Ieri sera tardi, davanti al suo foglietto bianco, nonno Talpone improvvisamente mi ha chiesto “ Ma io chi sono ?”
Certe volte lui mi sorprende, nonostante l’abitudine alle sue eccentricità, che ho acquisito in seguito ad una lunga convivenza.
Che domanda, sarà l’effetto degli smilzi volumetti di filosofia raccontata dai filosofi, quelli da un euro che l’edicolante gli consegna insieme al suo giornale quotidiano ?
Sarà forse la recente ricorrenza annuale del conto dei suoi anni, cifra notevole, ma non eccessiva ?
Certo non è più il ragazzo che si pone domande esistenziali sul significato della vita, quel periodo giovanile tormentato e magico in cui si scopre e si cerca di decifrare il mondo esterno.
Forse il fatto di non essere più impegnato in una occupazione con orari , tempi e compiti vincolanti, l’avere i figli ormai cresciuti e fuori di casa, un’insieme di fattori gli lasciano ora ampi spazi disponibili di tempo libero.
No, secondo me questa creatura di incerta natura, animale ed umana, questo essere che non sa scegliere a quale generazione appartenere, che si immedesima gioioso con i bambini, ma si unisce con aria sbarazzina e incosciente con i giovani e si intende con le persone più mature e talvolta interloquisce anche con gli anziani, questa maschera nata per caso e per gioco otto mesi fa dall’idea di un figlio martellante e fantasioso, nonno Talpone insomma, sta forse muovendosi ed emergendo dalle righe scritte.
Che stia cercando una vita propria, come quei mostri, quelle creature fantastiche che escono dalla digitalizzazione computerizzata del figlio lontano ?
Benvenuto allora, caro nonno Talpone, hai però scelto un periodo molto difficile, amaro e competitivo per nascere.
Volgarità, miseria, ingiustizia sociale, fantasmi di odio e di razzismo che pensavamo scomparsi, intolleranza acuta verso i diversi.
Cosa rispondergli ?
“ Sei quello che sei, accontentati e sii felice se puoi, non farti troppe domande, guardati dentro se vuoi, compatisci e ama gli altri, accettati, è la cosa più difficile, sii sereno “
“ Ma io vorrei solo ascoltare te e gli altri, cercare di capire, provare a sorridere, mi accontento di vivere momentaneamente e di lasciare, se posso, una piccola luce di comprensione” mi ha risposto con aria mite.
“ Allora sii benvenuto tra noi nonno Talpone, sii lieve e lasciaci una speranza, per ora un buon Natale a te e a tutti i tuoi lettori, è il solstizio d’inverno, poi ritornerà la luce, domani è la partenza per le lontane spiagge di Brighton, non farti venire la solita tremarella da viaggio “
“ Ma non si poteva andare in mari più caldi, come Goa, Hurgada o Pucket ?”
“ Ma vuoi sfidare le ire del tuo amato e terribile Martello di dio ? Poi dimentichi che la tredicesima è stata gentilmente versata come anticipo al dentista veneto, con ricevuta beninteso, non brontolare, vola e siate felici se potete”.
Le auguro tutta la felicità che si merita caro signor Talpone e alla signora Istrice con tutta la vostra bella famiglia.
Grazie per la lievità dei suoi post e per il sorriso che mi dà. Di rotture di balle e di brutture ce ne sono già fin troppe!
Roberta
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Non permettere a questa nuova creatura di fare domande difficili.
"Chi sono io ?" Ma tu caro sei quello che ti parrà di essere e vorrai essere (è sempre bene dare qualche speranza). Sicuramente i compleanni presentano sempre il conto, un po' come gli ultimi dell'anno (31 dicembre). Bisogna non prenderli troppo sul serio.
"Accettarsi" Humble come suona difficile.
"Compatisci e ama gli altri" Humble sembra ancora più difficile.
"Sii sereno" Fuochino.
"Lasciaci una speranza" Si grazie, perchè senza la vita perde sapore.
Buon viaggio e Buon Natale, salutami gli albionici.
Lori
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