si avrà il fastidio della partecipazione al funerale, la colletta per le corone, il riunirsi al cimitero, dove in compenso si incontrano molti amici e conoscenti pesi di vista da anni.
“ Dai sentiamoci ancora, non perdiamoci di vista !”
No, niente paura, si rivedranno senz’altro al prossimo funerale, se non sarà il loro.
Che dire della frase “ Non sei cambiato per nulla ! Ma come fai a mantenerti così giovane ?”
E’ particolarmente perfida e viene usata specialmente tra le donne con abbondante ipocrisia, come se alla mattina uno quando si va a lavare e si guarda allo specchio non notasse i propri cambiamenti, i gonfiori, le borse sotto gli occhi, le rughe e tutto il continuo sfaldamento del viso e del corpo.
Ti insaponi e ti sciacqui come per togliere quella patina, quell’offuscamento dell’immagine, usi creme, profumi, ti massaggi, ti riguardi e con un sospiro smetti di tormentarti inutilmente e te ne vai.
Forse ha ragione nonno Talpone, sarebbe meglio pronunciare un semplice “ Ciao !” sorridere, offrire un aperitivo o un caffè e poi, se l’altro lo richiede, porgere un orecchio paziente ai suoi bisogni di sfogo.
Questa è la teoria, il piccolo galateo ormai trascurato, ma poi spesso si ricade nell’uso comune e anche noi chiediamo in fretta “ Come stai? Tutto bene ?” senza aspettarti una vera risposta, anzi, nel caso, cerchi di rifilare i tuoi momentanei problemi all’altro, in una gara di reciproca sopraffazione.
Poi i ripetuti saluti e la promessa di incontrarci presto.
Uno penserà “ Che noioso, non la smetteva più di parlare di sé, è proprio un tremendo attaccabottoni !”
L’altro invece si lamenterà dentro di sé “ Che persona fastidiosa, vuol dire solo la sua, non ti ascolta, è proprio invecchiato, anche male direi !”
Per fortuna io e voi non siamo di questa specie, abbiamo un buon carattere e senso della misura, un innato senso del bon ton, non è vero ?
“ Bene, a proposito come state? Vi trovo meravigliosamente in gamba !”

FORSE DORME


L’urgenza provocata dalla vescica o dalla prostata che preme e richiede un immediato soccorso è un dato di fatto ormai consueto per gli anziani e nonno Talpone non sfugge a questa maledizione.
Alle tre o quattro del mattino questo bisogno impellente lo fa lasciare con acerbo fastidio il suo lettuccio caldo, i sogni o gli incubi interrotti e, in punta di piedi per non svegliare la moglie che riposa accanto a lui, lo fa correre in bagno, assonnato e vergognoso come quando era bambino.
Ora loro due posseggono due gatti, peloso regalo di Natale dei loro figli, o meglio i due felini li hanno presi a servizio con riconoscente condiscendenza, per cui nonno Talpone deve alzarsi con ogni cautela, estraendo da sotto il cuscino una piccola pila a stilo, cercando la strada nel buio e aprendo e chiudendo cautamente le porte della camera da letto e del bagno.
I suoi gatti infatti , se svegliati, comincerebbero subito a saltellargli intorno, miagolando con forza in tutte le loro varietà di toni, esigendo carezze e cibo.
Loro dovrebbero essere animali notturni, anche se di giorno sanno farsi ben sentire, con corse pazze, miagolii sfrenati, trascinando e rompendo ogni piccolo oggetto meritevole di divertimento e gioco.
Quando nonno Talpone ritorna cauto a letto con la sua piletta non solo trova le lenzuola gelate, forse è lui stesso completamente infreddolito, ma non riesce a riprendere il sonno interrotto.
Forse dovrebbe ricominciare con la cura preventiva delle abbondanti dosi di champagne prima di coricarsi, ma è troppo costosa per le sue finanze di pensionato e la mutua non gli rimborsa questa e altre specialità.
Così attende, sempre più nervosamente, sforzandosi di non pensare, cercando di rilassarsi e di calmarsi, rigirandosi nel letto per cercare una migliore posizione.
Niente da fare, ha provato ogni trucco, anche l’autoipnosi; in quei momenti però c’è una vocina mentale che gli riassume i fatti del giorno passato, crea varianti e storie, gli elenca eccitata situazioni curiose e imprevedibili, paradossali e divertenti.
Stanotte la vocina era molto loquace, ne ha descritte parecchie, in modo dettagliato e fluido.
Quando terminata una ne passava ad un’altra, il povero nonno cercava di ricordare la precedente, almeno un brandello, anche solo il titolo della storia.
Dopo un paio d’ore i suoi gatti si erano svegliati, con le unghie grattavano furiosamente alla porta chiusa della camera, si lamentavano, chiedevano anzi esigevano in modo perentorio coccole, attenzioni e ciotole di cibo.
Lui così si è alzato, ha indossato la pesante accappatoio di spugna, ha accontentato i micetti, è corso appena possibile al tavolo, ha afferrato carta e penna e si è trovato con il foglio bianco e la testa vuota.
Di cosa parlavano quelle storie da lui ascoltate nell’affannato dormiveglia, almeno qual’era un titolo?
Vuoto assoluto.
Nonno Talpone non ricorda più niente, zero, ha vuoto pneumatico.
Erano così belle, interessanti, le aveva trovate persino brillanti.
Di loro è rimasta solo la dolorosa mancanza.
Dunque lui si era alzato questa notte, questo è sicuro, la vescica o la prostata si erano fatte sentire come sempre, ma il suo cervello no, ora è assente, forse dorme, beato lui.