Deve essere un mio connaturato destino quello di incorrere in continui fraintendimenti e spiacevoli equivoci del tutto involontari.
Ho appena finito di leggere il commovente racconto lungo di Ghassan Kanafani “ Uomini sotto il sole “, scritto nel lontano 1963.
La drammaticità dei fatti descritti è purtroppo quanto mai attuale, se allora erano il Kuwait e l’Iraq le mete agognate dei disperati emigranti, ora è spesso l’Italia il tragico eventuale approdo per l’accesso ad un’Europa sempre più ostile.
Le notizie radio di ieri mattina riferivano della recente ripetuta tragedia dei migranti morti nella stiva del solito rottame di nave affondato nel Mediterraneo.
Purtroppo mi sono accorto ora che sull’intestazione del mio blog è rimasta una definizione di “ migrante ”, che si riferiva al continuo trasferimento dei miei post al terzo sito web.
Mi devo scusare per aver utilizzato una così pregnante definizione per le mie sciocchezzuole di vecchio Talpone, involontario sopravvissuto in questi tempi così tragici.
Va bene, ho sputato il rospo, per usare una frase fatta, ma il dolore e la commozione che provo sono troppo forti.