Alcune notti fa mi ero improvvisamente svegliato alle tre, forse avevo caldo.
Ero rimasto a letto cercando di riaddormentarmi, ma senza risultato, la mia mente continuava a pensare a fatti e storie che si formavano spontaneamente in una serie di post.
Al quinto della serie non ho resistito, mi sono alzato e mi sono messo a scrivere in cucina nella mia agendina.
Le storie mi uscivano dalla penna con gran facilità, come se si raccontassero da sole.
Dopo due o tre ore mi bruciavano gli occhi e fui costretto a smettere.
Dopo colazione nella mia mente si formavano altre storie ancora.
Delirio postomane ?
Sarebbe stato meglio prendere un sonnifero, direte voi.
Questa è la soluzione più semplice e logica, ma nonno talpone non è forse né una cosa né l’altra.
Da quando avevo iniziato un mese fa a scrivere queste brevi annotazioni sul blog, i famigerati post, questa smania di narrazione è venuta crescendo con ritmo preoccupante.
Avevo mandato subito una e-mail all’artefice primo di questo pasticcio, mio figlio Martello di dio, chiedendo un suo parere.
Avrei anche scritto alla mia mamma/figlia/nipote virtuale Elasti, ma avevo timore di disturbarla, è sempre impegnatissima e le mancavano proprio i rovelli di un vecchio nonno talpone.
Martello rispose subito, lui sembra che abbia l’iphone attaccato al cervello “ Papà preoccuparsi no, se ti senti continua pure così, d’altra parte che tu sia un tipo strano lo sapevamo tutti “
Strano a me ?
Io mi considero un tipo normalissimo, scherziamo ?
Credo di essere un onesto e timorato cittadino, un po’ grigio, insomma un tipo comune.
Ero allarmato, così telefonai al mio vecchio amico d’infanzia, emerito psichiatra e chiesi un urgente incontro con lui.
Gentilmente fui ricevuto subito.
All’inizio, preoccupato per la mia salute, fece alcune domande, chiedendo di un eventuale uso di farmaci, se avevo mal di testa, capogiri, ansietà o problemi gravi.
Spiegai la mia situazione, no, non usavo farmaci, tutto a posto, salvo questa mania di scrittura.
Lui mi chiese se bevevo alcolici .
“ No – risposi io – solo uno o due bicchieri di vino ai pasti e, certe volte, un grappino. Aspetta, no – precisai – adesso preferisco un bicchierino di bourbon americano.”
“ Vai tranquillo, va bene così, non bisogna essere razzisti. “
ribadisco, se tu sei normale allora gli altri sono apatici. in maggioranza ovviamente. poi per gli individui siamo tutti strani nelle nostre piccolezze.
cmq se il blog ti sta stretto potresti anche pigliare spunto da tua moglie e iniziare a scrivere un libro cosi' ti sfoghi ben bene. si potrebbe intitolare cosi': "nonno talpone: edizione integrale, manuale di sopravvivenza, come tenere a bada un istrice, un martello e un avvocato."
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cacchio, a pensarci bene pero'. certo che ti scelto proprio una bella famiglia.. no? Il signore sopra le nuvole ti ha visto e' ha detto: quello lo facciamo sposare con un istrice prussiano e procreera un avvocato e un martello di dio. poi si e' messo a ridere ed ha finito la bottiglia di vino.
ma nn e' che stai gia' pagando per le caramelle che hai rubato da bambino?
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caro fedele e quasi unico commentatore, io
cerco di sopravvivere in qualche modo, in passato con brevi apparizioni nel campo sindacale, politico, redazionale, immobiliare, gemmologico, passando dallo yoga al tai chi chuan, dalla musica alla depressione e alla coltivazione dell'orto.
non ho rubato caramelle, ma ho imbottigliato e bevuto molto vino, in questo ringrazio Noé e il buon dio.
Ho avuto diversi grandi amici, la maggior parte ormai defunta.
Sono un pessimista, però, essendo curioso di natura, in qualche modo mi salvo, non so perché.
Mi stupisco del mondo esterno, forse é una virtù, per questo mi trovo bene con i bambini che sono più acuti, buoni e intelligenti di tante persone adulte.
Per questo non so che età devo avere perché, a parte una quantità incredibile di ricordi, riesco a parlare con tutti e, esclusi gli stupidi, amo ascoltare le persone.
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ah nonno talpone, la sopravvivenza e' un arte, e tra la curiosita' e la gioia di vivere si va avanti.
si sarai un pessimista pero' basta un abbraccio ( o uno scappellotto verbale da un con-familiare: istrice o martello che sia) che il motore a scoppio, brontolando, parte in quarta.
ma bando alle ciance, stai lavorando sodo per l'opera del secolo che proclamerai al matrimonio del millennio? ( <rumore di frusta che schiocca sul pavimento>)
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