Nonno talpone, costretto dal martellante figlio a tenere il discorso nuziale, aveva pensato ad una beffa di rappresaglia, oltre alle varie battutine sarcastiche inserite nel suo eloquio.
D’accordo con una vecchia amica giapponese dei suoi figli, l’adorabile Satchi, le aveva chiesto di stampare il suo testo non solo a caratteri larghi, per facilitare la lettura talponica, ma di aggiungervi una decina di fogli bianchi.
Così quando dopo la fatidica frase “ sarò breve “ lui avrebbe sfogliato il pacchetto di pagine per gelare gli spettatori, che, dopo il lungo preambolo del funzionario comunale, il “ comunista “ secondo l’approssimativo italiano del martello troppo inglese, nonché la breve poesia, non vedevano l’ora di scendere a brindare agli sposi e a godersi la festa.
Peccato che, sbadato come al solito, nonno talpone aveva spedito via mail per la stampa un testo differente.
Così, quando in sala gli è stato consegnato il pacchetto di fogli, giusto prima di parlare, lui si è accorto dell’errore ed è sbiancato in viso sotto gli occhi di tutti, che lo credevano emozionato e non in effetti disperato.
Per fortuna circolava in sala un foglietto con una traduzione in inglese di quanto doveva dire, a beneficio dei non italici, subito ghermito da talpone, che ha pronunciato la frase “ sarò breve “ , ma sempre più pallido ha cercato di districarsi tra fogli bianchi, testo modificato e traduzione a vista, improvvisando.
Caso strano, era così infervorato che, recuperando le sue passate infiammate abilità oratorie sessantottine, se l’è cavata bene, visto che tutti piangevano e alla fine anche lui era commosso.
Sarà stata la fame.
Peccato che non ci saranno più discorsi matrimoniali da tenere, nonno talpone ci stava prendendo gusto.
Comunque l’atmosfera al pranzo, forse per la presenza di tanti giovani di ogni nazionalità, è stata euforica e gioiosa, senza volgarità e luoghi comuni.
Bando alle vecchie zie e ai nonni musoni, basta con gli intrighi di mamme ansiose di piazzare le ormai mature figlie zitelle.
Si è bevuto in allegria.
Ad un certo punto però nonno talpone sentiva che mancava qualcosa.
Insomma l’euforia va bene ma, mentre molti uscivano sul piazzale del municipio per godesi al sole una sigaretta con il bicchiere in mano, lui cercava un non so che di definito.
Avendo chiesto casualmente in giro, alla fine trovò un caro ragazzo, il coppiere mescitore del vino, che gli rispose che sì, lui poteva senz’altro accontentarlo.
Quindi, usciti con aria furtiva, ma non tanto da non essere seguiti da altri quattro o cinque invitati, si sono recati sul retro dell’edificio, ove tra gli alberi in pieno splendore, in zona tranquilla, hanno potuto godere i benefici dell’erba inglese.
Bellissimi i prati curati amorevolmente, l’erba veramente gustosa, si sono messi a filosofeggiare pacati e sereni, novelli socratici, ma con maggiore beatitudine.
Al ritorno nel salone, quando c’è stato il consueto lancio all’indietro dei due bouquet di fiori degli sposi verso il gruppetto scalciante degli o delle aspiranti, nonno talpone si è pure lanciato in un personale balzo in aria, fortunatamente conclusosi senza rovinose cadute, ma così, giusto per esprimere la personale felicità.
Più dignitosamente ha poi parlato con il nipote inglese e la sua gioiosa ragazza giapponese, offrendo loro un giglio purpureo del bouquet, esortandoli a sposarsi, perché li giudicava felicemente ben assortiti dopo le loro precedenti traversie, li ha anche benedetti papalmente e ha brindato con loro.
Credo abbia distribuito in giro altre benedizioni a simpatiche coppie, ma il ricordo è più vago.
Anche al pub nonno talpone ha bevuto le sue brave pinte di birra, tanto felice da essere l’unico a pagare al bancone, perché non si era accorto che tutte le consumazioni erano offerte dagli sposi.
Che importa ?
Una giornata così gioiosa non se la ricordava da tanto tempo.
VIVA GLI SPOSI !
VIVA LA VITA !
Appena letto il blog del nonno talpone. Beh, credo che la festa abbia avuto così successo poiché ognuno ha partecipato alla sua creazione.. Nel venire da così lontano ( perfino da Tokyo), nel trascinare pargoli appresso o semplicemente per essere parte della nostra vita. A dire il vero, purtroppo gli sposi non si ricordano molto, anzi, le 10 ore di festa sono sembrate solo qualche attimo di fotografie. Ma la cerimonia si, ogni secondo e ogni parola. Gli occhi degli invitati che brillavano e quelli degli sposi che lacrimavano. Eppoi il discorso del padre dello sposo. Ah! Farà parlare per i prossimi secoli…
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