” Fatemi luce,
Annegato nell’oscurità
Il mio passo é incerto,
Le paure danzano intorno
Mute, in questo silenzio.
Vorrei avere in mano
Un solo fiocco di lucciole.”
( Alfredo Nogavi )
Stanotte la sua lampada-biro aveva una luce veramente fioca, le pilette erano quasi esaurite e i suoi consueti viaggi notturni dal tiepido letto allo stanzino laggiú in fondo al corridoio presentavano seri pericoli di scontri con sedie, tavolo e gradini.
Nonno Talpone, previdente, ne possiede peró altre tre di scorta nella valigia, due minuscole con una lucina al led e un’altra da esploratore, con luce, bussola e un acutissimo fischietto da bobby inglese.
Di quest’ultimo tipo ne aveva regalato una copia ciascuno ai suoi nipotini.
Loro ne furono felicissimi di provarne l’indubbia utilità a casa loro, i genitori no, per cui furono subito restituite al nonno con tanti ringraziamenti ma con il divieto assoluto di provarle entro le loro mura domestiche.
Logicamente mancando la compagnia dei miei piccoli compagni di avventura useró la pila e non il fischietto.
La moglie, l’Istrice Prussiana, che dorme separata in una stanza lungo il corridoio, non apprezzerebbe il richiamo sonoro di aiuto, bastandole quello ritmato del mio, preteso, respiro profondo, altrimenti definito russamento.
Cosí stanotte avanzeró nel buio con la mia piccola lucina, tentennando nel sonno, tenendo lontani i ricordi di bambino e la storia dell’Uomo Nero.
La fiaba di Pamock e l’ Uomo Nero l’ho già raccontata, mi sembra, ma se mi arriveranno almeno quattro richieste dai quattro gatti che mi seguono, la narreró di nuovo.