Domenica 15 dicembre pranzo per il compleanno della madre dei miei nipotini, mercoledì cena per l’arrivo del figlio Martello di dio e mio genetliaco, ripetute cene e pranzi il venerdì, il sabato, la domenica e il lunedì di Vigilia.
Martedì affollato pranzo di Natale con 16 persone, figli, nipotini, famiglie di amici e della figlia adottiva.
Nell’ultimo convivio nonno Talpone ha bevuto solo un brodino, un calice di Prosecco e uno di Barolo Chinato.
Per la Vigilia aveva cucinato in un grosso pentolone il suo famoso sugo da polenta, ricetta della mamma, ricco di bocconcini di vitello rosolati in trito di sapori, spruzzati di Barbera, con trita sceltissima, luganiga e salamelle Verzitt, così denso che il manico del cucchiaio di legno vi stava infilzato come la Spada nella roccia.
Forse l’entusiasmo o meglio la sua avida gola l’aveva poi tradito a tavola.
Il giorno seguente i dolori e la nausea chiedevano tregua, riposo e convalescenza.
Pillole, brodino e parte bollite.
Ma lo stare a tavola in compagnia di persone care e dei bimbi, questi piccoli esseri umani che sono il nostro futuro, non solo è e rimarrà sempre un piacere ma anche una salutare medicina.