Poche sere fa, risalendo la collina verso la casa di mio figlio, siamo stati sorpassati da una spider rossa, a fianco del guidatore troneggiava un grande pino di Natale.
Mi sono rallegrato, anche se le feste erano ormai finite mi sembrava bello vedere un uomo in compagnia di un albero, quasi andasse in giro in compagnia di un amico o di un’amante.
Più avanti ho visto l’auto fermarsi lungo il parco e quasi subito ripartire via.
Quando abbiamo raggiunto il prato abbiamo scorto le nere sagome di decine di alberi di Natale, buttati uno sull’altro, in pose scomposte, quasi fossero corpi di soldati caduti dopo una furiosa battaglia.
Finite le feste, gli acquisti febbrili, l’apertura incuriosita dei regali ricevuti, i pranzi sontuosi, gli allegri brindisi, tutto finito anche per loro, silenziosi commensali.
Eccoli lì, che emergevano nel prato come verdi fiori invernali, improvvisamente esplosi nel gelo.
Ne ho raccolto uno poco distante, forse quello che viaggiava impettito sulla spider rossa, e faticosamente l’ho trascinato nella casa di mio figlio, che ha un camino.
Lui mi ha sgridato per l’ingombro e perché la legna si compra a ciocchi ben squadrati.
Ma nel freddo della sera ho reciso a piccoli pezzi i suoi rami resinosi e, acceso il fuoco, li ho gettati lentamente tra le fiamme, facendoli esplodere con un allegro scoppiettio, regalandoci luce e calore, danzando come fossero vivi.
Al centro dell’albero, nel fitto dei rami, ho scoperto alla fine una piccola stellina dorata di plastica, dimenticata e smarrita.
L’ho delicatamente raccolta e custodita nella tasca del mio cardigan blu.
A casa nostra l’ho posta a fianco del mio letto, per tenerla come sentinella e compagna dei miei sogni e dei miei ricordi.
Che poesia! Ti auguro sogni belli e ricordi gentili. Un abbraccio. Marianna
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La realtà intorno a noi è poesia, certe volte fortunatamente accade.
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E’ vero, teniamo sempre cuore e occhi ben aperti. Un altro abbraccio. Marianna
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