Ancora in Umbria per qualche giorno, nonno Talpone può godere i benefici dei commenti di parenti e amici in relazione al suo stato di “artiglio bendato” alla Capitan Uncino.
Le battute e le risate si sprecano.
“ Ma come ti sei messo a correre ? “ (Mi sento un atleta in incognito )
“ Perché cadi sempre ?” ( Non è quasi sempre vero )
“ Alla tua età, credi di essere ancora un giovanotto ?” ( Si, perbacco !)
“ Racconta come ti è successo “ ( L’Istrice festosamente racconta per la centesima volta i fatti, ridendo sempre sino alle lacrime e singhiozzi, si, lei ride così )
Gentili senz’altro, ma intanto nonno Talpone sentiva un il dolore sordo alle gengive, alla mano sinistra e alla testa ( si, va bene, stamane ha battuto contro lo sportellone dell’auto, mentre cercava di estrarre ben cinque piantine di olivo che la moglie gli ha fatto acquistare, per rinfoltire l’oliveto di casa).
Come rimpiange i suoi nipotini, che gli telefonano per sapere quando ritorna a Milano, quelli che quando lo vedono gli chiedono come sta, preoccupati e curiosi, tastano le fasciature, magari giocando al passaggio a livello ( tocca un pulsante e la barra-braccio si alza e si abbassa ), chiedendo sempre di raccontare ancora come sia avvenuto l’incidente.
L’ultima volta lo Scoiattolino di cinque anni, quando ha sentito l’ennesima storia della rincorsa dell’autobus in partenza, ha chiesto:
“ Ma nonno, l’autobus ti è passato sopra ? “
“ No caro, lui stava lasciando la fermata, io lo rincorrevo soltanto “
“ No, no, l’autobus ti deve essere andato sopra, sono sicuro !”
Va bene, se per loro sono sempre nonno Hulk, non posso avere un polso fasciato se perlomeno non vi è passato sopra un intero autobus carico di pendolari.
che bello che tu sia per loro nonno Hulk
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accidenti che brutta avventura. Tanti auguri di pronta guarigione supernonno Talpone.
Roberta
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