Ho pulito il bagno, lavato i piatti, spazzato il pavimento, riempito un valigione con un’enorme quadro di porcellana, regalo della zia ceramista per le nozze di mio figlio, il martello di dio, pigiandoci insieme un filone di pane sciapo ( senza sale ) di 4 chili e due capocolli di 3 chili, come ordinato da mia moglie, l’ istrice prussiana, un paio di scarpe da pioggia pesanti di riserva ( non aveva mai piovuto, ma non si sa mai ).
Poi ho preparato la spaghettata per i gatti, arricchita di due belle fette di arrosto, come regalo di addio per la mia partenza.
Infine ho mangiato anch’io, erano le 10 di sera.
Ho dovuto forzarmi a finire le due bottiglie di Sangiovese e di Prosecco già iniziate, non potevo lasciarle andar male.
Ricontrollo le chiavi, i telefonini, i libri, le agende nello zaino.
Quasi sto dimenticando di scrivere il post serale, non posso deludere mio figlio, il beneamato Martello di dio, può essere capace di telefonarmi di notte per chiedere spiegazioni.
E’ mezzanotte, anche questa è fatta, sono soddisfatto.
Salgo in camera da letto, decido di mettere la sveglia sul cellulare per le 3.45 di mattina, il treno partirà alle 5.10, dovrei farcela.
Mi sveglio di colpo, guardo l’orologio, sono le 3.
Mi chiedo cosa può succedere se l’allarme non dovesse funzionare, purtroppo avevo dimenticato di predisporre qualche altra sveglia per maggiore sicurezza.
Dovrei scendere le scale e cercare nello zaino gli altri cellulari, ma non me la sento, il letto è così confortevole.
Ma se perdo il treno ?
Scenari apocalittici, mia moglie mi aspetta, magari ha preparato un pranzo speciale per me, forse può aver programmato di andare al cinema nel pomeriggio.
Tengo la luce accesa e controllo ogni tanto l’orologio.
Mi consolo, in fondo unpoco ho dormito, la Montalcini in un’intervista ha affermato che tre ore di sonno le erano più che sufficienti, poi andava in laboratorio per le sue ricerche.
Comincio a fantasticare : quali ricerche scientifiche potrei iniziare ?
Non ce la faccio più.
Sono le 3.40, mi alzo inizio a rifare il letto per bene, come il mio istrice desidera.
Improvvisamente si sente il trillo del cellulare, allora funziona !
Lo ringrazio, il fedele vecchio Nokia da 30 euro, bravo, bravo !
Scendo di sotto, mentre preparo il tè ricontrollo tutta la stanza.
Un tarallo, mezza tazza di tè, poi fuori a caricare l’auto.
I gatti mi aspettavano, miagolano e mi si stringono attorno.
Ma come, avevano già mangiato quattro ore prima, hanno già fame ?
Poi ricordo la cena speciale e quindi ritengo che abbiano diritto ad un bis.
Salgo in auto, sto per partire, no, ho dimenticato la bottiglia di tè bollente per il viaggio.
Mi ricordo in tempo delle forme di pecorino umbro nel frigorifero, le recupero e le metto in un sacchetto termico con un panetto di ghiaccio.
Sempre più in fretta infilo insieme tutto quanto nello zaino, è pieno da scoppiare, forzo le cerniere, è fatta.
No, ultimissima cosa, con le cesoie taglio una serie di steli con boccioli dai rosai dal giardino di casa: rosso rubino,viola,gialli, bianchi, rosso cardinale, screziati.
Li lego in un mazzo e lo avvolgo nella carta bagnata, sono per la mia istriciotta.
Di corsa giù per i tornanti verso la stazione, per fortuna non c’è nessuno.
Arrivo al parcheggio, chiudo l’auto e mi affretto verso il treno.
Sistemo tutto nello scompartimento vuoto.
Sono quasi felice, guardo l’orologio, il treno patirà tra mezz’ora, bene, ce l’ho fatta.
Poi penso, povera mia Istrice Prussiana, il marito itorna, le tue vacanze sono ormai finite !