Nella solitudine nonnesca il nostro Talpone aveva pensato che con la primavera era una buona cosa travasare e nutrire le sue piantine sui balconi, preoccupato innanzitutto per i due giovani ulivi recentemente acquistati in offerta nel locale supermercato.
Già, facile a dirsi, occorre del buon concime, ottimo quello ovino, valido anche quello equino, ma vivendo in città è impossibile procurarsene.
Sono finiti i tempi quando con sua nonna scendeva nella strada a piazzale Loreto, per raccogliere con paletta e secchiello il prezioso stallatico dei numerosi cavalli, necessario a far crescere rigogliose le rose sul balcone.
Ora puoi solo raccogliere bottiglie rotte di birra, cartacce, mozziconi al filtro, magari qualche copriruota sfasciato.
Così si è deciso a malincuore a trar fuori la vecchia auto diciottenne e fare un’ispezione ad un famoso ipermercato fuori città.
Anche nei giorni feriali questi megacentri commerciali sono sempre affollatissimi, molti anziani vi passano le giornate, tra caffè, fast-food e acquisti inutili ma super scontati.
Riuscendo a dribblare le ammaliatrici sirene delle offerte irripetibili, nonno Talpone ha scovato il reparto fiori e attrezzi agricoli, potendo esaminare con cura le varie confezioni di terriccio, humus, concimi biologici, preparati per orti, finendo per acquistare una confezione gigante di letame equino arricchito (?) di carbonio e non meglio precisati elementi chimici-biologici.
Tornato a casa ha distribuito equamente, interrandolo giudiziosamente nei vasi, il supporto corroborante e vitaminico, aspettandosi ingenuamente di vedere una pronta rifioritura generale.
Però è giunto un violento acquazzone con grandine, che per la verità non ha fatto grossi danni, ma ha subito drenato il prezioso concime.
Questa mattina non ha saputo resistere e, con voce flautata, ha telefonato al padre dei suoi nipotini, chiedendo se poteva portargli uno scatolone di vino, una piantina di pesco e attrezzatura per potare e nutrire le sue piante.
Si è quindi presentato alla porta carico di borse, accolto dal figlio in tuta domenicale, dallo Scoiattolino in completo da Dart Fener il diabolico e dal Polipetto in pigiamino a righe.
“ Nonno, nonno, vieni da noi ? Ti fermi a casa nostra ? Rimani con noi ?”
A queste parole vi potete ben figurare che Talpone era in fase di scioglimento totale, squagliato e perso completo.
“ Certamente bimbetti miei, ho il vino per papà e mamma, un piccolo pesco nato da un nocciolo, cesoie, paletta, tre vasetti di terra con una grossa mela Fuji da cui raccogliere i semini da piantare e questo sacchetto di cacca di cavallo “
L’ultimo oggetto descritto è stato quello che ha suscitato risate ed entusiasmo assoluto.
“ Vedere, vedere, ma è davvero cacca di cavallo ?”
Alla vista l’aspetto del terriccio morbido, anonimo e nerastro, non è risultato così straordinario e nonno Talpone ha dovuto spiegare che era come liofilizzato, insomma non era lecito e gradevole portare in giro quelle cose allo stato naturale.
I bambini, leggermente delusi, sono tornati in sala, chiedendo a gran voce di poter vedere il film di Guerre Stellari, anche se il piccolo Polipetto voleva subito addentare la mela con la scusa che sarebbero apparsi i semini da trapiantare.
Ma quando il nonno ha preso paletta, cesoie e terriccio, cominciando il lavoro da giardiniere sul loro terrazzo, si sono incuriositi, avvicinandosi, scrutando attentamente il lavoro e chiedendo poi con ansia mal trattenuta:
“ Quando metti la cacca di cavallo ? Ma fa bene alla piantina ? La pipì non la metti ?”
Le funzioni corporee di base in quell’età beata, dai tre ai sei anni, hanno un fascino proibito, poi passato ad altre cose più pruriginose.
Il nonno ha spiegato che in natura niente viene buttato e che quello era un nutrimento completo per le piante, come la carnina e le verdure che devono mangiare per farli crescere grandi e forti come e più del nonno.
“ Anche del papà ?”
“ Certamente, anche più del papà, a cui auguro di riuscire a diventare nonno e di essere circondato da simpatici nanetti come voi “
Finito il lavoro di giardinaggio Talpone è tornato in sala con loro ad impersonare il robot C1 e a combattere battaglie spaziali, prima di eclissarsi prima dell’ora di pranzo.
L’arte segreta del nonno è di non esagerare con la sua invadente presenza, anche se personalmente vorrebbe vivere sempre lì, nella loro cameretta, anche nello scaffale dei giochi, tra Buzz e Woody, come un morbido orsone di peluche.