Dopo due giorni di pause abbuffatorie, passate da nonno Talpone e consorte a cibarsi di soli grossi pomodori dell'orto e pesche, è scattato l’immancabile invito a cena.
Un posticino in Val Nerina, vicino ad un laghetto di pesca sportiva, una ventina di tavoli all’aperto, cucina casareccia ma con sprazzi di fantasia indovinata, prezzi modici, il cognato sindacalista in questo indovina sempre il posto giusto.
Il problema è la compagnia : sarò fissato, ma la classe media in provincia ripete sempre le stesse cose, non sempre amene.
Le donne : i figli che non studiano, le malattie spesso immaginarie, i tranquillanti e le medicine consigliabili.
Gli uomini : la magnata, la bonazza, le corna degli altri.
Ci saranno eccezioni naturalmente, ma quando Talpone cenava con vecchi ternani che provenivano dal lavoro manuale, muratori, contadini, meccanici, notava una compostezza e una signorilità ben diversa.
Non importa ormai sono rassegnato.
Commenti sulle minigonne delle giovani che entrano nel giardino della trattoria, sulle scollature o sulle forme delle signore, propositi di appuntamenti per le prossime cene, racconti delle personali esperienze di vita.
Che divertimento.
“ Ti ricordi in Spagna quella con un seno così pendente, quante gliene ho dette, poi andando via lei ci ha salutato in italiano ! “
Grandi risate.
“ E io, quando ero in Turchia, una grossa tedesca con un enorme posteriore proprio davanti a me, ho elencato tutto quello che le avrei fatto, beh, da non credere, parlava italiano pure lei !”
Risate generali.
“ Invece io a un nipote quando era piccolo gli mettevo in bocca l’alluce del piede in bocca e lui ciucciava, poi si svegliava e strillava. L’hanno detto pure a mago Zurlì in televisione, pensa un po’ “
Tripudio di risate.
“Una volta che mi avevano messo mio nipote di quattro, cinque anni nella mia camera e io dovevo dormire in salotto, quel disgraziato poi ha rovistato nel mio cassetto. Allora l’ho afferrato per i piedi e l’ho tenuto appeso fuori dal balcone del terzo piano, piangeva, urlava e scalciava come un dannato quell’infame, ma così impara la lezione !”
Nonno Talpone non riesce a scrivere senza deglutire a vuoto con un inizio di attacco di panico, ma lì, davanti ai piatti gustosi a base di barbazza, tutti ridevano fino alle lacrime.