Le vacanze con la sorella maggiore, anche se hai 70 anni, sei sposato e plurinonno, comportano uno stato di sottile sudditanza, gentile ed amorevole, ma con un continuo e sottinteso richiamo all’ordine.
Nonno Talpone invece, proprio perché rimane sempre il baby brother, si sente come il ragazzino in gita scolastica, pronto agli estri improvvisi e alle fughe continue verso una chimerica libertà.
Vi è comunque l’Istrice Prussiana, sempre pronta a tirare il freno, così ad esempio è stato cortesemente dissuaso dall’usare la bionda visiera da tennista fuori dalle mura di casa.
Ma almeno è riuscito a perlustrare tutte le charity e i librai antiquari di Cambridge, con la scusa di ricercare qualche libro di botanica amazzonica per la nipote spoletina e scoprire eventuali antichi giocattoli per i suoi nipotini.
Ieri sera la sorella maggiore, alla vigilia del commiato, l’ha portato, insieme ai rispettivi coniugi, ad una festa di san Valentino, tenuta al college dei futuri cuochi e camerieri.
All’ingresso era stato distribuito il raffinato menù, con rossi cuoricini sparsi,loro sono stati fatti accomodare in un salone con palloncini rossi e una dozzina di tavoli addobbati festosamente con stoviglie e fine cristalleria, sulle candide tovaglie erano sparsi dei minuscoli cuoricini.
I camerieri erano un gruppo di giovani e goffi ragazzotti, piuttosto intimiditi e cortesi, con delle mani tremolanti quando dovevano servire il vino nei calici o mescere il caffè nelle tazzine, ma bisognava riconoscere loro una indiscussa dose di buona volontà.
La serata all’esterno era orribile, con pioggia e vento di burrasca, ma all’interno di quel salone, con le candele accese, anzi veramente con i piccoli lumini bianchi, aleggiava un’atmosfera di estrema pace.
Era la prima volta che loro quattro festeggiavano san Valentino ad un ristorante.
A dir la verità vi si erano recati alle 18.30 come da prenotazione, un po’ presto magari, ma gli inglesi sono sempre originali, erano stati i primi ad entrare e man mano giunsero altre coppie, stranamente con i capelli bianchi, visi lievemente rugosi, andature affaticate.
Vi si sentiva un leggero brusio, il fruscio dei passi esitanti dei giovani camerieri, i movimenti felpati di nuove coppie che entravano, ora il salone era ormai colmo di una ventina di settantenni, i lumini crepitavano leggermente sui tavoli ingombri di rossi cuoricini.
Nonno Talpone era compiaciuto ma perplesso, più che un veglione di san Valentino quella pareva una veglia.
Alle 21 sono usciti tutti, pronti a far nuovamente baldoria.
A casa ovviamente, per addormentarsi davanti al televisore.