LA TARTARUGA


Siamo arrivati a Londra, sole caldisssimo come a Milano, all’uscita della stazione di London Bridge una lunga fila di persone con bagagli vari attenda pazientemente in fila l’arrivo di un taxi, che sembrano scomparsi dalla città.
Sto ancora male, dalla mattina la cura delle orecchiette al pomodoro non funziona più.
Avevo anche provato a finire a pranzo due bottiglie di vino, per non farle andar male, speravo  potessero far bene allo stomaco, ma non ha funzionato.
Sento l’addome gonfio, con fitte continue.
Davanti a me nella fila c’è una giovane donna incinta, con un pancione enorme di quasi nove mesi, indossa un vestitino leggero verde primavera, sembra sofferente.
Anche lei esasperata dall’attesa mormora “adesso lo faccio qui il bambino “
La guardo partecipe, anch’io lo farei lì, anche se non so cosa.
Dopo mezz’ora la fila si è ridotta, molti se ne vanno sconsolati.
Ecco che arriva il primo scarafaggione nero, bene i taxi esistono ancora.
Quando arriviamo a casa il Martello e l’Incudine ci accolgono con abbracci festosi e fortunatamente loro ci portano su per le scale i valigioni e i pacchi.
Grandi feste per i regali, anche se il figliolo precisa che il costosissimo coltello da prosciutto è bello ma ha una forma che non gli piace, i pezzi di parmigiano sono pochini, i gemelli d’oro con grosse pietre cabochon di zaffiri e di rubini vanno bene, ma non erano meglio con le gemme stellate ?
Io sto sempre male.
Loro ordinano per telefono una sontuosa cena indiana, gamberoni tandoori, chiken masala, papadam, vari tipi di riso, intingoli e piatti che non conosco.
Le portate arrivano presto, tutti ci mettiamo a tavola, aprono bottiglie di vino, loro si buttano sul cibo, le porzioni sono generose.
Io mi bevo la terza camomilla, non riesco a mandar giù neanche un pezzo di patata bollita.
Poiché sono rattrappito su me stesso in silenzio, mentre loro scherzano e si offrono i vari manicaretti, a un certo punto intervengo nella conversazione, riferendo la battuta dell’avvocato che in una mail affermava che, se andassi in campeggio con lui, non riuscirei ad entrare in una tenda a igloo del XXI secolo, alta un metro e venti e con una porticina di ingresso di settanta centimetri.
Io sostengo che ce la farei benissimo, basta mettersi a carponi  e entrare all’indietro con prudenza.
L’istrice prussiana finisce un gamberone gigante e osserva perfidamente “ per entrare magari entri, ma poi grosso come sei rimarresti incastrato a metà e poi andresti in giro con la tenda a igloo come una tartaruga “
Non so cosa ci sia di spiritoso, ma tutti si mettono a ridere come matti e mia moglie intona la canzone di Bruno Lauzi “ la bella tartaruga che cosa mangerà, chi lo sa, chi lo sa, solo una foglia di lattuga…”
Nonno talpone non se la prende, in fondo è una forma di affetto ridere con o di lui.

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