“ Sono stato in piedi tutta la mattina senza mai sedermi lo sai?
Perché poi, appena mi adagio in una sedia, mi rialzo faticosamente piegato in due, con dolori lancinanti per l’ernia al disco vertebrale.
E poi nel tubo come facevo ad infilarmi ?”
Confesso che i quesiti che mi pone nonno Talpone in questi tempi di acciacchi continui sono spesso frammentari ed oscuri come quelli di un’antica Sibilla Cumana.
“ Ma come non capisci ?
A mezzogiorno mi hanno fatto la R.M.!
La risonanza magnetica per gli ignoranti, anche se a dire il vero fino ad ieri non lo sapevo nemmeno io, ma figurarsi, anche le persone di una certa cultura come me non possono non avere qualche piccola lacuna come diceva anche quel filosofo, quello là, dunque, quello …”
“Va bene nonno veniamo al dunque, non divaghiamo se no si fa notte.”
“Uuhh … Sempre di fretta voi. Dunque dicevo della capsula spaziale, no, volevo dire di quell’enorme tubo bianco con un piccolo buco tondo in cui scorre una barella su cui devi stenderti. Quella poi vi scivola dentro pian piano come tu fossi un pesciolino in bocca ad uno squalo.
Dentro poi è tutto un ronzio e un martellare continuo :
Dang, dang!
Brr, brr!
Roor, roor !
All’inizio avevo una certa fifa, poi ho capito. Finalmente potevo davvero provare come si sta nel mio razzo interplanetario, quello che ho sempre immaginato fin da bambino, quando la sera mi infilo nelle lenzuola, abbozzolato e coperto fino al mento.
Solo che questa volta era realistico !
Gratis addirittura !
Dopo una ventina di minuti purtroppo mi hanno fatto scivolare fuori con la testa ancora rimbombante.
Un’infermiera giovane e brunetta mi ha fatto alzare e mi ha chiesto se mi sentivo bene.
Certo !- le ho risposto – posso rifare un altro viaggio nello spazio ?
Non so perché quella mi ha fatto accomodare su una sedia ed è corsa fuori a chiamare mia moglie che era in corridoio.
Si vede che questi viaggi costano troppo al bilancio sanitario, ma dammi retta, appena puoi chiedi al tuo medico di farti una prescrizione per una R.M.
Però, prima di entrarci, chiedi al tuo nipotino di prestarti la sua tuta spaziale o almeno una pistola laser, è molto più divertente.”
3 / 23 ottobre
Come vedete si è sgelata la mano allo scribacchino di quell’anziano pelato, amichevolmente chiamato nonno Talpone.
E’ bastata una poesiola di un bambino per risvegliare l’ingenua esultanza del ragazzino che è nascosto in lui, come in tutti gli anziani intorno a voi.
Sopportateli i vostri nonni, in fondo nonostante lamentele lagnose, accidie perverse, ripetizioni noiose e le continue fastidiose intromissioni nella vostra vita già abbastanza gravosa, nonostante tutto dicevo, sono ancora esseri umani.
Come vi auguro di arrivare anche voi, mantenendo in fondo un invincibile entusiasmo.