Alla fine si è fatto vivo il mio vecchio amico.
Non, come pensavo, nello sconcerto di un dormiveglia alla fine di un incubo, no, si è presentato inaspettato, più giulivo che mai, in un momento di solitario raccoglimento, mentre, chiusa a chiave la porta e aperto il finestrino, ero seduto in ritirata in un piccolo stanzino, che il pudore mi impedisce di riferire.
Se in quel posto crea imbarazzo anche la presenza momentanea di mia moglie, con cui le intimità in più di 43 anni si sono sprecate, piacevolmente direi, figuriamoci l’intervento strombazzante di nonno Talpone, che in un momento di massima concentrazione irrompe strillando . “ Fondo una banca, è deciso !”
Sono un tipo abbastanza permaloso, lo ammetto, qualsiasi altra persona che avesse compiuto un’azione così maleducata di entrare inaspettata e urlante nella toelette da me occupata sarebbe stata subito coperta da improperi e sdegnate proteste, per essere poi relegata nel numero delle persone non gradite a vita.
Ma le sue parole mi hanno talmente sconcertato che ho potuto solo balbettare : “ Banca ? Come una banca ? Ma perché una cosa così complicata ? E i soldi ? Da quando hai i soldi per fondare una banca ?”
Lui mi ha guardato beffardo e compiaciuto dell’effetto provocato e mi ha lasciato per un certo tempo a macerare nei miei solitari rovelli interiori.
Intanto pensavo “ Devo chiedere aiuto al figlio promettente avvocato, legale di una grossa banca del Nord, o alla mia daughter in law, alla mia figlioccia insomma, benignamente chiamata Tuttopiede da quello scriteriato di Martello di dio, lei che possiede buon senso, dottrina e gentilezza per ascoltare gli eventuali problemi legali in cui talvolta mi imbroglio ?”
“ Una banca hai detto ? Ma dai ! Ma per quale motivo, ce ne sono già tante e non vanno bene affatto ?”
Con un gran sorriso sornione mi ha spiegato il suo progetto.
Semplice: fondare una banca dei ricordi.
Tutti, vivendo, abbiamo incontri con altre persone, godiamo di momenti felici o tristi, abbiamo nuove esperienze, compiamo gesti che rappresentano cose per noi importanti, letture, fatti, storie, idee, sensazioni.
Tutti incasellati nella nostra mente, talvolta fallace con la tarda età, ricordi che affiorano anche molti anni dopo, che sono la nostra esperienza, la nostra storia, senza di loro saremmo nessuno, un misero foglio bianco, un vero incubo di vita vissuta solo nell’attimo presente.
Senza ricordi del passato non avremmo nemmeno un futuro.
Nonno Talpone insomma vuole aprire una banca dei ricordi, mettendola a disposizione di tutti, fare prestiti, accettare depositi di altri ricordi, distribuire ricchezze di storie, vite vissute, racconti ed esperienze.
Perché essere avari, accumulare dentro di sé tanta ricchezza, per poi alla fine sparire, lasciando un vuoto, una perdita per gli altri ?
Confesso che sono rimasto affascinato dalla sua proposta, mi sembra abbastanza rivoluzionaria.
No alle banche che strozzano le imprese, che lesinano i prestiti alle persone, alle loro esigenze talvolta drammatiche, controllando il denaro, questa merce del diavolo.
Basta con i soldi, facciamo circolare le idee, i ricordi delle persone, le più ricche sono le anziane, che facciano circolare i loro tesori.
Ho lasciato lo stanzino frastornato, rimuginando quella proposta, come mai nessuno ci aveva ancora pensato ?
Mi sono seduto alla scrivania per mettere in ordine le idee, per darvi un senso logico e propositivo.
Ma improvvisamente mi sono ricordato di alcuni parenti e amici della mia età, che quando incontro, nella conversazione spesso a senso unico, dato che parlano ma non ascoltano, raccontano gli stessi fatti, enumerano le loro malattie o fanno le stesse battute da anni, ritornando, come un disco rigato, sulle stesse frasi ripetute appena mezz’ora prima.
Potrei esserci anch’io in quel numero.
Forse potrebbe essere vero l’antico detto che il silenzio è d’oro.
No no!
La banca dei ricordi è un’idea geniale!
E’ indispensabile tornare in bagno (vero luogo di riflessione universale) e lavorarci su!
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I nonni spesso ripetono le stesse cose perchè han perso l’abitudine ad avere qualcuno che li ascolta…
ti dirò..io amo i ricordi, la mia mamma(che ha lasciato un vuoto immenso in me) amava parlare della sua vita da piccola, della seconda guerra mondiale, degli aneddoti sui vicini di casa…avrei tanto voluto registrarla, mantenere vivi quei ricordi..invece se n’è andata all’improvviso una vigilia di natale di qualche anno fa. Con la sua morte i miei ricordi l’hanno seguita…avessi fatto ciò che pensavo senza perdere tempo Zia Daniela
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Zia. Daniela non sono d’accordo i ricordi di mamma tua ti sono rimasti nel cervello ben vivi e presenti e lei vive in te.
Parlacene e sara’ come se le raccontasse lei.
Non c’ e’ fretta, aspettiamo.
Un caro saluto
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Grazie! un bacio nonno. Zia Daniela
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Nn per fare il solito guasta feste, ma la banca dei ricordi si chiama autobiografia. Che sarebbe un bellissimo progetto talponiano che dovresti fare xx
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Internet non mi funziona bene da
mesi, quindi difficoltà a scrivere e rispondere solo con un IPhone scassato di seconda mano. Grazie comunque.
Non sono un personaggio da biografia, pero’ mi piacerebbe scrivere come ho fatto finora ricordando anche quelli che non possono parlare ma sono ben vivi in me.
Grazie dell’attenzione e della pazienza a tutti.
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Nonno Talponeeeee… ma dove sei finito?
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e allora? ci hai abbandonati? patrizia
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