Forse nonno Talpone l’aveva già scritto in passato, lui non ricorda, ma il cercare nei piccoli fatti della vita quotidiana un aspetto nascosto, in realtà nemmeno troppo, che può ironizzare le proprie vicende e con un sorriso ridimensionarle ad un livello di sostenibilità, è una scoperta importante, cui attenersi per rendere più sopportabile la propria e altrui esistenza.
Non che sia una regola generale valida per tutti, c’è molta gente che non ritiene di avere questi problemi, anzi li considera debolezze riprovevoli, andando avanti con la sicurezza e il senso di superiorità del vincitore nato.
Pochi altri hanno invece il dono innato della gioia di vivere, di essere di natura bonariamente ironici ed amabili, li invidio e sono gli amici più desiderati.
Nonno Talpone invece fa parte di quelle persone fragili, che possono essere gentili, normalmente corretti, talvolta scorbutici, ma che hanno il senso innato dell’insicurezza, del dubbio, della melanconia, del pessimismo, che in momenti di difficoltà li angoscia e li paralizza.
Se legge sui giornali le gravi notizie di crisi economica mondiale lui si dispera, come se la casa gli fosse crollata addosso e dovesse andare in giro ad elemosinare una scodella di minestra.
Se invece legge delle ultime malefatte, delle sopercherie ed imbrogli dei politici nostrani, lui diventa furente e scenderebbe subito in strada con il manico di scopa e la fascia rossa al collo per dare l’assalto ad un Palazzo d’Inverno che non c’è.
Ogni piccola difficoltà viene ingigantita, ogni piccola gioia lo entusiasma all’eccesso.
Questa sensibilità e fragilità emotiva è ben diffusa e ampiamente condivisa, le maggiori vendite delle case farmaceutiche sono dovute alle pillole antidepressive o a quelle euforizzanti.
Da persona d’altri tempi nonno Talpone diffida di queste medicine e cerca sempre dei rimedi empirici alternativi.
Da questa primavera ha scoperto la possibilità di scrivere su un blog, anzi tre, dato che ha un debole per le complicazioni inutili, ottenendo il risultato di una maggiore serenità interiore.
Questa rivelazione l’ha portato a ritenere che potesse essere una panacea universale.
Ha letto decine di altri blog a casaccio, in massima parte l’hanno intimorito, anzi terrorizzato, salvo pochissime eccezioni.
Naturalmente sbaglia, perché se scrivere è liberatorio per sé stessi, non deve esserlo necessariamente per gli altri, compresi gli eventuali lettori.
Nonno Talpone aveva anche pensato di leggerne quanto più ne poteva, cercare quelli più disperati, quelli che magari non avevano pochi o nessun lettore e scrivere lettere di incoraggiamento e di conforto.
Insomma come andare a consolare gli ammalati o i dolenti, in un gesto di amicizia e affetto verso sconosciuti compagni di penna.
Purtroppo, essendo fragile e depresso lui stesso, non è sempre stato in grado di aiutare tutti gli altri.
Scusatelo, ognuno deve sempre fare i conti con sé stesso e accettarsi per quello che la sua natura gli permette.
Però la blogterapia probabilmente esiste già da tempo, anzi sarà già stata ampiamente analizzata e codificata, ci saranno anche terapeuti altamente qualificati.
Nel suo piccolo nonno Talpone ringrazia di cuore quelli che gli scrivono, devo dire sempre gentilmente.
Forse loro non lo sanno, ma sono blogterapeuti anche loro e aiutano a far riemergere la parte migliore dell’uomo.
oh caro nonno talpone,
tu pensa alla gioia che dai e che hai dato agli altri. se il tuo blog ti aiuta a farti sentirti meglio, sappi che il tuo blog aiuta gli altri a sorridere.
e ogni volta che c'e' un nuovo episodio, c'e sempre una curiosita' e una gioia come un bambino che stia per aprire un nuovo regalo.
dare e' meglio che ricevere. ci fa sentire meglio.
happy days.
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si si,sono d'accordo con il commento sopra…………
nonno Talpone sei terapeutico anche x chi ti legge!!!………..ciao e auguri alla tua "istrice".
Antonella
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