Novità incredibili e festose nella campagna umbra: nonna Istrice ripartita giorni fa, è ritornata con un baldo giovanotto dal sorriso fascinoso, il nipotino Scoiattolino.
Il fratellino febbricitante è dovuto rimanere a Milano con i genitori.
Per prima cosa i due monelli hanno recuperato un enorme bidone in cui un certo apprendista stregone ha versato palate di terra, erba, fiori, legnetti, sassi e secchiate d’acqua, preparando un minestrone magico, ripetutamente rimescolato con un lungo legno piatto.
Lo Scoiattolino ha confidato che è un preparato velenosissimo, essenziale contro i draghi, i mostri e pure i troll, anche quando fa la doccia a casa riesce a preparare veleni con doccia schiuma verde e acqua.
“ Hai proprio ragione – lo rassicura nonno Talpone – so che sapone liquido per i piatti e acqua sono ottimi veleni da spruzzare contro gli afidi delle rose “.
Dalla conversazione sui veleni sono passati ai soldatini di plastica, tipo Toy Story ( Sono quelli del mio papà quando era piccolo !), poi hanno raccolto amarene, strappando voracemente rametti interi, e fatta merenda al sole con pomodori spezzati olio e sale.
A cena minestrone, fortunatamente preparato da nonna Istrice, l’altro è rimasto fuori casa per i malvagi della notte.
Doppia razione di pane e pomodori, doppia di gelato al cioccolato, poi a nanna.
“ Nonno, dormo con te, così mi racconti la storia del minestrone, sai quella dell’imperatore ?”
E’ vero, tempo fa è stato un improvvisato successo, quando a casa sua vi erano stati capricci, minacce e pianti per un minestrone non gradito.
Care mamme, dovete sopportarci, noi nonni siamo un poco maghi e un poco sciocchi.
Infilati nel lettone matrimoniale, rimboccatogli il lenzuolo sotto il mento, Talpone inizia con voce drammaticamente grave.
“ c’era una volta l’imperatore Federico II, potente come dieci re, ricco come cento principi, dotto come mille sapienti, dal freddo mare del nord alla opulenta e lussureggiante Sicilia lui dettava legge e costruiva bellissimi castelli.”
“ Come quello Sforzesco di Milano ? –chiede incuriosito lo Scoiattolino.
“ Macchè, trenta volte più belli, splendidi di fontane e piscine, lui apprezzava la grande cultura araba, freschi d’estate e caldi d’inverno, con enormi parchi ricchi di frutta esotica e di rara selvaggina, che tempi, che uomini, e oggi abbiamo Berlusconi ! – sospira sconsolato nonno Talpone.
“ Ma un giorno Federico imperatore litigò con il papa, è una cosa che studierai a scuola, è la lotta delle investiture, i vescovi li nomino io, no tocca a me dicava il papa, un poco come avviene ora in Cina.
Ma a quei tempi quando il papa si arrabbiava, lui ti scomunicava e allora nessun suddito ti doveva più obbedire se non voleva.
Figuriamoci, uno bravo come Federico stava antipatico a tutti, mica c’era la televisione, solo il prete in chiesa che alla domenica con il sermone ti raccontava come andava il mondo, di qua e di là, anche se di là lui non c’era mai stato.
L’imperatore si trovò abbandonato da tutti e dovette andare a chiedere scusa a Canossa, un brutto castellaccio vicino a Reggio Emila, dove ora c’è stato il terremoto.
Tre giorni e tre notti l’ha fatto aspettare fuori al gelo prima di farlo entrare e perdonarlo.
Sarebbe morto il povero imperatore se un porcaro, che aveva una capannuccia lì vicino, non gli avesse passato tre volte al giorno una ciotola di legno ripiena del suo minestrone.
Una volta tolta la scomunica Federico II tornò ai suoi castelli, tagliò un po’ di teste ai suoi voltagabbana, ( bei tempi ! ) , si fece lauti pranzi, ma purtroppo non riuscì più a trovare un minestrone così saporito come quello che aveva gustato a Canossa.
Mandò alla fine un suo fido scudiero a cavallo per cercare quel famoso cuoco, che non era l’Artusi, anche se era altrettanto intelligente.
Quando venne portato alla reggia imperiale, Federico ordinò al porcaro di preparargli immediatamente un piatto del suo famoso minestrone.
Ma quando a cena gli venne servito su un piatto d’oro e di gemme preziose, ne assaggiò una cucchiaiata e lo sputò subito disgustato.
“ Pazzo criminale di un porcaro, come osi servirmi questa schifezza ? Mettici l’ingrediente segreto che la rendeva così gustosa o ti faccio tagliare la testa !”
“ Maestà si calmi –fece sorridendo il porcaro – lei si chiuda in prigione tre giorni e poi ritorni qua ad assaggiare questo minestrone, lo troverà squisito. Quello che ora non c’è è la fame, soltanto la fame !”
Il buon imperatore scoppiò in una sonora risata, compiaciuto dell’astuzia del suo porcaro, lo ricompensò di denaro e di onori, anzi lo nominò suo cuoco di guerra, lì la fame poteva capitare sempre a far visite inaspettate.”
“ Nonno, quando sarò imperatore ti vorrò come mio cuoco per fare minestroni !”
E si è addormentato felice.
Nonno Talpone è sceso in cucina a preparare queste note, litigando con un internet che non funziona e lo fa disperare, data la sua natura spera di rimanere sempre in ozio con sua maestà, che la Fame e il Dolore siano sempre lontani e così auguro a tutti voi a mezzanotte.
Caro Nonno Talpone,
leggo il tuo blog da qualche tempo, ma non avevo mai commentato. Le bellissime storie che inventi e racconti ai tuoi nipotini mi ricordano quelle che inventava e raccontava mio nonno, e che hanno reso magica e splendida la mia infanzia.
Ora lui non c’è più, e io vivo all’estero con mio marito, in un paese dove non c’è nulla che mi ricordi di mio nonno.
Da quando ho trovato il tuo blog ho ritrovato anche lui, e sono riaffiorati nella mia mente mille episodi, giochi e storie a cui non pensavo da anni.
Grazie di essere un nonno speciale come lo è stato il mio. I tuoi nipotini sono molto fortunati.
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Grazie, mi fa piacere pensare che da come agisco ricordo qualche altra persona, questo mi rende felice e spero possa aiutare gli altri, in fondo siamo tutti fratelli in questa vita, se ce lo ricordassimo avremmo un intermezzo meno problematico.
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