Ormai quasi ogni giorno Talpone e la moglie possono stare insieme alla nipotina, l’adorabile Meabh con gli occhioni verdi e le guanciotte rosate da leprotto.
Come nonni danno una mano, a maggior ragione perché la casa dei genitori è sempre occupata da muratori, elettricisti e idraulici.
Si sta insieme, la si cambia, le si dà il biberon di latte e la si culla per cessare i dolori del pancino e farla addormentare.
Nonno Talpone si è ritagliato due compiti in particolare, farla divertire, dal sorriso al gorgheggio felice, poi tenerla in braccio in poltrona per portarla al sonno dopo il pasto.
Le canticchia una canzoncina in milanese sull’aria del maestro D’Anzi.
” O mia bela tusanina che te vegnet de luntan, tuta d’oro e piscinina te set bona com el pan, sut a ti se viv la vita, se sta mai cui man in man, panulin panulot, chi l’è semper un casot “
( O mia bella fanciulla che vieni da lontano, tutta d’oro e piccolina, sei buona come il pane, con te si vive la vita, non si sta mai ad oziare, panni e pannolini qui è sempre un caos”
Nonno Talpone controlla che gli occhi della bimba siano ben chiusi, perché lei è furba e ogni tanto ne socchiude uno per sbirciare.
Ormai anche Talpone ha capito la furbetta e come una vigile sentinella usa il trucco di fingere di socchiudere le palpebre.
Proprio come 60 anni fa quando nelle notti d’inverno lo mettevano di sentinella nel piazzale della caserma tra i camion porta missili nucleari, gli Honest John.
Lui era furbo, girava un po’ tra i mezzi, poi si nascondeva nella cabina di una jepp per controllare. Per maggior cautela e ingannare l’eventuale nemico fingeva di socchiudere gli occhi.
L’altro giorno la moglie indiscreta li ha fotografato mentre lui e Meabh fingevano di dormire sul divano di casa con un plaid che li teneva al calduccio.
Le malilingue sostengono che hanno dormito per un paio d’ore.
Invece noi tenevamo tutto sotto controllo, chiedetelo alla piccola neonata.