I due nonni si avviano leggermente emozionati a prendere in consegna dall’asilo i piccoli nipotini, non li vedono da 20 giorni, a loro sembra un tempo infinito.
Probabilmente anche loro hanno avuto la stessa impressione, quando ci vedono ci corrono incontro con un abbraccio frenetico, come tanti koala aggrappati agli alberi di eucalipto.
Bacetti, caramelle, domande concitate “ Come state ? Come sono andate le vacanze ? Vi siete divertiti ?”
Domande fatte senza aspettare le risposte, forse per mascherare l’emozione.
Sembrano incongruamente divenuti più alti, abbronzati, vivaci.
Subito lo Scoiattolino accusa con voce irata “ Sono trentamila giorni che siete stati via !”.
Non importa l’esattezza del numero, per lui significa un lungo periodo di lontananza, ci fa sentire in colpa, in fondo i nonni hanno anche dei doveri.
All’uscita ci si scatena a fargli provare l’ebrezza dell’equilibrista da circo sulla ringhiera di fronte alla scuola, poi gare di corsa lungo i marciapiedi, corse con salti acrobatici laterali, lanci in aria, via di corsa a casa per la merenda.
Loro dichiarano che non vogliono uscire ai giardini, si gioca in casa.
Prima con le sedie messe a terra si costruisce un trenino, il piccolo fa da guidatore, il grande da fuochista e controllore.
Questo treno tende a deragliare spesso, ma nessuno si lamenta, poi il nonno si ricorda di avere la sua pila d’emergenza in tasca ( ansietà per le emergenze, insieme al coltellino svizzero e ai quattro telefonini ), cosi si spengono le luci e il treno può girare al buio per la casa, lunghe gallerie, deragliamenti che divertono i passeggeri, cuscini di carbone che vanno nel tender della locomotiva, vendita e distribuzione di biglietti ferroviari al modesto costo di un centesimo ( impara Mauro Moretti, che prima di diventare presidente delle FS eri sindacalista).
I piccoli vogliono mostrare i loro tesori, già, i sacchetti di monete italiane fuori corso e i penny inglesi che gli avevamo regalato prima di Natale, nonché la mappa del tesoro che si era disegnata insieme in un pomeriggio lontano e che lo Scoiattolino trae fuori con importanza da un vecchio portafoglio che tiene nel taschino.
Scovano nella libreria due lumini elettrici dalla rossa luce intermittente che hanno ricevuto in ricordo di Medjugorje, inseriscono pile e lumini in un tubo di plastica trasparente e si crea magicamente la magica caverna del tesoro.
Si proclamano guardiani ufficiali, pretendono uno statuto, che diligentemente lo Scoiattolo ricopia con segni geroglifici su un pezzettino di carta.
Ecco le regole stabilite:
– Alla mattina il guardiano capo si sveglia e apre il cofano del tesoro che casualmente ha la forma di scatola da scarpe
– Il capo conta attentamente la quantità dei dobloni e segna l’ammontare finale
– Si fa l’ispezione per una sortita contro i vascelli spagnoli
– Il capo rinchiude le monete nella cassaforte e attiva il sistema di allarme
– Il guardiano veglia all’entrata della caverna
Ammutinamento improvviso della Piovretta che, data la mancanza di incarichi onorifici personali, restituisce i gradi e abbandona la caverna trascinandosi dietro il nonno con compiti di disegnatore, narratore di racconti e appoggio morbido per godersi per la trecentesima volta Toy Story 2, sdraiati sul divano della sala.
Più tardi arriva stanca dal lavoro la mamma dei pargoletti, stupita dal silenzio e dal crepuscolo della casa.
Per fortuna il treno di sedie era già stato rimessato al posto usuale sotto il tavolo, evitando rovinose cadute alla nuova arrivata.
Si accendono tutte le luci, si mettono a posto i lumini, il tesoro dei pirati e altre attrezzature.
Il piccolo si lamenta “ Non è che adesso andate via ? Rimanete a cena, poi a dormire, domani la colazione, insomma per sempre”.
I nonni sono leggermente imbarazzati, con gentilezza pian piano li convinciamo a lasciarci andar via, con la promessa di vederci appena possibile, magari domenica a pranzo.
“ Cosa volete da mangiare ?”
“ Gnocchi al ragù “ Rispondono in coro.
“ Per secondo cosa prepariamo ?”
Un attimo di pausa di riflessione, poi gridano “ Gnocchi al ragù !”
Con questa promessa ci lasciamo, con qualche rimpianto, soddisfatti delle ore di gioia passate insieme, siamo solo nonni, dobbiamo lasciare spazio ai genitori.
Il giorno dopo quando nonno Talpone stava finendo di scrivere sul computer queste righe ha cominciato ad accusare brividi freddo alle ossa, è iniziata una febbre maligna e abbastanza alta che si è trascinata fino al ritorno dei piccoli e ora insieme ai leggeri capogiri lo tiene in uno stato leggermente confusionale.
Passerà, c’è un gran gelo ma ormai le giornate si allungano e tra poco dovrà essere primavera.
Passerà, passerà. Sarà stato l’umido dell’oceano oppure saranno stati i salti acrobatici all’uscita dell’asilo. Quando la febbre arriva e porta spossatezza sembra impossibile tornare ad essere forti come prima. Ma poi si ritorna al nostro ritmo e ci stupiamo di non apprezzarlo adeguatamente. Quanto è bello poter fare tutti i giorni quello che riteniamo scontato. Lori
"Mi piace""Mi piace"