E’ inutile scusarsi, scrivere che nonno Talpone è dispiaciuto, che è stato assente per forza maggiore, che era impegnato, sofferente per dolori alla sua mano o che era influenzato.
Non è vero, ammettiamolo sinceramente.
Come si fa a sorridere di sé e degli altri quando ti viene da digrignare i denti per una rabbia sorda, rancorosa, furente, alternata ad una forma di stanchezza rassegnata e dolorosa.
Certo la campagna umbra, quando non pioveva, era uno sfolgorio di colori tardo autunnali quasi miracolosa.
Vero anche che al suo ritorno i nipotini sono stati di una gioia reciproca deliziosa.
Ma poi, di fronte al foglio bianco come essere lievi, lieti, ironici ?
Ci mancava anche il blog di Splinder in fase di chiusura per mettere Talpone in imbarazzo.
Problemi tecnici che lui, nel suo stato mentale attuale, non riesce a discernere con necessaria lucidità e che gli lasciano l’amaro in bocca.
Però stasera gli è tornata in mente una scena di circa sei anni fa, quando, al pranzo di matrimonio della figlia di un suo amico, aveva incontrato un tipo veramente singolare.
Il grande tavolo rotondo a cui era seduto insieme alla moglie con una decina di invitati subiva il consueto servizio indolente dei camerieri con vassoi di antipasti.
Sembrava che si dovesse ripetere il solito refrain di quel tipo di avvenimenti, quando nonno Talpone si accorse che le pietanze erano accaparrate in gran parte da una coppia anziana, più che ottantenne, becera e voracissima.
Lei matronale e grassoccia si accompagnava ad un tipetto vispo e mingherlino, dalla voce potente, con uno spiccato accento milanese da osteria, il quale, non contento di aver svuotato i vassoi e le quattro bottiglie di vino disponibili nel suo raggio di azione, aveva osato chiedere che gli fosse passata anche quella posta davanti al nostro eroe.
Ora nonno Talpone è notoriamente un tipo timido, remissivo e paziente, ma tutto ha un limite e per una bottiglia di troppo è capace di entrare in guerra con una furia da cavaliere mongolo dei tempi andati.
“ Eh no ! caro mio, lei svuota i vassoi e adesso mi vuole togliere anche la bottiglia di Grignolino ? Adesso basta, portate alla pari per tutti e il vino lo chieda al cameriere !”
Il tipetto anzianotto si scusò, chiese ai camerieri con voce tonante un cospicuo rifornimento enologico, poi si brindò insieme con calici pieni, si rise, si raccontarono un paio di storielle e , complici le libagioni e una fraterna divisione delle pietanze, si arrivò ad un ilare e gioioso cameratismo festaiolo.
Ad un certo punto il tipetto si fece sotto e gli sussurrò con voce chioccia in dialetto milanese:
“Ma te, se ti chiedono se saresti contento di arrivare a settant’anni suonati, cosa risponderesti ?”
“ Direi di sì, sarei contento “
“ Sbagliato, tu devi dire di no. Se poi ti chiedono ancora, per te vanno bene gli ottant’anni ?”
“ Certo che sarei ben felice, sì senz’altro “
“ Sbagliatissimo, non capisci niente. Devi dire sempre di no, altrimenti sei fregato, lo capisci ? Se dicono, vuoi arrivare a novant’anni ?”
“ Accidenti, è tantissimo, cavolo, farei subito la firma. “
“ Allora sei proprio un ciula. Devi dire di no, sempre di no, noo ! Così freghi la Morte, rinvia, rinvia, rinvia sempre, mangia, bevi, fai i comodi tuoi e mi raccomando, di semper de no !”
Nonno Talpone non capiva molto, forse le bottiglie di vino erano state tante, ma finì che prima lui, poi tutti gli altri commensali con ritmo cadenzato si alzassero in piedi e brindando con il calice pieno gridassero in coro “ NO, di semper de no !”
Gli altri li guardavano stupiti, si avvicinavano al tavolo e si informavano, poi si univano al coro e ai brindisi, tanto gli sposi avevano già detto il loro si in chiesa e non c’era pericolo che si sbagliassero alla cerimonia.
Adesso, ripensando alla scena lontana, nonno Talpone finalmente sorride.
Ma si, stappiamo una bottiglia di Pinot Nero e beviamoci sopra, brindiamo gridando : “ NO, dico di no, sempre no !”
No a tutti quelli che ci fanno soffrire e immalinconire.
Al Diavolo!
Salute a noi.
Lunga e serena vita !
eli da cork
"Mi piace""Mi piace"