SERATE DA SPIAGGIA


La cena è stata consumata, la nonna lava i piatti, se li lavasse talpone non sarebbero mai puliti come dice lei, quindi il nonno cerca di fare un paio di partite a rubamazzetto con i nipotini.
La piovretta prende alla lettera il nome del gioco, ruba tutte le carte raggiungibili e cerca di accartocciarle per creare nuovi origami.
Lo scoiattolino gioca bene, ma ha una fortuna sfacciata, ha sempre in mano la carta che ti ruba il mazzetto faticosamente accumulato.
D’accordo è un gioco, non bisogna arrabbiarsi, però che razza di, insomma nonno perde continuamente.
Per fortuna non giochiamo a soldi o a caramelle.
Alla fine si esce tutti con i due passeggini per il giro serale.
Litigano un poco per la scelta del trasporto e del nonno guidatore, dato che nelle loro intenzioni si tratta di una gara di velocità e slalom tra i villeggianti sul lungomare.
Presto c’è la prima fermata alle giostre, per caso la nonna si ferma fuori dal baraccone per curare i bolidi da corsa e talpone è addetto ad issare i due piccoli su un’astronave spaziale sormontata dal faccione gigantesco di Buzz Light Year.
Sistematili e allacciate le cinture di sicurezza, il nonno non fa tempo a scendere dalla giostra, quindi si fa numerosi giri aggrappato all’astronave maledetta che oltretutto rulla, si innalza e si abbassa tra fischi, balenare di luci e mitragliamenti vari.
Dopo ben tre corse scende dal piedistallo e tocca terra accompagnato dai due bimbi, leggermente impallidito e con vertigini lancinanti.
La sua proverbiale prontezza di riflessi da bradipo gli ha impedito di scendere in tempo, ma i nipotini l’hanno considerata un’azione temeraria e oltretutto ha viaggiato gratis, cosa che in Liguria è oggetto di alta stima.
Per rinfrancarci c’è vicino un minuscolo carrettino che vende zucchero filato.
Lontani ricordi di fanciullezza commuovono talpone, un tuffo nel passato di più di sessant’anni, ai tempi delle mele cotte glassate e infilate su uno stecco, delle collane di castagne secche e del castagnaccio.
La vecchia signora ha un ripiano con due enormi ciotole di alluminio, versa il bicchierino di zucchero bianco o rosato nel foro centrale, avvia il motorino e raccoglie le tele zuccherine con un lungo spiedino di legno.
Ne compro due, la piovretta assaggia, ma poi passa il grosso fuso al nonno che finge di accettarlo con riluttanza.
Con gli assaggi iniziamo un duello a colpi di stecco con lo scoiattolino, ci rubiamo lo zucchero filato e ci forgiamo enormi baffi bianchi e rosa.
Poi il gioco finisce e talpone si ritrova con due fusi malconci in mano e zucchero filato sul viso e sui calzoncini corti.
Nessun problema di dieta, niente si spreca per la generazione di guerra, quindi nonno se li divora alla faccia dei benpensanti che fanno la vasca sul lungomare.
Ci fermiamo su un lungo molo, la luna piena è uno splendore, lascia una lunga stola argentea sul mare scuro per confondersi poi con la schiuma delle onde che si infrangono sulla scogliera sottostante.
La piovretta grida entusiasta “ Il sole, il sole !”
Grosse risate del fratello maggiore, dopo un attimo di distrazione nostra mi accorgo che il piccolo ha aperto e sta rovistando nel contenitore di esche e ami di un vicino pescatore.
Lo blocco e strepito “ Sei proprio una piccola piovra, tocchi e rompi tutto !”
Lui si inalbera e reagisce strillando “ Io non sciono pioveretta, capitoo !”
“ E allora cosa sei ? “
“ Sono l’ammore di gnogna !! “
Nonna istrice lo sente, si commuove e gli corre incontro abbracciandolo e sbaciucchiandolo.
Non solo le bambine, anche le nonne ammalia questa piovretta.
 

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