Premetto : il matrimonio di Giu e Pet, ovvero del martello londinese e di Badger, il tasso irlandese, è andato poi benissimo, festoso, commovente, ilare, tra fiumi di birra anglo irlandese e casse di bottiglie di vino italiano.
Ma le premesse erano state isteriche, agitate, tempestose, l’unico che galleggiava rassegnato e stoico, come già saprete, era il vostro amico nonno talpone.
Infatti si consolava del fatto che anche il secondo figlio si sposava.
Per sua fortuna 42 anni prima, la sua istriciotta gli aveva riso in faccia, al sentirsi chiedere in matrimonio dopo pochi giorni di frequentazione, con la pretesa poi di avere ben cinque figli insieme.
Non fategli pensare che avrebbe potuto avere ben altri tre figli o figlie martellanti da piazzare sul mercato.
Potrebbe fare come Abelardo, dio non voglia.
Così alla vigilia, mentre la moglie in cucina per tutto il giorno preparava al forno enormi, gustosi arrosti, che poi non sarebbe riuscita nemmeno ad assaggiare, il talpone è stato inviato da Waitrose, per una benefica passeggiata di alcuni chilometri, onde ritirare sei grosse torte salate di quiche lorraine alle verdure per i vegani, due quiche con formaggio cheddar e cipolle per i vegetariani e cinque barattoloni di olive farcite alla feta, al peperoncino, ai funghetti e varie amenità per i semplici golosi.
Naturalmente le ultime prelibatezze sarebbero poi state dimenticate da qualche parte a casa sua dall’agitato martello.
Al suo ritorno nella cucina surriscaldata e odorosa di casa hanno annunciato allo stanco talpone che forse le meringhe per la torta nuziale non bastavano, erano meglio quelle mignon, solo il lontano emporio aveva quelle giuste, quindi, tra telefonate sempre più agitate del martello impazzito, la moglie lo ha rispedito ad acquistare altri sette o otto scatoloni di meringhe mignon per la torta nuziale a forma di cattedrale che l’irlandese doveva preparare la notte prima dell’evento.
La semplicità nelle scelte è dei geni, il complicarsi la vita è di noi comuni mortali.
Quando arrivò a destinazione nonno talpone naturalmente non riuscì a trovare le benedette mignon, poi prese quelle di misura piccola ma non abbastanza piccola e infine queste risultarono ormai non più in esposizione , lui era così stravolto che le gentili commesse gli offrirono prima un bicchiere di acqua fresca, poi un pacchetto di fazzoletti di carta per asciugare i rivoli di sudore che colavano dal suo testone, lo fecero persino accomodare in un ufficio per telefonare al martello, onde verificare che non ci fossero ulteriori acquisti e scongiurare ulteriori viaggi di andata e ritorno.
Gentilissime commesse, nonno talpone non si sarebbe mai più allontanato da quel paradiso culinario e, se non fosse stato già felicemente sposato e perdutamente innamorato della sua istriciotta, avrebbe fatto una proposta alla matronale nonna, bionda e grassoccia, ma con due occhietti furbi e sornioni dietro le grandi lenti dalla montatura metallica., un’altra bonaria nonna papera, che lo accudiva da mezz’ora nelle sue frenetiche ricerche delle famigerate meringhe mignon.
Invece ritornò stancamente a casa con i suoi pacchetti e le sue speranze di pace e meditazione si infransero di fronte all’ordine di tornare nel primo pomeriggio all’aeroporto per accogliere con festosi abbracci gli ultimi invitati.
Quindi metrò, treno a Gatwick, logorante attesa degli arrivi, recupero dei gitanti, attesa per l’ulteriore gruppetto, smistamento sui treni vari, metrò, trasporto valige sino a casa alle otto di sera.
Qui gioiosa accoglienza, baci e abbracci all’italiana, salite e discese dai vari piani per salutare, chiaccherare , raccomandarsi gli ultimi negozi visitati.
Nel frattempo nella sala da pranzo i tre bimbetti giocavano, si rincorrevano e si spingevano facendo risuonare i barriti di vari tirannosauri montati su un bastoncino, piacevole ricordo della visita al museo di storia naturale, si lanciavano altri piccoli dinosauri di plastica, con capricci e strilli quando li si voleva far mangiare piatti enormi di torciglioni al pomodoro, bistecconi di pollo e piatti vari di verdura bollita o in padella che l’istrice affannato continuava a servire a tavola.
Dopo un’ora la baraonda è finita, tutti sono usciti per andare fuori al ristorante e al pub, nonna istrice si è messa a rigovernare e impacchettare l’ enorme quantità di pietanze avanzate e nonno talpone è rimasto con i tre piccoli a fare da guardiano assonnato sino a mezzanotte.
Non importa, l’indomani si sarebbe sposato l’ultimo figlio, poi basta, almeno così ingenuamente lui pensava.