“ Sei un pigrone assoluto! Un lazzarone sfaticato!- ha strillato nonno Talpone – Sei il segretario più indolente che abbia mai avuto! Dovrei fare come Dostoevskij che ha scelto una stenografa diligente e poi la sposò ! Lunedì scorso in un’ora ti avevo dettato ben sei pezzi divertenti oltre ai principi di una legge etico-sociologica-comportamentale che mi darà la fama come per il principio di Archimede, l’Etica di Aristotele, il cogito ergo sum, la mela gravitazionale o la legge di Murphy.
E lui da giorni se ne sta lì, steso sul letto con il suo occhietto convalescente !”
Difficile la mia coabitazione con nonno Talpone, anche se ammetto una parte di verità nelle sue critiche, siamo esseri umani noi, ma lui rognoso come non mai sa rendere la vita difficile a moglie, figli e nipoti; non so come fanno a sopportarlo ancora.
Comunque ho sfoggiato il mio sorriso speciale, un mix di compiacenza e interessata devozione, così da indurlo a raccontare la sua recente avventura.
“ Devi sapere che mia moglie è attualmente preoccupata per me – confida nonno Talpone – secondo lei non dovrei portare pesi, chinarmi, bere vino. Nell’ultimo caso perché interferirebbe con i colliri antibiotici. Però il grande chirurgo da me appositamente interpellato sulla vitale questione mi ha detto testualmente:” Beva pure il vino, nel caso cambi moglie!”
Sono sbiancato in volto, come staccarmi dal mio unico amore dopo quasi 50 anni passati insieme?
Bestemmia, bieca bestemmia!
Ripensandoci mi sono detto che piuttosto che perderla sarei potuto diventare anche… anche astemio per tutta la mia vita futura!
Astemio io ?
Bestemmia, bieca bestemmia!
A sera, dopo il brindisi celebrativo con una bottiglia di Moet et Chandon , a fine pasto, guardando la televisione avevo tratto dal frigorifero quella bottiglia per finirla con un ultimo bicchiere. Purtroppo quanto versato lo riempiva a metà, così aggiunsi dell’acqua minerale fredda che avevo visto a fianco della delizia francese. Il sapore non era molto gradevole, i fondi di bottiglia spesso perdono l’aroma, così mi versai un’altra porzione di acqua minerale. Era più disgustosa che mai e mentre la spruzzavo orripilato mia moglie ha strillato che avevo usato il suo brodo, quello accuratamente messo da parte per la pastina del nipotino.
Alle mie legittime rimostranze, come sapete si leggono sui giornali di gente avvelenata al bar per una teorica acqua minerale che si rivelava candeggina, lei , con logica prettamente femminile ha asserito che ero io il cretino, bastava guardare l’etichetta!
Scrutando la quale pur con gli occhi malandati si leggeva che tratta vasi della rinomata Acqua Uliveto, quella che fa fare tanta din din.
Così ho deciso immediatamente che era ora di divorziare per crudeltà mentale e possibile attentato alla mia salute, con probabili danni permanenti al mio raffinato apparato de gustativo.
A notte, coricandoci, dopo l’ultima immissione di collirio medicinale, ci siamo sfiorati le mani mormorando: “Ciao amore!”, “Buona notte capoccione!” rimediando così alla terza e ultima bestemmia della giornata.”