Ieri sera quando siamo tornati dopo la solita partita di burraco, aperta la porta non abbiamo trovato nessuno che ci venisse incontro.
Già, direte voi se ormai siamo soltanto io e mia moglie a vivere in questa casa, chi dovremmo mai vedere, i fantasmi?
Nella penombra del corridoio però ci è parso di scorgere un movimento, un fiocchetto bianco che si agitava ondeggiante.
Chiusa la porta, accendiamo la luce e tutto appare vuoto e desolato.
Manca qualcosa, non riusciamo a comprendere, siamo sempre più perplessi.
Poi lei mi rimprovera di non aver lasciato accesa la luce in cucina come al solito.
Ma non ne capisco la ragione, non siamo in emergenza energetica, non c’è il caro bollette, non si teme la guerra in Crimea?
Poi ci rendiamo conto della differenza, non c’è più il nostro gatto Coccolone, quell’amorevole puffetto peloso bianconero con la sua codina a candela.
Essendo in partenza per l’Inghilterra, per abbracciare il vulcanico figlio Martello di dio, si è dovuto trovare un momentaneo rifugio al nostro felino, ora accudito in una casa amica.
Ma la sua presenza non ha evidentemente abbandonato le nostre mura, perché sembra apparire dietro ogni angolo, ogni ombra disegna le sue forme, un lieve eco del suo sommesso ronfare viene percepito tra i rumori casalinghi.
Se gli umani certe volte scelgono la compagnia dei gatti in realtà col tempo loro ci scelgono, se siamo loro graditi.
Ogni angolo di casa viene da loro attentamente annusato e perlustrato, strofinato con il loro pelo come una diligente massaia , diventando il loro regno incontrastato.
Il gatto Coccolone può anche essere assente per qualche giorno, ma il suo dominio rimane incontrastato, la sua essenza, il suo fluido quasi magico non abbandonerà la sua casa.
Ora restiamo perplessi e turbati, quasi estranei tra queste mura, accontentandoci solo dei suoi guizzi nella penombra, di movimenti percepiti con la coda dell’occhio, di un vago miagolio tra il rumore di una porta o lo scricchiolare del parquet.