Nonostante il numero consistente di consumazioni nei vari bar dell’isola a cui si era dovuto sottoporre, a malincuore sostiene spudoratamente il nostro nonno Talpone, la connessione internet non aveva mai funzionato se non in modo sporadico e inconsistente.
Così, appena sbarcato e rifugiatomi in Umbria per recuperare le forze, mi accingo a trascrivere alcuni pezzi degli appunti che lui aveva scribacchiato nel suo quadernetto macchiato, quello che tende a portarsi gelosamente appresso, docce e bagni di mare esclusi, per ovvi motivi tecnici.
“ Le vacanze di coppia e quelle con gli amici tendono frequentemente a trasformarsi in una specie di cartina al tornasole per far emergere insofferenze ed irritazioni prima insospettate.
Quest’anno le ormai abituali vacanze da single ( senza mogli intendo ) con il cognato sindacalista, quello dalla loquela irruente e instancabile alla Fidel, sono state caratterizzate dalla compagnia di un’altra coppia, con cane al seguito, tutti ugualmente fanatici pescatori.
In questa categoria esiste infatti una pattuglia da mare, che ignora le spiagge, il mare cristallino, la pace e la natura selvaggia, per ricercare, in equilibrio precario su rocce, moli, posti impervi e talvolta con conseguenti rovinose cadute, la possibile cattura di qualche pesce da scoglio, di solito spinoso e di piccole dimensioni.
Inoltre per l’estraneo a questa disciplina sportiva capita di convivere in casa, a tavola, nelle stanze e nel giardino con un caotico ammasso di lenze, canne di ogni dimensione, reti, secchi di esche e molliche di pane, cime e nasse.
Messo in minoranza è inoltre capitato al povero nonno Talpone di essere preso dal primo mattino in un vortice di conversazioni ossessive relative a bigattini, camole, Koreani, lombrichi da sabbia e composti di pane e formaggio con cui adornare gli ami da immergere a varie profondità dopo la pastura in acqua.
La disquisizione sulla migliore posizione da cercarsi lungo la costa e le mirabolanti aspettative dei possibili risultati, che spesso inutilmente cercano di ottenere, completano i discorsi del terzetto degli appassionati pescatori.
Per colmo di sfortuna tutti ormai , compreso il lamentoso relatore, siamo arrivati a quella che si può chiamare la terza età, per cui i nostri concetti tendono stranamente ad essere ripetuti decine di volte, a rafforzare forse una memoria ormai fallace.
Il cane?
Poverino lui continua a guaire quando viene lasciato a casa, tendendo ad abbaiare furiosamente contro i pacifici gatti del dell’isola, forse vorrebbe tentare anche lui la fortuna di una mirabolante chimerica pescata.”
Mi spiace accorgermi ora che questo breve post abbia causato dispetto e rabbia ai miei amici umbri, la mia fobia anti-pescatori era stata troppo acida. Forse risentiva ancora del ricordo di 30 anni fa, quando ad una gara di pesca sportiva aziendale partecipai con mio figlio. Passammo il pomeriggio a cercare di districare le nostre due lenze tenacemente aggrovigliate.
A sera, scornati e furiosi, tagliammo con le forbici le nostre lenze, per non usarle mai più.
Non ripetiamo quel taglio netto alla nostra amicizia.
Perché, si sa, gli amici, anche quelli più petulanti, tocca sopportarli.
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