Ecco è domenica sera, è stata una giornata fredda e piovosa, mia moglie ha lavorato tutto il giorno a cucinare e preparare i Pan Pepati natalizi.
Non siamo usciti di casa e abbiamo pranzato e cenato da soli con tranquillità e armonia.
Niente nipotina oggi, un giorno di riposo per i nonni sitter, eppure ci è mancata.
Anche gli altri nipotini sono lontani, in Italia, anche loro ci mancano, ma li vedremo presto.
Oggi ho letto un libro di Chekov sui deportati in Siberia, non molto è cambiato da allora come ferocia del governo.
Ho disegnato un paesaggio invernale, un sentiero melmoso perso in una pianura nevosa tra alberi spogli.
Ma è una vigilia per me, questo mi intristisce e spaventa.
Mi ricorda il momento quando, sul balcone di casa a Milano, guardavo il giardino spoglio e dicevo a me stesso :” Sette anni, domani avrò sette anni, sono proprio vecchio !”
Non prendetemi in giro, i pensieri gravosi di un bambino valgono quanto quelli di un uomo maturo, ancora più di un anziano.
Domani 79 anni, una cifra enorme, i miei genitori sono morti molto prima di questa data e così amici, parenti, altri visi noti o intravisti.
Niente auguri, niente regali, passiamo oltre la soglia.
Domani andrò a disegnare al centro anziani, poi a cullare e giocare con la piccola Maebh, che compirà quattro mesi.
Ogni giorno lei migliora le sue capacità mentre io lentamente le perdo.
Un equilibrio perfetto.