Da quello che si legge sui giornali il pane che si acquista nei supermercati e nei negozi sembra provenire in massima parte da fabbriche rumene che lo producono a prezzi irrisori, molto inferiori a un euro al kg, il prodotto congelato arriva in Italia per essere poi riscaldato al momento della vendita e venduto a prezzi da tre a cinque volte superiori.
Data la descrizione drammatica che ne fanno le cronache, si parla di miscele di scarsa qualità, di cotture in forni alimentati anche con copertoni d’auto e legname di scarto di ogni provenienza, bare comprese, nonno Talpone e consorte hanno deciso di prepararsi il pane in casa, con ottimi risultati e costi molto contenuti.
Le pagnotte da un kg con farine di farro e kemut sono molto saporite, si conservano anche per una settimana senza perdere consistenza e gradevolezza.
Tutto bene direte voi, in fondo loro sono pensionati, se non hanno da seguire i nipotini più o meno ammalati, aiutare i figli o star male loro stessi con un impeto di egoismo, può esserci il pericolo che si possano annoiare ( quanto sono ingenui questi figli !).
Che poi il nonno si incarichi di impastare personalmente acqua, farina e lievito, invece di acquistare l’apposita macchinetta che mescola e cuoce il pane secondo intervalli programmati, questo rappresenta solo una forma di originalità tipica delle persone di un’altra generazione, quelle un poco matte.
La cosa grave e disdicevole è che nonno Talpone scopre di provare piacere ad impastare, una gradevolezza che lui bizzarramente chiama “ erotica “ anche se gli richiama alla mente non ammucchiate pornografiche, ma lo zampettare felice della sua vecchia gattina.
Il guaio è che ne ha scritto e ne ha parlato sconsideratamente con alcuni giovani, compreso quel benedetto Martello di dio, provocando scandalo e quasi ripugnanza.
Come si è permesso di pronunciare quella parola “ erotico “, seppur riferita alla panetteria, è cosa sconveniente che li pone in imbarazzo, sembra improvvisamente che di questo non si parla e non si scrive.
Forse perché un padre anziano viene idealizzato, certo che questa generazione di mezzo, dai 25 ai 40 anni, sembra indignarsi e vergognarsi di una battuta da oratorio.
In effetti nelle strade o nelle vetture pubbliche non puoi sorridere, anche in seguito ad un tuo recondito pensiero, senza suscitare fastidio e sguardi accusatori.
Non è permesso fare un complimento o un saluto ad un bambino senza che la sua mamma ti guardi con sospetto ed un freddo cipiglio.
E’ difficile essere gentili con il prossimo o aiutarlo senza provocare pura e apprensione.
Se a Milano puoi scherzare solo con anziani gentili e con i bambini, bene, nonno Talpone sceglie di appartenere solamente a queste due età e categorie.
La generazione degli altri, i bacchettoni, spaventati ma egoisti, frettolosi ma consumisti, mi scusino, ma che vivano pure nei loro incubi quotidiani.